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News Archivi - SicilyandSicilians 3.0

Palermo, cultura, arte e tradizione e tanto Genio!

PALERMO TERZO FESTIVAL GENIO

Culture, arti, tradizioni, miti e leggende… Arriva la terza edizione del Genio di Palermo: un vero e proprio viaggio all’interno della genialità palermitana dove tutto è possibile!

Il Genio di Palermo è simbolo di arte, talento, creatività e ingegno. Nel corso dei secoli si è incarnato in tutti gli aspetti della vita umana: dall’architettura più antica all’arte, dalla ricerca botanica alla tradizione… con questo nuovo festival vogliamo celebrarlo ancora e ancora.

Se è possibile, diciamo che è il santo patrono della città di Palermo, meno conosciuto della “Santuzza” Rosalia ma certamente molto amato e celebrato in città.

Per questa terza edizione il festival si svolge nel capoluogo siciliano per tre settimane consecutive dal 19 aprile al 5 maggio 2024 con:

  • più di 15 luoghi coinvolti;
  • ha organizzato 25 esperienze eccezionali per scoprire il Genio;
  • e ha proposto più di 10 passeggiate uniche per la città.

Solo arte e cultura? Certo che no… ci saranno altre cose interessanti:

  • una caccia al tesoro culturale per conoscere aree e percorsi nascosti della città;
  • un’anteprima del 400° anniversario del Festino;
  • tanti laboratori e dibattiti sul tema “Ho scelto il Sud” con il programma dedicato a tutti gli innovatori che sono tornati a lavorare e a investire tempo ed energie nella nostra terra.

palermo e il suo genio festival

Come si partecipa?

I biglietti devono essere acquistati online sul sito delle Vie dei Tesori o presso la sede della Fondazione.

Con questi sarete in grado di vivere le diverse esperienze e di fare le diverse attività culturali a Palermo

Palazzi, castelli, giardini saranno aperti al pubblico… Vivete esperienze alchemiche e olfattive, giocate e sfidate Il Genio! Ci vediamo lì!!!!

La Pasqua in Sicilia: tra tradizione e riti leggendari

PASQUA IN SICILIA

La Pasqua in Sicilia è una festa ricca di tradizioni millenarie che mescolano elementi religiosi e folcloristici. Da Trapani, con la processione dei Misteri,  a Prizzi, con il Ballo dei Diavoli, ogni evento offre uno spettacolo unico e coinvolgente che rappresenta la ricchezza culturale dell’isola. Scopriamo insieme alcune delle manifestazioni che rendono la Pasqua  siciliana un’esperienza indimenticabile.

La Pasqua Siciliana

I rituali della Pasqua in Sicilia vanno dalla Domenica delle Palme fino al Venerdì Santo e alla Domenica di Resurrezione. Rappresentano una sequenza narrativa della commemorazione religiosa cristiana, ma anche un richiamo a una ritualità simbolica precristiana. Qui la Pasqua è sintesi di rinnovamento, di transito: da una fase di morte della Natura (l’inverno) a una fase di vita e di risveglio (la primavera); un passaggio che, già in ottica pagana si esplicitava con la morte e la rinascita delle divinità.

Moltissime sono le manifestazioni durante il periodo pasquale in tutto il territorio siciliano; ve ne proponiamo alcune che sicuramente susciteranno il vostro interesse.

Trapani, la processione dei Misteri

Post Pasqua sicilia 2024 la processione dei misteri di Trapani

È un antico rito religioso cristiano che si tiene da oltre 400 anni. Questo evento è celebre per essere la più lunga manifestazione religiosa italiana, in quanto si svolge per 24 ore consecutive dal pomeriggio del Venerdì Santo fino al Sabato. I Misteri, venti rappresentazioni artistiche della morte e della passione di Cristo, vengono portati lungo le strade della città dai fedeli con un particolare movimento ondulatorio chiamato “annacata“, simile a una culla che dondola. Ogni gruppo è accompagnato da una banda musicale che esegue marce funebri in onore della morte e della passione di Cristo.

I Misteri sono custoditi nella settecentesca chiesa barocca delle Anime Sante del Purgatorio, da dove ha inizio la processione nel pomeriggio del Venerdì Santo, precisamente alle 14:00. Dopo aver percorso le strade della città e trascorso un’intera notte, il lungo corteo si conclude sempre nella Chiesa del Purgatorio intorno alle ore 14:00 del Sabato Santo.

Erice, I Misteri del Venerdì Santo

I Misteri del Venerdì Santo ad Erice

Un rito cristiano storico, seppur meno ampio e rinomato rispetto alla vicina Trapani. Tuttavia, la processione è altrettanto affascinante e ricca di significato, avvolta nei silenzi e nelle luci del borgo che le trasmettono un forte senso di raccoglimento.

I sette gruppi rappresentano i momenti della passione di Cristo e il corteo religioso ha inizio alle 14:30 dalla chiesa di San Giuliano; attraversa le strade selciate del paese in un’atmosfera raccolta, accompagnato dalle preghiere dei fedeli, per fare ritorno alle 20:00 circa.

A differenza dei Misteri di Trapani, non c’è il caratteristico movimento ondulatorio “annacata” accompagnato dalla musica della banda, principalmente a causa delle ripide salite delle vie di Erice, che rendono il trasporto più faticoso e difficile. I Misteri vengono portati a spalla lungo le viuzze acciottolate del borgo e durante le soste sono appoggiati su forcelle che aiutano i portatori lungo il percorso sul basolato.

Il leggendario Ballo dei Diavoli

Il ballo dei diavoli

In questa festa tipica della tradizione folcloristica – religiosa, i protagonisti sono la Morte con i Diavoli e la Vita con gli Angeli. La celebrazione si tiene ogni anno a Prizzi, piccolo paesino siciliano in provincia di Palermo. Questa celebrazione è una chiara rappresentazione dell’eterna lotta tra il bene e il male.

Durante la Domenica di Resurrezione, si svolgono due processioni, ai due capi della strada centrale: quella con la statua dell’Addolorata e quella con Gesù Cristo. Da una parte, abbiamo la Morte con i Diavoli; dall’altra, due angeli con la spada in mano. Al momento esatto dell’incontro tra la Madonna e Cristo, compaiono i due diavoli, che indossano tute rosse e maschere di latta, insieme alla Morte, che indossa un costume giallo, una maschera di cuoio dal ghigno infernale e tiene in mano una balestra. I diavoli cominciano ad agitarsi correndo da una statua all’altra, seguendo precise sequenze ritmiche, cercando in tutti i modi di impedire il tentativo di incontro tra la Madre e il Figlio. Questa “danza” è detta “abballu di li diavuli” (il ballo dei diavoli) e viene interrotta dal suono delle campane a festa e dall’intervento degli angeli che, con la spada, colpiscono i diavoli. Una volta sconfitti, il Cristo risorto e la Madonna possono finalmente ricongiungersi e il bene trionfa sul male. L’invito è a raggiungere Prizzi almeno per una volta… è veramente una manifestazione da non perdere!

Quest’anno si aggiunge anche l’arte di Domenico Pellegrino che onererà questa celebrazione con tre opere artistiche nel suo classico stile delle luminarie; sono dei lavori in legno e smalto che saranno esposti sin dalla Domenica delle Palme e che rimarranno in mostra per tutto il periodo pasquale. Terminate le feste, saranno spostate nella sede Pro Loco dove rimarrano fruibili per tutto l’anno.

Piana degli Albanesi, la Pasqua bizantina

È un evento che conserva le tradizioni linguistiche, culturali e religiose dell’Albania da oltre 500 anni nelle zone dell’entroterra siciliano. Questa festività si distingue per il rito greco-bizantino. Le celebrazioni liturgiche sono principalmente condotte in lingua greca e si dà grande importanza agli usi e ai caratteristici costumi femminili.

Tra i momenti più significativi della Settimana Santa si includono la Resurrezione di Lazzaro (nel venerdì precedente la Domenica delle Palme), la Domenica delle Palme, il Giovedì Santo (con la lavanda dei piedi), il Venerdì Santo (caratterizzato dalle processioni suggestive accompagnate dai tipici canti funebri albanesi e da strumenti di legno di origine bizantina) e la Domenica di Pasqua, durante la quale si svolge un pittoresco corteo di donne vestite con gli abiti albanesi tipici del XIV secolo.

Enna, la Processione degli Incappucciati

La Processione degli Incappucciati ad Enna

Rappresenta il momento più suggestivo delle celebrazioni pasquali nel centro della Sicilia è ad Enna, specialmente nel Venerdì Santo. In questa solenne processione, tutte le confraternite si riuniscono nel Duomo, pronte a dare inizio al corteo funebre. Oltre 2000 confrati, vestiti con ampie tuniche e cappucci bianchi, precedono le vare del Cristo Morto e dell’Addolorata, creando un’impressionante processione.

Messina, la processione delle “Barette”

Sono un’altra celebrazione emblematica della Pasqua in Sicilia; questa processione liturgica si svolge nel pomeriggio del Venerdì Santo e ha origini che risalgono alla dominazione spagnola. Fu ideata come una Via Crucis cittadina, con un’immagine dell’Addolorata seguita da un simulacro raffigurante la bara del Cristo Morto. Da qui il nome “barette“. Attualmente, la processione delle Barette di Messina comprende 11 vare, conservate nella Chiesa dell’Oratorio della Pace, che rappresentano i momenti salienti della vita di Cristo, dall’Ultima Cena alla sua Morte.

Marsala, la Via Crucis vivente

Offre uno spettacolo unico durante le celebrazioni pasquali. Questo evento, caratterizzato da un’atmosfera molto teatrale, coinvolge sei gruppi di persone che rivisitano alcuni momenti della Via Crucis. Vestiti con costumi d’epoca e cappucci bianchi, i partecipanti recitano a viso scoperto, tranne quelli che interpretano il Cristo, coperti da maschere tranne quando sono con gli apostoli e in croce. La processione è preceduta da un trombettiere e un tamburino che attirano l’attenzione degli spettatori, seguiti da bambini e ragazze in abiti tradizionali. La presenza di personaggi viventi rende l’evento particolare e suggestivo, offrendo una rappresentazione viva della Via Crucis.

San Fratello (Messina), la Festa dei Giudei

Risalente al Medioevo, è una celebrazione religiosa che si svolge durante la Settimana Santa. Gli abitanti del paese indossano le vesti del Giudeo, con giubba e calzoni rossi, percorrendo le strade in una manifestazione suggestiva che commemora il flagellatore che ferì Cristo al costato.

Caltanissetta, la processione della Real Maestranza e delle Varicedde

La Processione della Real Maestranza e delle Varicedde di Caltanissetta

La Real Maestranza di Caltanissetta è un rito che si svolge nella mattina del Mercoledì Santo e ha origini risalenti al 1551. Questa celebrazione trae il suo nome dall’antica usanza di salutare l’ostensorio sparando a salve con gli archibugi, dopo le 40 ore di adorazione del Santissimo Sacramento. Attualmente, la festa ruota attorno alla figura del Capitano, scelto annualmente da diverse categorie di artigiani, che riceve privilegi come la consegna delle Chiavi della città e la nomina a Cavaliere della Repubblica. Al tramonto, ha luogo la processione delle Varicedde, 19 piccoli simulacri che rappresentano le Vare. Questi gruppi, accompagnati da una banda, percorrono le strade sino alla “Desolata“, il culmine della processione, dove avviene la separazione delle Vare prima che vengano custodite per l’anno successivo.

Modica, la Madonna Vasa-Vasa

E’ una festa che si tiene la Domenica di Pasqua. Il momento più suggestivo è il “bacio di Mezzogiorno” davanti alla Chiesa di Santa Maria di Betlemme, dove la Madonna e il Cristo Risorto si incontrano.

Ferla (Siracusa), la Sciaccariata

la scacciariata di ferla

La “Sciaccariata” di Ferla si tiene il Sabato Santo nella provincia di Siracusa; poco prima della mezzanotte, il Gesù Risorto viene portato in spalla attraverso le strette vie del paese, illuminate da fiaccole accese, chiamate “sciaccarre“, che illuminano il percorso e creano un’atmosfera unica e coinvolgente. La Sciaccariata rappresenta un’esperienza straordinaria per chi desidera vivere la Pasqua in Sicilia in modo autentico e ricco di tradizioni.

