Mari Giuntini è una pittrice emergente siciliana che nasce a Siracusa nel 1987. Qui frequenta l’Istituto d’arte e in seguito si laurea in Pittura all’ABA di Firenze con la tesi “La cecità del segno”, approfondendo temi legati al corpo come presenza, intenzionalità, estensione che rischia i propri confini senza perderli realmente, esprimendosi esattamente nell’istante che precede l’abbandono.
Dopo la tesi svolge attività di collaborazione tecnica presso l’ABA di Firenze per progetti di public art e insegna in Accademie private. Vive un periodo a Berlino e sviluppa un lavoro sul processo di proiezione interno-esterno, sulle dinamiche relazionali sé/altro da sé/mondo. Considera il movimento come una metafora per l’uomo che sperimenta una continua evoluzione nel processo stesso della vita. Percepisce l’essere umano nel suo costante essere “alla ricerca di” ed è proprio in questo costante cercare-cercarsi tra le cose del mondo che riconosce all’uomo la possibilità di essere.
L’artista é anche insegnante di Yoga e Presidente dell’Associazione Fucine Arte Contaminazione, che opera nel settore culturale di studio, pratica e diffusione dell’arte e promuove lo scambio tra discipline. Nell’ultimo anno sta lavorando ad alcune pratiche performative che uniscono l’esperienza yogica e quella artistica, una sorta di meditazione in movimento che conduce al centro di sé. Tutto il suo lavoro é concepito come progetto in divenire, che trae le sue fondamenta da una nuova idea di esperienza in cui, nell’incessante rapporto di scambio, a mutare (ed a “maturare”) è il senso più profondo dell’essere umano.
Il lavoro dell’artista investe il concetto di identità “fluida”, accogliente delle contraddizioni e generatrice di quel movimento che è la vita. L’opera riflette sull’incognita del presente, del qui e ora non (pre)definito ma costantemente in-definizione, consapevole dell’esperienza umana come unicum irripetibile. Nulla è stabile ma tutto è revocabile, transitorio, fugace, effimero. La natura umana è un sistema vivente, immenso e enormemente complesso, in cui ogni cosa è connessa con qualsiasi altra. Ogni singola, infinitesimale, particella umana è parte costituente di un sistema e l’essenza stessa della vita dell’uomo è proprio in quel connaturato processo di tessitura dinamica che genera situazioni, esperienze ed emozioni. Questa complessa imprescindibilità relazionale e la sua intrinseca velocità di sviluppo determinano il livello massimo di estensione e di espressione umana. L’uomo tende e necessita, non solo dell’altro e del mondo, ma del processo stesso che lo porta verso l’altro e il mondo, in un continuo dispiegamento esistenziale.
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