Il giovane artista emergente siciliano Enrico Spadaro ha sempre avuto una propensione per l’arte intesa come manifestazione di sentimenti. Da sempre cerca di esprimerla anche attraverso la musica: infatti suona la chitarra e compone canzoni. Enrico è appassionato di architettura.
Attualmente frequenta la facoltà di Architettura di Roma e sta per laurearsi. Proprio qui ha conosciuto il suo maestro e amico: Massimo Catalani. Da lui ha appreso la sua attuale tecnica artistica, frequentando il suo studio a Roma e apprendendo il più possibile da tutto quello che vedeva, dalla semplice preparazione di una tela alla stesura di un quadro.
I quadri sono realizzati a spatola, mischiando polvere di marmo, acqua e colla vinilica, stesa su supporti in legno. I diversi colori vengono ottenuti mischiando il composto con pigmenti, il più possibile naturali, come la farina di carrubbe. Secondo il giovane pittore, questa tecnica è molto semplice e si compone di attrezzi e modi non propri dell’artista tipico. Anzi il mondo dell’architettura sembra essere più vicino di quanto si creda a questa tecnica.
Il giovane pittore ritiene che potrebbe apparire come un ipocrita se dicesse di avere una vera e propria poetica. “Amo sperimentare, provare, conoscere– dice Enrico- e se questo concerne anche fare dei quadri, perché no?” I suoi temi sono molto disparati e non ne ha uno preferito: prende ispirazione da tutto ciò che lo circonda.
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