Partinico (Palermo), il borgo dei Parrini

Situato nel comune di Partinico, provincia di Palermo, è noto come il borgo più piccolo d’Europa, ospitando soltanto 20 abitanti che sono monaci. Esplorare questo borgo è come fare un viaggio nel tempo, immersi in un museo a cielo aperto.

Fondata nel XVII secolo dai Gesuiti, il Borgo dei Parrini deve il suo nome a questo ordine sacerdotale. Le sue strutture architettoniche risalgono al 1700 e includono torrette di avvistamento, magazzini, case e una piccola chiesa dedicata a Maria Santissima del Rosario. La storia di questo luogo è un mix affascinante tra sacro e profano.

Negli ultimi tempi, il Borgo dei Parrini è stato rivalutato con murales sulle facciate delle case, trasformando il borgo in un vero e proprio museo a cielo aperto. Questa iniziativa ha attirato l’attenzione di numerosi turisti, anche se il borgo rimane abitato solo dai monaci. Borgo dei Parrini è dunque un luogo straordinario da visitare, dove la storia e l’arte si fondono in un’atmosfera unica.

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Queste sono le tradizioni sulla Pasqua in Sicilia: la nostra isola non smette mai di stupire, tra curiosità e tradizioni! Approfittiamo dell’occasione, per farvi gli auguri di una serena e felice Pasqua!

Il Festino di Santa Rosalia: la Patrona di Palermo

palermo santa rosalia festino

Avete mai conosciuto una Rosalia trentina? O romana? Beh, credo di no….a meno che non abbiate nonni e/o genitori siciliani, credo che sia veramente impossibile!

In Sicilia, invece, e soprattutto a Palermo, ci sono molte Rosalia, così chiamate in onore della Santa Patrona della città: Santa Rosalia… Santa Rusulia per i palermitani!

palermo santa rosalia festino

La storia della piccola Rosalia è ricca e alquanto interessante, tanto quanto quella di Sant’Agata, la patrona di Catania di cui abbiamo già parlato sul nostro sito. E’ identico l’affetto che tutta la cittadinanza ha nei confronti della Santa Patrona, che viene dimostrato ogni anno, in piena estate, durante il festino del 14 luglio (“u fistinu”) .

La storia di Santa Rosalia

Le informazioni storiche su Santa Rosalia sono piuttosto scarse e gran parte di ciò che si conosce su di lei è tramandato attraverso la tradizione orale e la leggenda.

Santa Rosalia nasce nel 1130, a Palermo, in una nobile famiglia dal cognome altisonante, “Sinibaldi”. Morì giovanissima, sempre a Palermo, in una grotta del Monte Pellegrino, il monte che sovrasta la città, dove si era ritirata per un pellegrinaggio e dove oggi sorge il santuario dedicato alla Santa. Era poco più che 26enne. Si dice che durante la sua vita in eremitaggio abbia sperimentato visioni divine e compiuto miracoli. Ma fu solo nel 1624 che divenne patrona di Palermo, scalzando le precedenti sante della città (Sant’Oliva, Santa Cristina, Santa Ninfa e  la stessa Sant’Agata). I palermitani avevano deciso che era stata lei a salvarli dalla peste. Si narra, infatti, che durante l’epidemia, Santa Rosalia apparve in sogno ad un cacciatore di nome Vincenzo Bonello e gli diede chiare indicazioni sul luogo esatto dove avrebbe potuto trovare i resti del suo corpo nascosti proprio a Monte Pellegrino. Non appena ritrovate le sacre reliquie,  queste vennero portate in processione per Palermo e, urlando al miracolo, la peste fu sconfitta. Questo evento fu interpretato come un miracolo attribuito all’intercessione di Santa Rosalia.

 

palermo santa rosalia

Dopo il miracolo della pestilenza, Santa Rosalia divenne rapidamente oggetto di devozione popolare a Palermo. Il suo santuario, costruito sulla montagna dove visse in eremitaggio, divenne un importante luogo di pellegrinaggio. Oggi, il santuario di Santa Rosalia su Monte Pellegrino è uno dei principali luoghi di culto e attrazione turistica della città. Nel 1630, Santa Rosalia fu proclamata patrona di Palermo e la sua festa, il Festino, fu istituita per celebrarne l’anniversario. Da allora, il Festino di Santa Rosalia è diventato una delle feste più importanti e amate della città, coinvolgendo l’intera comunità e richiamando visitatori da tutto il mondo.

Le reliquie della Santa sono conservate in una bellissima urna d’argento, che si trova nella Cattedrale di Palermo.

palermo santa rosalia festino

U fistinu (il festino di Santa Rosalia a Palermo)

Quest’anno è un anno importantissimo per Palermo, infatti ricorre il quattrocentesimo anniversario del Festino di Santa Rosalia: sarà una celebrazione di arte, cultura e devozione

Questa celebrazione unica e affascinante non solo onora la Patrona della città, ma incarna anche secoli di tradizione, arte e devozione che hanno plasmato l’identità culturale della città se non della regione tutta. Il Festino di Santa Rosalia ha le sue radici proprio nel lontano 1624, quando Palermo colpita dalla peste riusci a sollevarsi dalla piaga proprio grazie all’intercessione della Santa che abbiamo appena detto.

In segno di gratitudine e devozione, i palermitani istituirono il Festino di Santa Rosalia, una festa che si tiene ogni anno il 14 e il 15 luglio per onorare la Santa e ringraziarla per la sua protezione.

Il Festino è una festa straordinaria che coinvolge l’intera comunità palermitana e richiama visitatori da tutto il mondo. Le celebrazioni durano due giorni intensi e coinvolgono una serie di eventi, processioni, concerti, spettacoli teatrali e fuochi d’artificio.

La processione è il momento culminante del Festino, durante il quale la statua di Santa Rosalia viene portata in giro per la città su un sontuoso carro trainato dagli uomini. Le strade si riempiono di colori, suoni e profumi, mentre i devoti seguono la processione, pregano e offrono doni alla Santa.

Durante la festa, le strade e le piazze di Palermo si animano con bancarelle di cibo tradizionale siciliano, artigianato locale e spettacoli folkloristici. È un’occasione unica per immergersi nella cultura siciliana, assaporare le prelibatezze culinarie e ammirare l’artigianato tradizionale. Quest’anno il festino sarà ancora più sfarzoso.

Nei mesi precedenti il calendario di eventi sarà fitto, si svolgeranno numerosi eventi culturali, tra cui concerti di musica classica e contemporanea, spettacoli teatrali, mostre d’arte e proiezioni cinematografiche.

Si inizia già il 22 marzo 2024 con l’inaugurazione di una mostra dedicata alla Santa “Quattrocento Rosalia” a Palazzo Branciforte, in Piazza Gae Aulenti 2 a Palermo, voluta da Fondazione Sicilia.

Tornando al Festino, nel dettaglio, ogni anno, si ripete la tradizione. Durante il festino, la processione viene ripetuta e sono tantissimi i palermitani di ogni fascia sociale che seguono la Santuzza (altro nome con cui affettuosamente viene chiamata la Santa). La processione inizia a piazza Vittoria (dove vi sono i giardini del Palazzo reale) e prosegue con la “scinnuta”, ossia la discesa per tutto il corso principale della città, via Vittorio Emanuele, fino ad arrivare al mare. Normalmente Santa Rosalia è portata sull’ultimo di una lunga fila di carri e preceduta dalla banda musicale. Durante la processione vi sono delle tappe importanti. Infatti, i carri sostano in prossimità della Cattedrale di Palermo e di nuovo all’incrocio tra via Maqueda e via Vittorio Emanuele (i Quattro Canti). E’ proprio durante questa sosta che per tradizione il Sindaco di Palermo sale sul carro della Santa e rivolge il proprio augurio ai palermitani “Viva Palermo e Santa Rusulia!”

 

La processione prosegue fino al mare,  passa per Porta Felice e prosegue per il lungomare del Foro Italico, fino a fermarsi all’altezza di piazza Kalsa; lì hanno inizio i giochi pirotecnici; il festino di Santa Rosalia infatti è apprezzato in tutto il mondo anche per la magia dei giochi di fuoco che si svolgono praticamente in mare.

L’appuntamento è il 14 luglio, non dimenticatevi macchina fotografica, acqua, scarpe comode e un ventaglio per le donne. Il festino di Santa Rosalia è uno spettacolo da non perdere! Rimanete aggiornati sul nostro sito per altre curiosità e notizie inedite sulla Sicilia!

AAA Junior project manager culturale

ricerca personale palermo

Siamo alla ricerca di una nuova risorsa che col tempo possa diventare responsabile del progetto con il ruolo di project manager in ambito culturale.

SICILY & SICILIANS 3.0 – il progetto

Dopo le prima attività e il successo della prima edizione, lanciamo una seconda configurazione del progetto, più contemporanea e innovativa. Un collettivo di artisti siciliani che diffondano cultura e valori siciliani attraverso le proprie opere che potranno essere realizzate ed allestite presso il nuovo spazio di Palermo, “Putia Lab”.

Putia Lab sarà appunto una nuova fucina artistica, un laboratorio, una galleria e un salotto per i nostri appassionati in cui le opere potranno essere realizzate e sopratutto esposte. Per la sua realizzazione abbiamo recentemente lanciato una campagna di crowdfunding che sta riscuotendo un buon successo.

LA PERSONA CHE CERCHIAMO

Un/a giovane super appassionata e che abbia veramente voglia di formarsi, crescere e diventare il project manager di tutto il progetto.

In maniera progressiva, si andrà ad occupare full time di:

  • coordinamento gestionale del progetto;
  • organizzazione generale dello spazio artistico culturale: sviluppo e attuazione piano operativo, sviluppo e attuazione piano di comunicazione, campagna promozionale, gestione rapporti con i partner e con gli enti, coordinamento in loco delle risorse degli eventi , ricerca partner;
  • bandi e contratti delle procedure di evidenza pubblica e concorsuali per la realizzazione del progetto assegnato.

I REQUISITI ESSENZIALI, SKILLS E ABILITA’ NECESSARIE

Il candidato perfetto? Una risorsa visionaria, motivata, energica e allo stesso tempo organizzata e responsabile dei propri task, scadenze e obiettivi che possa diventare sempre più autunomo e socio della nostra realtà.

NON cerchiamo un “segretario” o una figura che si veda come un semplice impiegato; non funzioneremmo!

Per poter presentare la domanda i candidati dovranno possedere i seguenti requisiti:

  • esperienza professionale documentabile di almeno 6 mesi in progetti dinamici e complessi nelle attività di gestione e di organizzazione di piccoli/grandi eventi e progetti di aziende pubbliche o private, ovvero nell’esercizio della propria professione (ancora meglio se in ambito artistico/culturale); (sappiamo di essere ottimi formatori ma devono esserci solide basi!);
  • eccellente padronanza della lingua italiana (scritta e orale) (viene testata durante i colloqui);
  • massima familiarità e conoscenza degli strumenti di pubblicazione digitale, capacità editoriali, inclusi copywriting e editing (non deve essere necessariamente “innamorato” di social ma deve conoscerli molto bene! Se poi ha il piacere di “andare in video” è un plus!) viene testata durante l’iter);
  • una base di conoscenza di WordPress o di altro CMS;
  • capacità di organizzare, assegnare e assegnarsi priorità e gestire con successo i task con scadenze rigorose; (il problem solving è il nostro pane quotidiano!)
  • buone capacità di comunicazione, collaborazione e pianificazione con meticolosa attenzione ai dettagli.

Potrebbero essere un plus (ma non è per nulla detto….)

  • domicilio a Palermo (anche se lavoreremo tanto on line!);
  • buona padronanza della lingua inglese (scritta e orale);
  • diploma di laurea di secondo livello conseguito presso università Italiane o titolo di studio conseguito all’estero e riconosciuto equipollente in base ad accordi internazionali in materie di ingegneria gestionale, management aziendale, marketing, giuridiche, sociali o economiche, artistiche, gestione beni culturali;
  • capacità di marketing operativo digitale (incluse creazione, implementazione e monitoraggio di strategie sui social media);
  • capacità di base di grafica e videomaking.

 

COSA OFFRIAMO

  • Siamo una piccolissima realtà ma siamo ben organizzati e strutturati quindi offriamo una super esperienza formativa ai massimi livelli di managerialità, avrai un’opportunità senza pari per accelerare il tuo apprendimento e le tue esperienze (non c’è mai un giorno di lavoro simile all’altro e lavoriamo su diversi progetti contemporaneamente);
  • all’interno degli impegni presi, delle scadenze fissate e dei piani condivisi, lasciamo molta autonomia e libero sfogo alla tua creatività e inventiva;
  • flessibilità e fiducia; sin dal primo giorno sarai operativo e avrai piena fiducia; il supporto e il rispetto reciproco sono fondamentali ma la struttura è assolutamente orizzontale!
  • stimoli continui: eventi, paper, corsi, conferenze … ogni giorno tutti dobbiamo imparare cose nuove e possiamo migliorare il nostro operato;
  • lavoro da remoto: parte del lavoro si svolge a distanza; se hai una buona connessione e riesci a farlo potrai lavorare anche in spiaggia!
  • orario flessibile; il nostro orario normale è dalle 9 alle 19 ma nessuno “timbra il cartellino”; quindi tolti gli appuntamenti e i coordinamenti con i colleghi ognuno può gestire i propri task in piena autonomia purchè tu rispetti TUTTE le scadenze e gli impegni suddetti.

CONTRATTO e COMPENSATION

Ripetiamo non cerchiamo affatto un impiegato… rischierebbe di rimanere molto scontento! La compensantion avrà una componente fissa ma soprattutto un’ampia parte (la gran parte) collegata al raggiungimento dei risultati condivisi, definiti e formalizzati. Rimborsi, compenso fisso, commissioni e bonus saranno definiti con il candidato in funzione del proprio profilo professionale; inizialmente si tratterà sicuramente di una collaborazione temporanea a progetto (per cui è preferibile possedere la partita IVA).

Per candidarsi compilare il form sottostante; per il resto, siamo a vostra disposizione! Per ulteriori informazioni scrivere a info@sicilyandsicilians.com

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Siamo a vostra disposizione! Per informazioni scrivere a info@sicilyandsicilians.com

Viaggio a Trapani e Agrigento: arte, buon cibo e cultura!

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Viaggio a Trapani e Agrigento: vacanze indimenticabili!

Stai organizzando un viaggio a Trapani e Agrigento e vuoi sapere quali sono i luoghi artistici e culturali da non perdersi, quali sono le spiagge più belle e quali squisitezze assaggiare?! Questo è l’articolo che fa per te!

Trapani è un comune italiano, capoluogo della provincia omonima in Sicilia, che conta circa 70.000 abitanti. Questa città è conosciuta come Città del Sale e della Vela, poichè storicamente è famosa per le attività legate all’estrazione e al commercio del sale. Trapani si trova infatti in una posizione strategica, proiettata sul Mediterraneo, e vi è anche un porto, antico sbocco commerciale per Eryx (l’odierna Erice). L’economia cittadina si basa sulla pesca (anticamente quella del tonno rosso), sull’estrazione ed esportazione del marmo e sulle attività legate al commercio e al turismo. Le meravigliose spiagge di questa zona infatti la rendono adatta alle vacanze estive e in questo articolo scoprirete insieme a noi cosa non perdervi se state organizzando un viaggio a Trapani e Agrigento.

Di seguito vi presentiamo alcuni dei luoghi artistici più importanti di Trapani e Agrigento. Esplorando queste città, avrai l’opportunità di immergerti nella storia, nell’arte e nella cultura affascinante della Sicilia.

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Arte contemporanea a Trapani

Il centro storico di Trapani è un vero e proprio museo a cielo aperto, con le sue stradine pittoresche, le chiese barocche e gli edifici storici. Passeggiando per le vie del centro, potrai ammirare il caratteristico stile architettonico siciliano e scoprire gioielli come la Chiesa del Purgatorio, la Chiesa di Sant’Agostino e la Cattedrale di San Lorenzo.

Inoltre, situato nel Palazzo della Vicaria, il Museo Regionale Pepoli è dedicato all’arte e alla storia di Trapani e della regione circostante. La collezione del museo include dipinti, sculture, oggetti d’arte sacra e testimonianze archeologiche, offrendo una panoramica completa della cultura locale.

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Arte contemporanea ad Agrigento

La Valle dei Templi è uno dei siti archeologici più famosi al mondo e un patrimonio dell’UNESCO. Questo straordinario complesso archeologico ospita i resti di antichi templi greci, come il Tempio di Concordia, il Tempio di Ercole e il Tempio di Giove Olimpico.

Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento è il luogo ideale per approfondire la conoscenza della storia e dell’arte dell’antica Agrigento. Qui potrai ammirare una vasta collezione di reperti, tra cui sculture, ceramiche, monete e gioielli, che raccontano la vita quotidiana e l’arte dei greci e dei romani che abitavano la regione.

Situato sul colle di San Nicola, il Teatro Greco di Agrigento è un antico teatro risalente al IV secolo a.C. Nonostante le rovine, è ancora possibile immaginare l’atmosfera degli spettacoli teatrali dell’epoca. Oltre alla sua importanza storica, il teatro offre anche una vista panoramica spettacolare sulla Valle dei Templi e sul mare sottostante.

La Chiesa di San Nicola è un’imponente chiesa medievale situata nel centro storico di Agrigento. All’interno, si possono ammirare affreschi, sculture e opere d’arte sacra che testimoniano il passato religioso della città.

viaggio a trapani e Agrigento

Le spiagge da non perdersi durante il vostro viaggio a Trapani e ad Agrigento

La Sicilia, con la sua costa mozzafiato e le acque cristalline, è una meta perfetta per le vacanze estive dei giovani in cerca di relax e divertimento. Nell’area di Trapani e Agrigento, si trovano alcune delle spiagge più incantevoli dell’isola, che offrono panorami mozzafiato, sabbia dorata e una vasta gamma di attività per i visitatori. In questo articolo, esploreremo le spiagge più belle di questa regione, offrendo consigli su dove trascorrere giornate al sole e godersi il mare.

viaggio a trapani e Agrigento

  1. Spiaggia di San Vito Lo Capo (Trapani): situata nella splendida località di San Vito Lo Capo, questa spiaggia è una delle più famose della Sicilia e per una buona ragione. Con la sua sabbia finissima, le acque turchesi e il paesaggio circostante dominato dal maestoso monte Cofano, questa spiaggia incanta i visitatori con la sua bellezza mozzafiato. È perfetta per gli amanti del nuoto, dello snorkeling e degli sport acquatici. Inoltre, la spiaggia ospita numerosi bar, ristoranti e locali notturni che rendono l’atmosfera vibrante, soprattutto durante l’estate.
  2. Scala dei Turchi (Agrigento): situata vicino alla città di Agrigento, la Scala dei Turchi è un’imponente formazione rocciosa che si affaccia sul mare. Questa spiaggia unica è caratterizzata da grandi scogli bianchi a gradoni che sembrano una scalinata, da cui prende il nome. È una vera meraviglia naturale che attira visitatori da tutto il mondo. Qui è possibile rilassarsi sulla sabbia dorata, fare passeggiate lungo la spiaggia e ammirare il contrasto tra il bianco delle rocce e il blu intenso del mare. La Scala dei Turchi è anche famosa per i suoi spettacolari tramonti, che creano un’atmosfera romantica e suggestiva.
  3. Spiaggia di Marinella di Selinunte (Trapani):s nei pressi del sito archeologico di Selinunte, la spiaggia di Marinella è un vero gioiello nascosto. Con il suo arenile dorato e le acque cristalline, questa spiaggia offre un’esperienza di relax e tranquillità lontano dalle folle. È l’ideale per coloro che cercano una spiaggia più intima e isolata. Dopo una giornata al sole, i visitatori possono esplorare il sito archeologico di Selinunte, che ospita i resti di antichi templi e rovine affascinanti.
  4. Spiaggia di Scala dei Turchi (Trapani): non confondetela con l’omonima spiaggia di Agrigento, questa Scala dei Turchi si trova nel territorio di Realmonte, nella provincia di Agrigento. Questa spiaggia incantevole è famosa per le sue rocce bianche che formano una sorta di scalinata naturale verso il mare. Gli amanti della fotografia troveranno qui un vero paradiso, grazie alla bellezza suggestiva del paesaggio. Durante la bassa marea, è possibile passeggiare sulle rocce e ammirare la vista panoramica sulla costa circostante.
  5. Spiaggia di Torre Salsa (Agrigento): Situata all’interno della Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa, questa spiaggia incontaminata è ideale per gli amanti della natura e delle lunghe passeggiate sulla spiaggia. Con le sue dune di sabbia, la vegetazione mediterranea e le acque cristalline, offre un ambiente selvaggio e incontaminato. La spiaggia è gestita dal WWF e preservata per proteggere la flora e la fauna locali. È possibile fare escursioni nella riserva e ammirare la ricca biodiversità che caratterizza questa zona.

viaggio a trapani e Agrigento

Trapani e ad Agrigento vantano alcune delle spiagge più belle della Sicilia, che offrono una varietà di esperienze indimenticabili per i giovani in cerca di avventure balneari. Dalle famose spiagge di San Vito Lo Capo e Scala dei Turchi alle gemme nascoste come Marinella di Selinunte e Torre Salsa, queste destinazioni promettono panorami spettacolari, acque cristalline e un’atmosfera vibrante. Che tu sia alla ricerca di sport acquatici, relax o escursioni naturalistiche, l’area di Trapani e Agrigento sarà in grado di soddisfare tutte le tue aspettative per una vacanza indimenticabile al mare.

Le bontà culinarie da non perdersi a Trapani e Agrigento

Trapani e Agrigento sono rinomate anche per la loro deliziosa cucina. Ecco alcune ricette tipiche della zona e alcuni posti dove poter gustare piatti autentici:
  trapani e Agrigento

Ricette tipiche:

  1. Couscous di pesce: il couscous di pesce è uno dei piatti più emblematici della cucina siciliana. A Trapani, puoi assaggiare una versione autentica di questa prelibatezza a base di semola di grano duro, pesce fresco (come gamberi, calamari e pesce spada), pomodori, cipolle, spezie e prezzemolo. È un’esplosione di sapori mediterranei che sicuramente ti lascerà soddisfatto.
  2. Busiate trapanesi: le busiate trapanesi sono una tipica pasta fresca siciliana a forma di riccioli. Solitamente, vengono accompagnate da un sugo di pomodoro, ricotta salata grattugiata e basilico fresco. Questo piatto semplice ma delizioso rappresenta perfettamente la tradizione culinaria di Trapani.
  3. Arancini: gli arancini sono una specialità siciliana amata da tutti. Sono palline di riso ripiene con ragù di carne, piselli, formaggio e mozzarella, successivamente impanate e fritte. Puoi trovare arancini in vari posti, tra cui rosticcerie, panifici e ristoranti. Sono uno spuntino perfetto da gustare durante una giornata in spiaggia.
  4. I cannoli di Dattilo: poco prima dell’uscita per trapani ve         nendo da Palermo trovi un posto che si chiama Dattilo, cerca lì i cannoli. Prendetene uno per due persone perchè rimarrete shoccati dalle misure!

trapani e Agrigento

Vi è piaciuto questo articolo?! Fateci sapere come sono andate le vostre vacanze, dove avete alloggiato e cosa avete mangiato di buono! Volete cogliere l’occasione per visitare Palermo? Ecco il nostro articolo sull’arte contemporanea palermitana! La Sicilia è magica, siamo certi che non ve ne pentirete!!!

Call per grafici e illustratori: Mostrami 4 Valigia dell’attore

call per grafici e illustratori mostrami 4 valigia

C’è una nuova opportunità: una call per giovani illustratori e grafici promossa da Mostrami in collaborazione con l’accademia di spettacolo La Valigia dell’attore che gestisce una scuola con sede a Palermo di talenti del cinema, del teatro, del canto e del musical. L’obiettivo è creare una grafica che racconti i valori dell’accademia e ne rappresenti la storia e il futuro.

La scuola si basa su valori di professionalità, impegno, confronto e condivisione, che dovranno essere declinati nella nuova rappresentazione visiva. Non perdere l’occasione di dimostrare il tuo talento e di collaborare con un’associazione no profit che è attiva con produzioni nazionali e internazionali!

 

I DESTINATARI DELLA CALL

La call è aperta a tutti i  grafici e illustratori residenti in Italia, senza limiti di età.

call per grafici e illustratori mostrami

IL TEMA

L’accademia di spettacolo “La Valigia dell’attore da Palermo a Roma” è stata fondata due anni fa dall’attore e regista teatrale Ugo Bentivegna con l’obiettivo di condividere la sua esperienza ventennale attraverso l’insegnamento della recitazione e la specializzazione in tutte le discipline dello spettacolo per bambini, ragazzi e adulti. La scuola offre lezioni di dizione, canto, danza e movimento scenico e si concentra sull’esplorazione e la gestione dell’individuo in un clima di relazione, fiducia, ascolto e condivisione, con l’obiettivo di essere il più inclusiva possibile.

Questa call in collaborazione con Mostrami invita i giovani grafici e illustratori ad analizzare e comprendere a fondo i valori e il mondo della scuola palermitana e di declinarli artisticamente in una grafica o illustrazione del nuovo logo dell’organizzazione che verrà utilizzato in tutta la comunicazione digitale e off line.

Per quanto riguarda i colori prevalenti, ad oggi tanto uso del bordeaux (#3D3D3D) un ricorso all’arancione  (#FF7000), il bianco e le tonalità di grigio (#323232; #828282; #C8C8C8; #F0F0F0). Questi sono dunque i colori ad oggi spesso utilizzati; potrete certamente usare altri colori e gradienti ma l’invito è a non eccedere 🙂

Questo il logo che fino ad oggi ha caratterizzato la scuola:

call per grafici e illustratori - logo valigia dell'attore

I PREMI

Il vincitore del concorso riceverà un premio in denaro di €300 lordi + un buono (personale o da regalare) per un corso di tre mesi in accademia. Altre due grafiche/illustrazioni saranno premiate con un buono sempre per lo stesso corso di tre mesi attivabile entro il 30/09/2023.

 

IL REGOLAMENTO

Per partecipare al concorso, è necessario iscriversi alla mailing list dedicata tramite il modulo sottostante. Dopo l’iscrizione, verranno fornite le istruzioni per la candidatura, tra cui il modulo da compilare con i dati biografici, l’immagine dell’opera candidata (o di più opere) e una breve descrizione del progetto inerente al tema del concorso (minimo 200 caratteri).

La partecipazione è gratuita e gli artisti possono presentare più di un progetto. Al vincitore sarà richiesto di fornire un file ad alta definizione (vettoriale) del progetto candidato.

A decretare i vincitori sarà una giuria composta dai docenti dell’Accademia, oltre al conteggio dei like raccolti su Instagram. Tutte le creatività candidate saranno infatti postate temporaneamente sul profilo Instagram di Mostrami e la graduatoria definitiva sarà determinata al 40% dai like ricevuti e al 60% dal team della scuola. Saranno poi i responsabili di Mostrami e il Direttore dell’Accademia, Ugo Bentivegna a definire le tre grafiche vincitrici.

 

LE SCADENZE

Il concorso si chiude il 24 maggio alle 23:59!

Vi arriverà una mail di conferma della candidatura, gli artisti vincitori saranno contattati direttamente attraverso email e alla fine del contest sarà pubblicato un post con l’esito!

 

Siamo a vostra disposizione! Per info o dubbi nel compilare il modulo di iscrizione, scrivere a info@mostra-mi.it

 

Cosa vi resta da fare? Correte al sito web dell’Accademia La Valigia dell’attore… e poi non vediamo l’ora di vedere i vostri lavori! In bocca al lupo!

ISCRIVITI ALLA MAILING LIST PER RICEVERE IL FORM DI PARTECIPAZIONE, ALLA CONFERMA DI ISCRIZIONE (QUINDI CONTROLLATE LA POSTA IN “SPAM” O “PROMOZIONI” PER RICERCAR ELA NOSTRA MAIL AUTOMATICA E RICONFERMATE L’ISCRIZIONE CON IL VOSTRO INDIRIZZO EMAIL, RICEVERETE IL LINK PER IL MODULO DI CANDIDATURA (COLORO CHE GIà RISULTANO ISCRITTI NEL NOSTRO DATABASE POTREBBERO RICEVERE UN MESSAGGIO DI ERRORE; VI BASTERà SCRIVERCI A INFO@MOSTRA-MI.IT E VI MANDEREMO TUTTO IL MATERIALE PER CANDIDARE IL VOSTRO LAVORO):

 

 

Giardini – Naxos, splendida meta turistica e balneare in Sicilia

collage giardini naxos

Oggi vi parleremo di Giardini – Naxos , una splendida meta turistica e balneare della Sicilia. Si trova in provincia di Messina ed è vicina a Taormina. Siamo sicuri che susciterà la vostra curiosità!

La città

Anticamente, la città si chiamava solo ”Giardini”. Il consiglio comunale, su proposta della Pro Loco, decise di aggiungervi ”Naxos”, perchè è stata la prima colonia greca in Sicilia. Nel 734, alcuni coloni calcidesi fondarono quello che è stato considerato per molto tempo il primo insediamento greco in Sicilia. Alla colonia venne attribuito il nome di Naxos, come l’omonima isola nel Mar Egeo. Sebbene fosse un centro di piccole dimensione, mantenne alto il suo valore simbolico: venne costruito un altare in onore di Apollo Archegetes ed era il punto di partenza degli ambasciatori greci quando facevano ritorno in madrepatria. A partire dall’800, si svilupparono, oltre alla pesca, attività legate all’agricoltura, specie di agrumi, alla lavorazione del ferro battuto e della ceramica. Culla di antiche civiltà mediterranee e meta turistica d’avanguardia del meridione d’Italia, la città di Giardini – Naxos possiede un’ampia zona archeologica con annesso il relativo museo.

La Grotta Azzurra

Il mare con le sue acque cristalline e pulite, lo splendido lungomare e la pulizia delle spiagge sono apprezzati da tutto il mondo. Di sera, quest’ultime diventano ancora più incantevoli grazie ad un impianto di illuminazione che ne risalta gli scogli, valorizzandone anche i punti più remoti dell’arenile. Al visitatore, pertanto, viene offerta un’atmosfera particolare, dove le luci della baia si riflettono sulla superficie dell’acqua. Famosissima e degna di nota è anche la Grotta Azzurra, dentro la quale si possono ammirare numerosi tipi di organismi marini, tra cui il falso corallo, le stelle marine e il parazoanthus, meglio conosciuta come la margherita di mare.

Festa della Madonna: S. Maria Raccomandata

Celebrata solennemente l’8 settembre, giorno della natività di Maria, la festa, tuttavia, si articola in più giornate. L’annuncio è dato il 25 agosto e nella novena dal 30 agosto al 7 settembre, in cui da alcuni anni si ricorda il legame della Raccomandata con i marinai. Il 7 settembre è il giorno dedicato alla discesa del simulacro sui binari, per essere intronizzata dopo l’accoglienza simbolica del parroco. L’offerta dei fiori e il bacio alla statua completano la cerimonia. L’8 settembre, infine, si esegue l’offerta del cero da parte del sindaco a nome della città e l’offerta dei doni da parte dei pescatori. Dopo la messa serale, segue l’uscita del simulacro ed inizia la processione per le vie del paese. Il saluto e la benedizione con la reliquia concludono la processione. Il 9 settembre la salita del simulacro all’altare maggiore, sede abituale della Raccomandata, conclude i festeggiamenti.

Qui potete trovare altre informazioni riguardanti questo piccolo angolo di paradiso siciliano.

Per altre curiosità, seguiteci sul nostro sito. Per rimanere aggiornati, iscrivetevi alla nostra newsletter!

Giardini – Naxos è un luogo meno conosciuto e un po’ nascosto, ma siamo sicuri che le sue bellezze faranno breccia nel vostro cuore.

RisuonaItalia a Palermo: l’evento musicale da non perdere!

Oggi vi vogliamo parlare di un bellissimo progetto musicale da non perdere… RisuonaItalia. Tante piazze, una sola comunità 2020!

RisuonaItalia. Tante piazze, una sola comunità” sarà una grande manifestazione promossa da ACRI, in occasione della Giornata europea delle fondazioni. Le voci e gli strumenti di tantissimi bambini riempiranno simultaneamente 50 piazze di tutta Italia per un evento all’insegna della musica e della condivisione. L’iniziativa vuole essere un’occasione per esortare a ripartire uniti e per ricordare la vitale importanza dei più piccoli all’interno della comunità. Da Torino a Palermo, la musica si trasforma nel mezzo per diffondere solidarietà e per contrastare il sempre più diffuso fenomeno della povertà scolastica. Per molti ragazzi la musica è un mezzo di riscatto e di opportunità di realizzare i propri sogni.

RisuonaItalia arriva a Palermo

Per l’occasione, lunedì 28 settembre 2020 alle ore 16:30 a Palazzo Branciforte di Palermo si riuniranno il coro della Comunità Educante Evoluta Zisa Danisinni, il coro di voci bianche del Teatro dei ragazzi e l’Orchestra Quattrocanti: tutti insieme eseguiranno l’Inno alla gioia e l’Appello dei diritti. Un’occasione di unità e collaborazione per le orchestre, i cori e tutta la comunità cittadina, con il contributo di Fondazione Sicilia e Con i Bambini.

Alle 11 del 1° ottobre 2020, gli scatti dell’esecuzione dell’Inno alla Gioia verranno condivisi in contemporanea da tutti i partecipanti dell’evento, grazie alla partnership di TGR Rai, mentre alle 17 sarà possibile vedere il video del concerto.

Palazzo Branciforte in musica

I ragazzi di Palermo avranno modo di esibirsi all’interno dello splendido Palazzo Branciforte, sede di Fondazione Sicilia: una scelta simbolica coerente con l’idea di portare i più piccoli al centro e di circondarli di bellezza, arte e cultura.

Il concerto

Oltre al famosissimo Inno alla Gioia ripreso da Beethoven – inno ufficiale della Comunità Europea – i ragazzi eseguiranno l’inno l’Appello dei diritti, scritto dal Centro Tau assieme a Rai Ragazzi con la collaborazione del Teatro Massimo di Palermo. La scelta dei due brani è rappresentativa del messaggio lanciato per l’evento: dare più ascolto ai giovani e ai più piccoli, dei quali troppo spesso vengono ignorati i diritti.

I cori e le orchestre

Il concerto è una grande occasione di collaborazione tra i ragazzi del coro della Comunità educante Zisa Danisinni, l’Orchestra e il coro Quattrocanti e infine il Coro e orchestra Teatro dei ragazzi.

Potete trovare maggiori informazioni sul sito di questa iniziativa musicale e sul sito di Fondazione Sicilia! Non perdetevi altre novità sul nostro sito. Iscrivetevi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati sugli eventi futuri in Sicilia!

Non mancate all’evento RisuonaItalia, vi aspettiamo a Palazzo Branciforte!

Una nuova Sicilia tra curiosità e iniziative

La Sicilia è terra di storia, cultura, arte e tradizione. I suoi paesaggi, i suoi colori e i suoi profumi sono invidiati in tutto il mondo. Ma una nuova Sicilia tra curiosità e iniziative è pronta ad accogliervi a braccia aperte! Oggi vi portiamo in viaggio tra le più bizzarre rarità della regione, per rivelarvi una Sicilia… inedita!

U Liotru – la mascotte di Catania

A Catania, in piazza Duomo, c’è una fontana a forma di elefante, gergalmente chiamato “U Liutru“. Secondo la leggenda, fu costruito per volere di Elidoro. Egli fu un nobile catanese che tentò invano di diventare vescovo. Si oppose al vescovo Leone II, che lo condannò al rogo. Accusato di stregoneria, cavalcava l’animale per spostarsi da Catania a Costantinopoli. La statua venne portata fuori dalle mura, affinché il popolo la dimenticasse, ma questa ha sempre goduto delle attenzioni e dell’affetto della popolazione. La realtà potrebbe rivelarsi meno fantastica: l’elefante sarebbe infatti lo gnomone della meridiana posta al centro della piazza, e il suo nome deriverebbe dalla contrazione di “eliotrico“, cioè misuratore del tempo. Goliardica l’usanza che c’era nei tempi andati: gli studenti all’inizio dell’anno scolastico lavavano l’animale a secchiate. Si soffermavano su una ben determinata e “riservata” parte anatomica del pachiderma, per ingraziarsi scaramanticamente il cielo e superare così gli studi.

RestArt – Villa Tasca e il mito di Prometeo

Diffondere bellezza e cultura. Due nuovi appuntamenti a settembre di RestArt, il festival artistico e culturale che ha incantato, a Palermo, oltre 15mila visitatori italiani e stranieri con “le notti della bellezza”. Riparte con nuovi eventi l’iniziativa degli Amici dei Musei Siciliani, iniziativa che prevede l’apertura di 25 luoghi della cultura per nove week end di luglio ed agosto. Si riparte dunque in due luoghi della cultura aperti dopo il lockdown, alla scoperta di suggestive atmosfere e storie antiche, ma dal fascino sempre attuale. Il primo appuntamento da segnare in agenda il 19 e 20 settembre 2020 per visitare il giardino e gli interni di Villa Tasca.

La Palazzina Cinese – una chicca orientale dentro Palermo

Realizzata a partire dal 1799, la Palazzina Cinese è uno degli edifici più originali e raffinati in Sicilia. E’ unico nel suo genere in tutta Europa! Lo stile eclettico di questa splendida costruzione unisce elementi orientaleggianti a riferimenti più tradizionali dello stile neoclassico. Decorazioni variopinte con gradazioni di giallo, rosso e grigio attribuiscono alla palazzina un’originalità estetica di incomparabile bellezza. La Palazzina Cinese contiene anche oggetti curiosi! All’interno della sala da pranzo, è presente un tavolo che permette di sollevare le portate dal piano inferiore per essere subito servite. Si tratta della Tavola Matematica. Visitare la Palazzina Cinese di Palermo significa quindi condurre un viaggio variegato e affascinante!

Trionfo della Morte- l’affresco che ha ispirato Picasso nella realizzazione di Guernica

Nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis, a Palermo, viene conservato il Trionfo della Morte, un affresco misterioso e unico. L’opera, di un autore sconosciuto, permette di fare un viaggio in un passato dalla potenza rappresentativa sconvolgente. Non c’è da stupirsi quindi se si dice che questa opera abbia ispirato Pablo Picasso nella realizzazione della sua celebre ‘Guernica’. Ad affermare questo curioso fatto è Renato Guttuso, pittore e politico italiano, il quale ci dice che fu Picasso stesso a dichiarare di essere stato colpito dal dipinto palermitano e ispirato nella realizzazione del suo capolavoro.  

Articolo scritto da Margherita, Mihaela

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Questi erano i tips & tricks e le curiosità per una Sicilia vista sotto nuova luce. Se siete appassionati di arte e mostre non perdetevi il nostro articolo sulle mostre di Palermo a settembre!

Il dizionario siculo – italiano

È risaputo che i siciliani amino il loro dialetto e lo custodiscono gelosamente. È per questo motivo che nasce questa rubrica, che abbiamo deciso di chiamare Il dizionario siculo – italiano.

Dialetto o lingua?

In ambito accademico, l’idioma della Sicilia viene spesso indicato come ”dialetto siciliano”, essendo classificabile come ”dialetto romanzo primario”. Altri studiosi, fra cui l’UNESCO, ritengono che il siciliano sia lontano dall’italiano tipico, tanto da essere considerato una lingua a parte. Infatti, il siciliano non deriva dall’italiano, ma dal latino volgare e costituì la prima lingua letteraria italiana nella Scuola Siciliana, già a partire dalla prima metà del XIII secolo.

Le caratteristiche del dialetto siciliano

Esistono molteplici varianti del dialetto siciliano. Infatti, all’interno di questo vi sono racchiusi termini di diversissima origine, derivanti dalle numerose contaminazioni subite dall’isola: arabe, francesi, spagnole, greche, latine. Forte è anche la componente onomatopeica e quella legata alle tradizioni culturali e commerciali della Sicilia. Frequentemente, nell’immaginario comune e nel prototipo del siciliano offerto dai media, la nostra lingua è legata a personaggi negativi o ignoranti. In realtà, il nostro difficile dialetto, anche se parlato oggi da pochi, rappresenta la nostra identità culturale e costituisce perciò un patrimonio da preservare e custodire, che si differenzia con la sua unicità da tutti gli altri dialetti d’Italia.

La nostra rubrica

Dalla voglia di far conoscere la nostra bellissima lingua, nasce questa rubrica, una sorta di dizionario Siculo-italiano, sperando di suscitare ancora il vostro interesse e la vostra collaborazione.

Racina

racina

Oggi ci occuperemo di vari termini siciliani. Il primo è stato gentilmente segnalato da Elisa: “Racina“. La “Racina” è il frutto della vite, dal quale si fa il vino, ovvero l’ uva. Molti sono i modi di dire legati a questa parola, come ad esempio: “nn’avi tanta racina appisa!”, per dire di chi “ha già tante di quelle disgrazie!”, modo di dire chiaramente legato alla produzione vinicola, e particolarmente utilizzato nella Sicilia orientale. Da notare l’assonanza del termine siciliano “Racina” con la traduzione in inglese e in francese “Raisin”.

Vi proponiamo inoltre un video molto divertente in cui una nonna siciliana parla con la sua nipotina inglese, che sembra cavarsela piuttosto bene!

Amunì

Se vi trovate in Sicilia e state temporeggiando su qualcosa, vi potrebbe capitare di sentirvi dire: “Amunì!”. Non preoccupatevi, non è affatto un insulto! La parola “Amunì”, nota nelle varianti di “Ninni”, “Ninniamo” e “Amuninni”, significa semplicemente “Andiamo”, con accezione esortativa, tipica dei dialetti siciliani, ma è utilizzata in generale per convincere qualcuno a sbrigarsi o a compiere un’azione.

Curtigghiu

Uno dei passatempi preferiti del siciliano, soprattutto della donna, è il cosiddetto “Curtigghiu“. “La parola “curtigghiu” è usata ”macari pi innicari lu spittigulizzu, propiu pi la sò etimuluggìa, picchì lu curtili era lu locu unni si sparlava di cchiù.” (la parola curitgghiu è usata per indicare il pettegolezzo, proprio per la sua etimologia perchè il cortile era il luogo dove si sparlava maggiormente). Il curtigghiu è quindi il “gossip“, il pettegolezzo, un vero e proprio taglio e cucito di fatti, storie, persone e eventi che etimologicamente deriva dal “cortile”, il luogo dove le donne e gli uomini si riunivano per trascorrere le assolate ore pomeridiane chiaccherando e sparlottando, insomma, un sostituto delle moderne riviste e programmi televisivi.

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Conoscete altri termini da inserire all’interno del dizionario siculo – italiano? Scriveteci!

Una piazza da Oscar a Palazzo Adriano

Palazzo Adriano è un comune di poco meno di 2000 abitanti, in provincia di Palermo. Possiede una vera e propria piazza da Oscar; questa città, infatti, è famosa grazie al film “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore. Siamo pronti a svelarvi altre curiosità!

Le origini di Palazzo Adriano

La città si trova nel cuore della Sicania, alle pendici settentrionali del monte delle Rose, ugualmente equidistante da Palermo e Agrigento. E’ una colonia di origine albanese; i primi insediamenti risalgono al XV secolo. Sebbene la lingua madre non si utilizzi più, la città appartiene all’Eparchia di Piana degli Albanesi e buona parte della sua popolazione conserva il rito bizantino degli esuli albanesi, che anticamente la fondarono. Nella piazza del paese, infatti, convivono le due anime del paese: da una parte, c’è la Chiesa Maria SS. Assunta utilizzata per il rito bizantino dai greco-albanesi, dall’altra la Chiesa di Maria SS. del Lume, che costituisce il centro del rito romano per i latini.

Nuovo Cinema Paradiso

Come vi abbiamo accennato prima, la città di Palazzo Adriano ha raggiunto il successo grazie al film ”Nuovo Cinema Paradiso”, del 1988, scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. Lo stesso regista appare nel film, interpretando il proiezionista nella scena finale dei baci tagliati dal vecchio Alfredo. Il film vinse l’Oscar come miglior film straniero nel 1990. Per celebrare la grandezza dell’opera cinematografica, è stato costruito il museo chiamato Galleria foto ”Nuovo Cinema Paradiso”. Il museo si trova preso i locali del comune della città e si compone di oltre 100 fotografie originali, raffiguranti scene e retroscene del film.

La Fiera di agosto

La festa più importante della città si svolge dal 14 al 16 agosto di ogni anno ed è considerata la più importante del paese. Alla festa, partecipano centinaia di donne: per devozione, grazia, voto, seguono scalze la processione che si snoda per le vie del paese. Durante la processione, partecipano varie confraternite, che indossano maglie bianche con i loro stemmi di appartenenza. La festa inizia quando il simulacro della Madonna delle Grazie un giorno e il simulacro di San Nicola il giorno successivo vengono portati dalle loro omonime chiese alla Chiesa Madre. viene portato in spalla dal suo Santuario alla Chiesa Madre. La mattina del 16 agosto, alle 6 del mattino vengono suonate le campane per “svegliare” il Paese ed avvertire tutti che è iniziata la grande Festa. Alle 21:00 circa inizia la processione. Successivamente il Simulacro della Madonna Delle Grazie verrà riportato al Santuario l’8 settembre, giorno della Natività di Maria.

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Siamo sicuri che una piazza da Oscar come quella di Palazzo Adriano vi affascinerà non appena vi metterete piede. Non perdetevela!

Castello di Carini: apparizioni, storie e leggende

Oggi, ci spostiamo a Carini, comune di quasi 40.000 abitanti in provincia di Palermo. Qui, sorge il famoso Castello di Carini, un luogo magico caratterizzato da apparizioni, storie e leggende.

Il Castello di Carini

Il castello nacque per volere del feudatario romano Rodolfo Bonello, guerriero del conte Ruggero I di Sicilia. Nel corso dei secoli, si alternarono famiglie nobili, baroni e re. Solamente a partire dal XV secolo il castello diventò oggetto di una serie continua di cantieri di restauro ed evoluzione architettonica, che ne modificheranno l’uso, da caserma a ”palazzo” per la stagione estiva. Un castello medievale particolarmente suggestivo a pochi km da Palermo.

La leggenda della baronessa di Carini

Il 4 dicembre 1563, donna Laura Lanza di Trabia baronessa di Carini, moglie di don Vincenzo La Grua – Talamanca, perse la vita per mano del padre, per motivi di onore. Insieme a lei giaceva il corpo del presunto amante Ludovico Vernagallo. Gli atti di morte dei due si trovano trascritti presso l’archivio storico della chiesa madre di Carini. La potenza delle famiglie coinvolte mise subito a tacere le voci del tempo, che però si limitarono a riportare solo la data e la notizia della morte della signora di Carini. Don Cesare Lanza di Trabia scampò alla prigionia in virtù della legge vigente e l’anno successivo ottenne il titolo di conte di Mussomeli. Una leggenda narra che in occasione dell’anniversario del delitto comparirebbe, su un muro della stanza dove venne uccisa Laura, l’impronta della mano insanguinata lasciata dalla baronessa uccisa.

L’architettura del castello

Dal punto di vista architettonico, le mura medievali risalenti al all’XI e XII secolo possiedono elementi arabo-normanni riscontrabili nella seconda porta del castello. Vi sono chiari riferimenti alla casata La Grua: l’arma della famiglia e lo stemma della famiglia, due leoni rampanti. Una delle zone di maggior prestigio del castello è il salone delle feste, classico esempio di ambiente quattrocentesco. Il soffitto conserva una parte originale dove è visibile una scritta in latino ”In Medio Consistit Virtus”, ovvero ”Nel mezzo sta la virtù”. Questo indica che era stata realizzata solo per decorazione, mentre è la struttura laterale quella portante. Dalla porta laterale sinistra della sala si entra nella stanza più cara alla baronessa di Carini, dove, si narra, avvenissero i suoi presunti incontri con Ludovico Vernagallo.

Questo era il bellissimo Castello di Carini! Se non vi lasciate impressionare, il castello è visitabile e gode di un ottimo panorama! Consultate il sito ufficiale del castello per informazioni sugli orari di visita e prenotazioni. 

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Il Satiro Danzante, ambasciatore di sicilianità nel mondo

Ha girato tutto il mondo e non potevamo non parlarne su SicilyandSicilians, blog interamente dedicato alla Sicilia e a tutto ciò che è siciliano! Stiamo parlando del Satiro Danzante, che è diventato a pieno titolo un ambasciatore di sicilianità nel mondo.

La storia del satiro danzante

Il Satiro Danzante è una statua di bronzo che risale al periodo ellenistico, riscoperta casualmente nelle acque di Mazara del Vallo, Trapani, nel 1997. La statua rappresenta un sileno, personaggio delle mitologia greca che corrisponde al vecchio dio rustico delle vinificazione prima di Dioniso. Tuttavia, è oramai opinione pubblica che questo rappresenti un satiro, essere mitologico facente parte del corte orgiastico del dio greco Dioniso. Il satiro venne identificato con il termine periboetos e, sebbene sia normalmente interpretato come “di cui si parla molto”, famoso, celebre, in questo caso, gli viene invece attribuito il significato di “colui che grida freneticamente“, in base ad un passo di Platone, in cui lo troviamo come epiteto riferito al dio Ares.

I viaggi del satiro danzante

La statua, che si fa risalire al famoso scultore greco Prassitele (IV sec. a.C.), si trova attualmente presso l’omonimo museo di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Tuttavia, la statua ha fatto un lungo viaggio: nel 2003 è stata esposta alla Camera dei Deputati di Montecitorio a Roma; nel 2005 al Museo nazionale di Tokio nonché all’Esposizione Internazionale di Aichi, Giappone; nel 2007 al Louvre di Parigi; infine torna in Sicilia e approda a Palazzo dei Normanni, a Palermo, all’interno della mostra “Ars Siciliae”

Il ritrovamento

La storia del ritrovamento della statua è alquanto singolare. Tutto inizia nel luglio 1997, quando il peschereccio “Capitan Ciccio“, appartenente alla flotta marinara di Mazara del Vallo comandata dal capitano Francesco Adragna, forse casualmente, ripesca dai fondali del Canale di Sicilia una gamba di una scultura bronzea. Nella notte fra il 4 e il 5 marzo 1998, lo stesso peschereccio riporta a galla gran parte del resto della scultura, perdendo però nel recupero un braccio. Inizialmente si individua la statua bronzea con Eolo. Il reperto viene acquisito dalla Regione Siciliana ed esposto in deposito temporaneo in una vasca d’acqua dolce nell’ex chiesa di San Egidio, a Mazara del Vallo. Nel settembre del 1998, l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma prende in consegna i due frammenti della statua, per effettuarvi i necessari interventi di restauro.

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E voi, avete già visto il bellissimo reperto del Satiro Danzante? Potete ammirarlo presso il Museo del Satiro, a Mazara del Vallo. Per maggiori informazioni sulla sua antichissima storia, potete consultare il sito ufficiale.

Favignana e le Isole Egadi

Le Isole Egadi sono un arcipelago di tre isole principali e due minori, poste a circa 7 km dalla costa occidentale della Sicilia, fra Marsala e Trapani. Tra le isole più conosciute e apprezzate, c’è sicuramente Favignana.

L’isola di Favignana

La “Farfalla“, come viene chiamata l’isola per la sua forma particolarissima, è nota per le sue spiagge e grotte marine, ma anche per la pesca del tonno, la cosiddetta “Mattanza“. Il suo nome deriva dal latino favonius (favonio), termine che gli antichi Romani utilizzavano per indicare il vento caldo che proveniva da ovest. Il villaggio sorge intorno ad un’insenatura naturale, dove vi è il porto, sulle cui sponde sono presenti gli edifici delle antiche tonnare Florio.

Grotte e insenature di Favignana

La costa dell’isola offre una vasta gamma di insenature, rocciose e sabbiose, ma anche delle bellissime grotte marine e dei fondali ricchi di fauna marina e vegetazione. Le spiagge più famose sono in particolare Cala Azzurra e Lido Burrone, spiagge sabbiose a sud del centro abitato; più spettacolari ed affascinanti sono però le calette rocciose, in particolare la Cala Rossa e la poco distante Grotta del Bue Marino. L’aspetto più singolare di questi luoghi è che sono zone di estrazione del tufo, e qui le cave si sviluppano in grandi e misteriosi cunicoli. Nell’altra metà dell’isola, le più belle sono Cala Rotonda, Cala Grande e Punta Ferro, punto di partenza per gli amanti delle immersioni.

La Mattanza

La principale attrazione dell’isola rimane però la Mattanza. Il complicato e rituale sistema di pesca del tonno segue regole ben precise, tempi e modi rigorosamente stabiliti dal Rais, capo della tonnara ed un tempo anche capo assoluto del villaggio, una sorta di sciamano che stabilisce quando iniziare e quali tempi e modalità seguire. Sebbene siano carni particolarmente gustose esportate soprattutto sui mercati giapponesi per consumarlo prevalentemente crudo, questo tipo di pesca però va quasi scomparendo. La popolazione ittica dei tonni sta diminuendo, a causa dell’inquinamento crescente del mare, ma soprattutto a causa della pesca di tipo industriale, che intercetta i banchi di tonni molto prima che questi si avvicinino alle zone costiere, con le tonnare volanti.

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Questo era un piccolo assaggio sull’isola di Favignana e le splendide Isole Egadi. Se volete saperne di più, visitate il sito ufficiale dell’isola.

Lampedusa e le Isole Pelagie

Le isole Pelagie sono un arcipelago del comune di Lampedusa e Linosa, in provincia di Agrigento. Siamo certi che le curiosità che stiamo per raccontarvi stuzzicheranno la vostra curiosità!

Le caratteristiche delle isole

Le isole Pelagie sono situate nel mezzo del Mar Mediterraneo, tra le coste tunisine e le coste siciliane e rappresentano la punta meridionale della penisola italiana. Le isole Pelagie, tra isole, isolotti e scogli, sono 5: LampedusaLinosa (uniche ad essere abitate), LampioneIsola dei Conigli e lo scoglio del Sacramento. Geologicamente, le isole di Lampedusa e Lampione appartengono al continente africano; infatti, insieme ad esempio alle isole Canarie o all’Indonesia, rappresentano un raro caso di arcipelago transcontinentale.

L’isola di Lampedusa

L’isola di Lampedusa è la più estesa dell’arcipelago siciliano delle Pelagie. Questa isola, proprio per la sua vicinanza all’Africa, è caratterizzata dalla presenza di una fauna e una flora in parte originarie del nostro continente e in parte originarie della zona maghrebina. In circa quattro ore, si può effettuare il giro completo dell’isola. Partendo dal porticciolo, procedendo verso ovest, si incontrano splendide spiagge, alcune frastagliate e poco accessibili, ma spettacolari. La costa è ricca di segrete insenature e anfratti, nascosti dentro l’acqua, che creano effetti di grande suggestione. Sicuramente, Lampedusa è riconosciuta a livello nazionale e internazionale per aver aiutato e soccorso decine e decine di migranti; nel 2012, infatti, Lampedusa ha ricevuto la medaglia d’oro al valor civile da parte della regione siciliana e nel 2015 la medaglia d’oro al merito da parte della Croce Rossa italiana.

Le spiagge di Lampedusa

Lampedusa è conosciuta in tutto il mondo per le sue splendide spiagge e scogliere, per la sua vegetazione tipica e per la ricchissima fauna. La spiaggia dei Conigli è uno degli angoli più incantevoli della Sicilia e del Mediterraneo, grazie alla sua bellezza e al fascino della sua terra e del suo mare intatto e azzurrissimo. Le tartarughe Caretta Caretta vi depongono le proprie uova, che si dischiudono durante l’estate, rinnovando il mito della vita proprio sotto gli occhi dei bagnanti e dei volontari del WWF, che ne controllano e ne proteggono tutte le fasi. Sull’isola è presente una riserva naturale, che comprende proprio la spiaggia dei Conigli oltre alla limitrofa isola dei Conigli, la costa e la macchia mediterranea.

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Questa era una piccola anteprima dello splendido arcipelago delle Isole Pelagie! Venite a scoprire questi posti meravigliosi questa estate… vi stanno aspettando!

Capo d’Orlando, un piccolo angolo di paradiso

Se siete alla ricerca di un piccolo angolo di paradiso in cui trascorrere le vostre vacanze, Capo d’Orlando fa al caso vostro. In questo articolo, vi indichiamo alcuni luoghi simbolo di questa incantevole città.

La città

Splendido centro turistico, Capo d’Orlando si trova in provincia di Messina. Situata sulla costa Tirrenica, di fronte alle Isole Eolie, la città nasce originariamente come borgo di pescatori. Il centro della cittadina si sviluppa attorno alla via centrale, caratterizzata da bei negozi e dal lungomare, che scorre parallelo ad essa e che costeggia la bella spiaggia. Procedendo sul lungomare, una volta superato il capo, la strada offre ai passanti scorci caratteristici sulla spiaggia e sulle acque azzurro intenso del mare, punteggiate di scogli affioranti.

Il Santuario di Maria SS. di Capo d’Orlando

Sull’estremità del promontorio, in cima ad una scalinata, sorge, sui ruderi del castello d’Orlando, uno dei luoghi simbolo e di maggior interesse della città, il Santuario di Maria SS. di Capo d’Orlando, risalente al XVII secolo. La sua fondazione è legata ad una serie di eventi straordinari, attribuiti alla statua della Madonna lasciata, secondo la leggenda, da San Cono ai guardiani della torre del Capo. La statua venne portata, in un primo momento, a Naso, ma fu poi ricondotta nel Santuario. Una processione a cui vi parteciparono confraternite, ordini religiosi e una gran folla di circa 20.000 persone, provenienti da ogni parte dell’isola. Durante il 1500, il castello svolgeva varie funzioni, tra cui castello, chiesa, osteria, approdo. Inoltre, era punto di avvistamento e di allarme contro i corsari che solcavano i mari. All’interno, vi erano armi e cannoni. Nel 1613, subisce gravi danni a seguito di un violento terremoto. Oggi, luogo di culto della città e situato in un’ottima posizione, è meta di pellegrinaggi, soprattutto in occasione della festa della città, che si celebra il 22 ottobre.

Le spiagge di Capo d’Orlando

Le spiagge sono sicuramente uno dei punti cardine di questo luogo incantato. Il mare è cristallino, il sole e i paesaggi mediterranei sono invidiati da ogni paese. Le bellezze naturali, tra cui gli agrumeti che profumano di zagara, e il lido suggestivo ed attrezzato sono solo alcuni degli elementi che rendono Capo d’Orlando una vera e propria perla turistica della provincia di Messina e della Sicilia, tanto da attirare ogni anno migliaia di visitatori.

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La città di Capo d’Orlando è pronta per accogliervi a braccia aperte!

Sferracavallo e i suoi tesori

Sferracavallo è un piccolo borgo marinaro e turistico compreso tra Palermo e la vicina Isola delle Femmine. Oggi, vogliamo svelarvi alcune curiosità su questo piccolo angolo di paradiso!

La storia di Sferracavallo

Il nome Sferracavallo trae la sua origine dall’irregolarità del suo terreno. Si racconta, infatti, che la strada fosse difficile da raggiungere, tanto irta e complessa da richiedere addirittura di “sferrrare i cavalli” per arrivarci. Questi ultimi, infatti, trainavano i barconi usati nelle tonnare. La località nasce come villaggio di pescatori; sorgevano due torri di guardia che vennero, però, distrutte quando l’autostrada A29 venne costruita. Si trova compreso tra Monte Billiemi e Capo Gallo e rientra in gran parte nella riserva orientata di Capo Gallo (che divide Mondello da Sferracavallo). Comprende due piccoli porticcioli: quello di Sferracavallo e quello di Barcarello, che ospita principalmente le imbarcazioni turistiche. Sicuramente tra i tesori di Sferracavallo rientrano i suoi ristorantini vicini al mare, i suoi bar e le sue paninerie.

La festa dei santi patroni Cosma e Damiano

Caratteristica è la festa dedicata a Cosma e Damiano, i patroni della borgata, che si svolge una volta ogni anno nell’ultima domenica di settembre. I simulacri dei Santi vengono portati per le vie della borgata da un gruppo numeroso di giovani, a piedi nudi e tutti vestiti di bianco con un fazzoletto rosso legato ai fianchi e al collo. La festa comprende anche il tradizionale gioco dell’antinna a mari, una specie di albero della cuccagna posto sul mare. Anticamente, la processione si svolgeva con passo veloce per poter portare i simulacri a tutti i malati che ne avevano fatto richiesta, per chiedere di essere liberati dalle malattie che incombevano su di loro.

Le grotte di Sferracavallo

Dagli archivi storici, risulta che questo piccolo borgo fosse abitato sin dall’era preistorica, quando tribù di cacciatori e raccoglitori di radici trovavano riparo nelle diverse grotte. Sono numerose le grotte di Sferracavallo, ma le più suggestive sono sicuramente la Grotta del Pecoraro, che ha nascosto per anni resti di ceramica risalenti alla cultura di Thapsoso (1500 a. C.) e, nei pressi del Monte Billiemi, Grotta Conza, anch’essa custode di diversi resti del passato.

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Sferracavallo vi aspetta quest’estate con il suo mare cristallino e la sua cucina tradizionale siciliana! E’ tempo di organizzare il vostro viaggio in Sicilia!

La tradizionale festa di Sant’Agata, patrona di Catania

Vi avevamo parlato di Santa Lucia, patrona di Siracusa. Oggi, invece, vi parleremo della tradizionale festa di Sant’Agata, patrona di Catania, dove si celebra una delle manifestazioni siciliane che gode di maggior afflusso.

Il martirio di Sant’Agata

Il nome della martire deriva dal greco e indica bontà d’animo e nobiltà di spirito. Visse tra il III e il IV secolo d.C.. Figlia di nobili catanesi, venne martirizzata durante le persecuzioni di Decio o Diocleziano. La donna dovette affrontare violenze terribili pur di non piegarsi e abiurare la sua fede pubblicamente; si dice che la prima notte di torture San Pietro le fece visita e ne guarì le ferite. Fu poi obbligata alla pena dei carboni ardenti e dopo il terzo giorno di torture, morì, il 5 febbraio dell’anno 251. Le reliquie della Santa si trovano in parte all’interno del prezioso busto in argento e in parte dentro un grande scrigno d’argento all’interno del Duomo di Catania.

Il velo di Sant’Agata

Di grande importanza religiosa e simbolica è anche il “Velo di Sant’Agata”: secondo la tradizione, quest’ultimo risale al momento in cui la santa camminò sui carboni ardenti e una donna la coprì con il proprio velo. È di colore rosso scuro e, nel corso dei secoli, venne più volte portato in processione come estremo rimedio per fermare la lava dell’Etna. Per questo motivo, si racconta che in origine il velo fosse bianco, ma che a contatto con il fuoco del vulcano catanese, cambiò colore in rosso. La Santa non fermò solo l’Etna, ma pose anche fine ad alcuni terremoti e persino alla peste.

La festa di Sant’Agata

Catania dedica alla sua Patrona una tra le maggiori feste cattoliche a livello mondiale per ampiezza di pubblico partecipante. Le date sono ben due, ma la più importante è la prima: la prima si svolge durante l’inverno, dal 3 al 5 febbraio (ricorrenza del martirio); la seconda d’estate, il 17 agosto (data di ritorno delle sue spoglie da Costantinopoli a Catania nel 1126). Dal 3 al 5 febbraio, le reliquie della Santa contenute nel fercolo d’argento, in dialetto “a vara” (ossia la bara), vengono portate in giro per la città, insieme a 11 candelore, che rappresentano le 11 corporazioni degli artigiani cittadini. La tradizione vuole che i devoti indossino abiti, guanti bianchi e una papalina nera in testa e il pubblico gridi “Cittadini, cittadini, semu tutti devoti tutti”, ossia “cittadini, cittadini, siamo tutti devoti”.

Se siete interessati, qui trovate ulteriori informazioni riguardanti la festa.

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La città attira milioni di persone, soprattutto grazie alla festa di Sant’Agata, patrona di Catania, e voi non potete mancare!

Le donne e i proverbi in Sicilia

I proverbi rappresentano un sapere tramandato, ispirano modi di essere, influenzano la lingua e i gesti delle persone. L’anima siciliana è tra quelle che maggiormente si esprime al meglio attraverso di essi e molti sono dedicati alle donne.

I proverbi: luoghi comuni o verità?

Secondo alcuni, i proverbi sarebbero modi filosofici per esprimere luoghi comuni, cose ovvie. Secondo altri invece, come noi di Sicily and Sicilians, sono espressioni del mondo popolare, un patrimonio culturale che raccoglie e racconta le esperienze dei popoli. Poche parole incisive che riassumono verità della gente comune. Non si sa chi li abbia inventati o la loro provenienza. A volte si presentano sotto forma di similitudini, altre in rima: in ogni caso, esistono in ogni parte del mondo e spesso cambiano anche da comune a comune, da paese a paese. Sono testimonianza diretta dei tempi passati e del modo di vivere e credere di un popolo.

La figura delle donne in Sicilia

La Sicilia è ricca di proverbi e molti di questi riguardano la donna. La figura femminile è strettamente collegata al ruolo di moglie e di madre. Tuttavia, sebbene l’uomo sia il capofamiglia, è la donna la regina della casa e ad essa spettano i compiti principali di nutrire e allevare la prole. Infatti è uso dire: “A casa, senza a fimmina, ‘mpuvirisci“, che significa: “La casa, senza la donna, impoverisce” oppure “La bona mugghieri è a prima ricchizza di la casa“, cioè “Una buona moglie è la prima ricchezza della casa”. La “Fimmina“, secondo il prototipo siciliano, deve possedere qualità precise: deve essere onesta (“Muggheri onesta, trisoru ca resta” cioè “Moglie onesta, tesoro che resta”), pudica (“A fimmina ca havi russuri, attira chiù d’i ricchizzi” cioè “La donna attira più col suo pudore, che con le sue ricchezze”), fine e gentile (“Fimmina bona, vali chiù di ‘na corona“, cioè “Una donna fine, val più di una corona”), silenziosa e discreta (“E’ bona donna, donna chi nun parra“, cioè “E’ una donna buona la donna che parla poco”).

Esistono ancora i proverbi?

Purtroppo, con il trascorrere degli anni, proverbi come quelli sopra citati e tanti altri stanno scomparendo, soprattutto a causa dell’avvento delle nuove tecnologie, che hanno permesso lo sviluppo di un linguaggio sempre più breve, compatto, povero, dove bisogna comunicare nel minor tempo possibile. Sarebbe bello se questi proverbi, siciliani e non, patrimonio culturale e storico, fossero raccolti in uno spazio, fisico o digitale, affinchè possano essere consultati anche dalle generazioni a venire.

Se siete interessati, qui trovate un elenco dei 100 proverbi siciliani più divertenti, con la loro relativa traduzione.

Potete consultare il nostro Dizionario Siculo – Italiano per conoscere tante parole del nostro splendido dialetto!

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Questi erano solo alcuni proverbi sulla donne in Sicilia… e voi conoscete altri proverbi siciliani? O proverbi particolarmente usati e divertenti nella vostra regione? Scriveteci!

Il Presepe in Sicilia

I Presepi sono il simbolo del Natale italiano per eccellenza, assieme all’Albero. Le statuette e le tradizioni legate ad esse sono diverse in tutto il mondo. Molti la considerano una vera e proprio arte. Il Presepe in Sicilia è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. In questo articolo vi vogliamo raccontare qualche curiosità legata ad esso!

Qualche curiosità sul Presepe in Sicilia

Il presepe siciliano ha tratto forte ispirazione dai maestri napoletani. Le figure, infatti, venivano realizzate in legno, fil di ferro e vestiti di stoffa. Tra le particolarità siciliane, bisogna ricordare la ceroplastica, antica tecnica di lavorazione della cera, per realizzare le figure, e l’uso di accessori in oro e argento per la statuina del Bambino Gesù. Nel corso degli anni, ai personaggi tradizionali della Sacra Famiglia furono aggiunte anche figure della cultura contadina. Ecco qualche esempio: “a nanna cu li puddicini” (la vecchia con i pulcini), “lu ricuttaru” (il ricottaio), “lu furnaru” (il fornaio), “lu pasturellu” (vezzeggiativo di pastorello), “la lavannara” (la lavandaia), ecc.

Inoltre, ci sono due figure caratteristiche che non possono mancare nel Presepe di ogni casa siciliana: lo “U Scantato” e “U lagnuso“. Il primo, lo “Scantato“, lo “Spaventato”, è immobile, le braccia larghe, il cappello in mano, lo sguardo smarrito e incantato. Si trova all’ingresso della grotta, proprio davanti al bambinello, ed esprime lo stupore legato alla Santa Natività. Il “Lagnuso“, il “pigro”, l'”addormentato”, è un personaggio tipico che rappresenta quello che venne poi risvegliato dall’angelo e destinato a diffondere la notizia dell’evento tra i pastori.

Il presepe di Trapani

Una delle aree in cui è più viva ed originale la tradizione del presepio è Trapani. Qui, i maestri trapanesi realizzavano singoli pastori o rappresentazioni presepiali di varie dimensioni, in particolare per le chiese e le dimore della ricca nobiltà nei secoli XVII e XVIII. Diversi materiali, soprattutto nobili come il corallo, l’avorio, la madreperla e l’alabastro, erano utilizzati dai maestri per la realizzazione delle loro opere. Alcuni dei più preziosi sono conservati oggi nel prestigioso Museo Pepoli, che ha sede nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani.

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Questo era il nostro approfondimento sul Presepe in Sicilia e le loro tradizioni! Rimanete aggiornati sulle tantissime curiosità nei prossimi articoli! Se avete intenzione di fare un tour tra i presepi tradizionali siciliani, ecco tutte le mostre in programma!

La festa di Santa Lucia a Siracusa

Quando pensiamo alla Sicilia, ci vengono subito in mente le sue spiagge cristalline, il suo patrimonio artistico e culturale e il suo buon cibo. Ma non tutti sanno che una delle sante più amate e venerate a livello italiano è siciliana. Parliamo della festa di Santa Lucia, patrona della città di Siracusa.

Il culto di Santa Lucia

Santa Lucia, protettrice dei ciechi e della vista, è oggetto di culto sin dal 1600, periodo storico caratterizzato da una grave carestia. Avendo invocato l’aiuto della Santa, i siracusani ne avevano portato in processione il Simulacro. Un volo di quaglie, proveniente dal porto, preannunciò l’arrivo di navi cariche di cereali. Si gridò al miracolo: i cittadini si sfamarono cuocendo il grano direttamente, senza macinarlo. Questo avvenimento spiega il motivo per cui ancora oggi, in diverse zone della Sicilia, il 13 dicembre, festa della patrona, non si mangi né pasta né pane, ma si preferisca gustare altri piatti tipici, come la ”Cuccia”, di cui esistono molteplici varianti. Il dolce dedicato alla Santa ha come ingrediente principale, appunto, il grano bollito, che viene abbinato alla ricotta o alla crema di latte.

La festa di Santa Lucia

Il 13 dicembre si tiene anche una processione in cui i devoti, a piedi scalzi, si recano alla Cattedrale al Sepolcro nella Chiesa di Santa Lucia. Una sontuosa recita, che si svolge la seconda domenica di agosto, coinvolge tutto il paese si tiene a Savoca (in provincia di Messina, paesino di cui Santa Lucia è patrona). Una bimba interamente vestita di bianco, che tiene tra le mani una piccola palma di argento, in ricordo del martirio della santa, viene portata in spalla da un uomo per fare tre volte il giro del paese. Nel mentre, altri personaggi cercano di farla cadere in tentazione, mentre la bambina deve cercare di resistere a qualunque di esse.

Il martirio di Santa Lucia

La storia del martirio di Santa Lucia è strettamente collegata a quella di Sant’Agata: secondo la tradizione, Lucia, per salvare la vita di sua madre Eutichia, fece voto di castità dinanzi al sepolcro di Sant’Agata, patrona di Catania. Lucia tornò a Siracusa e, con grande sorpresa, scoprì che la madre era guarita. Lucia, perciò, devolse tutti i suoi averi in beneficenza. Rinunciò persino al matrimonio e, mancando alla promessa di matrimonio avanzatele dal fidanzato, si strappò gli occhi e glieli donò, affinchè lui potesse ancora godere della sua bellezza. E’ per questo motivo che è protettrice dei ciechi e della vista. Il fidanzato, tuttavia, la denunciò e fu condannata al rogo. Venne, alla fine, decapitata, in quanto le fiamme non furono abbastanza alte da raggiungere il suo corpo. I resti della Santa si trovano presso la chiesa di San Geremia a Venezia; solo nel 2004, durante il 17° centenario del suo martirio, vennero riportati per pochi giorni a Siracusa.

Qui troverete altre informazioni riguardanti la festa, sicuramente una delle più importanti e frequentate di Siracusa.

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La festa dedicata a Santa Lucia attira ogni anno folle di persone; siamo sicuri che ne rimarrete piacevolmente sorpresi anche voi!

La Pasta: storia del piatto più amato dagli italiani

Cari lettori, oggi apriamo uno spazio dedicato alla nostra passione più grande: la Pasta, quella con la P maiuscola.

Forse non tutti sanno che quando la pasta divenne un piatto molto diffuso nelle mense, “nobili e principesche d’Italia” si rifiutavano di mangiarne. Il motivo? Perché era una pietanza ancora mangiata con le mani.

Fu solo attorno al 1800, grazie ad un intraprendente ciambellano di corte di Re Ferdinando II, tal Gennaro Spadaccini, e alla sua geniale idea di utilizzare un arnese con 4 punte corte (la nonna della forchetta), che la Pasta fu servita anche nei pranzi delle corti di tutta Italia e da lì nelle corti di tutto il mondo.

Quando nasce la pasta?

La prima indicazione storica della pasta risale alla civiltà greca (la “laganon“). E’ certo però che furono i Romani a parlare per primi di “lagane“, simili alle attuali lasagne. La pasta come la intendiamo oggi noi, invece, si pensa abbia origini diverse. Dopo l’infondatezza della paternità di Marco Polo, si è scoperto che la pasta nacque tra la caduta dell’Impero Romano e l’avvento degli Arabi, in Sicilia!

Da dove nasce la pasta?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo disturbare il geografo arabo Edrisi, che nel 1154 nell’opera “Kitab-Rugiar” (Libro di Ruggero), descrivendo una zona definita come “alla destra di termini Imerese, nel luogo di TRABIA“. Edrisi disse che lì si producevano dei vermicelli chiamati “itriya” (una specie di spaghetto molto sottile) che potevano approvvigionare tutti i paesi fino in Calabria! Se gli arabi quindi conoscevano già questi Itriya, è pur vero che fu il cambio di tecnica ed ingredienti utilizzati dai Siciliani a condurre ad un prodotto nuovo, gli spaghetti appunto.

 Il primo formato di pasta furono i Maccheroni, il cui etimo si pensa derivi dall’arabo “mu-karana(tun)” che significa mettere in parallelo.

Una ricerca tradizionale siciliana: “Rancia e ciura”

Rancia e ciura” chiusesi, non è una brutta parola ma il nome di un esclusivo sfincione di Chiusa Sclafani. Cos’è lo sfincione? Un tipo particolare di pasta simile all’impasto della pizza, condito con salsa di pomodoro, cipolla, acciughe, formaggio – rigorosamente caciocavallo grattugiato -; questa è la ricetta palermitana, ne esistono poi diverse varianti secondo i gusti e le località, in particolare la “rancia e ciura”, letteralmente arancia e fiori, è un impasto più semplice in bianco aromatizzato e con le acciughe.

La scacciata

La Scacciata è una focaccia tipica del Catanese. Il suo ripieno e la sua forma variano da luogo a luogo. Se è rettangolare, bassa e schiacciata è chiamata “Scaccia” o “Scaccetta“; se è rotonda, spessa e ricca nel ripieno è detta “Mpanata“.

Il ripieno è in genere semplice, ma può essere anche più o meno elaborato; sono però tutte preparazioni cotte dentro una crosta di pasta di pane, il cui ripieno può essere crudo o parzialmente precotto.

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Se vi è venuta l’acquolina in bocca non potete fare altro che venire qui nella nostra splendida isola ad assaggiare un delizioso piatto di pasta (meglio se spaghetti) al pomodoro! Non ve ne pentirete!

Un viaggio tra i piatti tipici della cucina siciliana

Un viaggio alla scoperta della cucina siciliana, tra sapori gustosi ed inconfondibili. D’altronde, la Sicilia è una delle regioni italiane più amate al mondo, non solo per la sua bellezza naturale e artistica, ma anche per la sua arte culinaria. Prenditi una pausa dal caos della città ed immergiti nei profumi dei piatti tipici siciliani.

Il team di SicilyandSicilians ha selezionato per te le principali delizie culinarie da scoprire: ecco i nostri consigli!

Il cous cous: la cucina che unisce i popoli

Forse non lo sai, ma la tradizione gastronomica siciliana è il risultato dell’incontro di tante culture diverse: la Sicilia, infatti, è stata e continua ad essere un crocevia di popoli che, venendo a contatto, danno vita a prodotti inediti ed originali che vanno ad influenzare ed arricchire la cultura locale.

Il cous cous è forse il piatto più rappresentativo dell’incontro e dello scambio di culture diverse. Proprio il cous cous è all’origine di un rinomato festival che si svolge nella splendida località balneare di San Vito Lo Capo: il Cous Cous Fest, noto anche come festival dell’integrazione culturale.

Se non vuoi perderti questo appuntamento, visita il sito del festival gastronomico siciliano più gustoso di sempre!

L’arancina: il piatto che stuzzica di più il palato

Immancabile prelibatezza da non perdere è sicuramente l’arancina siciliana. Possiamo definire questo piatto come un vero e proprio orgoglio gastronomico della Sicilia. Dalla forma che richiama quella di un’arancia, l’arancina è una ricetta semplice e allo stesso tempo gustosa: un piccolo timballo di riso, prima impanato e poi fritto, con all’interno un ripieno salato. Uno street food famoso in tutto il mondo, con tantissime e originali varianti: arancini classici al ragù, vegetariani, vegani, a base di pesce, arancini al forno … per tutti i gusti, croccanti, fritti e ripieni. 

E nonostante i palermitani vi diranno “arancina” e i catanesi “arancino”, questa è una specialità che mette tutti d’accordo. Provare per credere!

Il cannolo siciliano: dolcezza e tradizione

Protagonista di questo simbolo della pasticceria siciliana è la dolce crema alla ricotta, avvolta da una croccante cialda arrotolata e fritta. Come tocco finale, una granella di pistacchio, delle scaglie di cioccolato o scorzette di arancia candita e infine, lo zucchero a velo. In ogni caso, il vero cannolo siciliano va riempito al momento per essere gustato adeguatamente: in questo modo non si perderà la friabilità della cialda. E per i più golosi, la farcitura varia dalla crema pasticciera alla chantilly, dalla ricotta di pecora a quella di bufala, o alla crema di pistacchio (rigorosamente proveniente da Bronte).

Non puoi lasciare l’isola senza aver assaporato questa leccornia almeno una volta. Le tue papille gustative ringrazieranno!

I baci panteschi: eccellenza tutta da scoprire

Conosci i baci panteschi? Sono una squisitezza dell’isola di Pantelleria, la meravigliosa isola siciliana chiamata anche isola del vento, dove i tramonti garantiscono uno spettacolo quotidiano. Questo dolce presenta due dischi di pasta frolla fritta farciti con una crema di ricotta e scaglie di cioccolato. Una vera golosità. I dischi di frolla croccanti, realizzati con uno stampo floreale, accompagnano la morbida crema di ricotta. Una vera raffinatezza della cucina siciliana che sorprenderà grandi e bambini: rimarrai a bocca aperta!

Articolo scritto da Gabriella, Lidia, Federica, Emanuela, Annalisa.

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Come puoi notare, la Sicilia è un posto magico da visitare, o meglio da assaggiare, almeno una volta nella vita. Attraverso la cucina siciliana, con le sue prelibatezze e delizie, potrai fare un viaggio sensoriale unico alla scoperta dei tesori della nostra terra. 

San Vito Lo Capo da scoprire

San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, è famosa per il suo mare, uno dei più rinomati paradisi cristallini del sud. La sua spiaggia è considerata tra le migliori d’Italia e sul suo territorio è compresa la parte più occidentale della riserva dello Zingaro.

Il mare di San Vito Lo Capo

Il mare limpido, il fondale che degrada dolcemente e l’assenza di correnti rendono questa zona adatta anche ai nuotatori non esperti e ai più piccoli. Chi, invece, preferisce gli scogli alla sabbia, per fare meravigliosi bagni e divertenti tuffi, ne ha a disposizione una vasta scelta. Il lungomare consente di passeggiare a pochi metri di distanza dalla battigia della spiaggia e dalla strada che porta al faro, alto 40 metri e attivo dal 1859. Una strada panoramica che attraversa l’altopiano e offre alla vista lo splendido paese e il suo golfo. Il porto di San Vito Lo Capo è uno dei più sicuri dell’intera Sicilia. E’ situato all’interno di un golfo chiuso, con due estese secche rocciose che s’infrangono sulle onde. Qui, molti popoli, tra cui romani, fenici, arabi, normanni, spagnoli, venivano a calare le ancore per sfuggire alle tempeste.

La Riserva Naturale dello Zingaro

Da San Vito Lo Capo, si può accedere ad uno degli angoli più magici della Sicilia, la Riserva Naturale dello Zingaro. Muraglioni di roccia calcarea s’innalzano al di sopra di una ricca e florida vegetazione, finendo poi per gettarsi a capofitto nel mare cristallino. Piccole calette sabbiose e grotte sommerse, ricche di pesci e piante marine, si rivelano all’occhio umano. La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti della Sicilia che non ha una strada litoranea. Per spostarsi e trasportare merce, si utilizzano i muli, unico mezzo di spostamento disponibile. Nel 1976, erano iniziati alcuni lavori per la costruzione della litoranea Scopello – San Vito Lo Capo, ma furono sospesi in seguito a manifestazioni del mondo ambientalista.

Il Cous Cous Fest

Molte sono le iniziative culturali che si organizzano a San Vito Lo Capo. Dal 1998, la città ospita il Cous Cous Fest, rassegna culturale ed enogastronomica di dieci giorni dedicata a uno dei piatti tipici del Mediterraneo. Oltre a spettacoli dal vivo, si svolge una gara di cous cous, in cui chef provenienti da ogni parte del mondo si impegnano a proporre il piatto cucinato secondo la propria tradizione gastronomica. Costa d’Avorio, Francia, Italia, Senegal, Marocco, Palestina, Tunisia sono solo alcuni dei paesi che nel corso degli anni hanno partecipato alla competizione.

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San Vito Lo Capo è un luogo naturalistico incontaminato da vedere almeno una volta nella vita!

Letojanni: piccolo borgo siciliano da scoprire

Oggi vogliamo farvi scoprire Letojanni, un piccolo comune della provincia di Messina, al centro di una ampia baia compresa tra i promontori di S. Alessio (Forza d’Agrò) e S. Andrea (Taormina).

Alla scoperta di Letojanni

Letojanni si sviluppa a cinque metri sul livello del mare ed il centro si suddivide in due parti. Fino alla metà dell’Ottocento, Letojanni era soltanto un piccolo borgo di pescatori, mentre oggi è una delle più importanti località turistiche siciliane e messinesi. Il santo patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo. La cucina di Letojanni si costituisce principalmente di prodotti locali e, in particolare, di pesce. Altri prodotti sono a disposizione della comunità locale e dei turisti soprattutto durante la stagione estiva e includono le granite con le brioche, i gelati, i meringati di vari gusti e dolci tipici, come i cannoli.

Letojanni è apprezzata per la bellezza del suo mare, intenso e blu, tra i più puri della Sicilia, e per le sue spiagge, dove si alternano sabbia e ghiaia. Il suo lungomare, con le sue palme e i suoi pini, è il luogo ideale per passeggiare, per respirare la salubre brezza marina o per ristorarsi nei numerosi locali della riviera.

La famosa Piazza Durante di Letojanni

Una buona colazione a base di granite e brioches offerte dai bar del paese darà la giusta “carica” per affrontare la mattinata al mare, prendendo la tintarella o praticando i vari sport estivi offerti sul posto. Al calar della sera, si può visitare Piazza Durante e la Chiesa di San Giuseppe. Costruita nel 1700, divenne inagibile nel 1908, a causa di un terremoto. Dopo il suo rifacimento, la nuova chiesa viene inaugurata il 19 marzo 1931, proprio in occasione della festa del santo patrono. Piazza Durante è considerata il salotto della città per eccellenza: ci si dà appuntamento con gli amici e si sceglie il divertimento serale giusto per trascorrere in allegria le tante notti letojannesi.

Questa cittadina è divenuta famosa a livello nazionale anche grazie al cinema. Qui, il celebre attore comico Roberto Benigni ha girato alcune sequenze del suo film “Johnny Stecchino“. Infatti, la scena del barbiere, nello specifico, è stata girata all’interno del locale del barbiere in Piazza Durante. Inoltre, Letojanni è spesso utilizzata come location per numerose fiction televisive.

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Questa era una piccola anteprima delle bellezze naturali e artistiche che potrete ammirare a Letojanni. Questo piccolo gioiello siciliano vi aspetta! Per conoscere tutti gli eventi organizzati a Letojanni, visitate il sito ufficiale del comune. Se invece siete curiosi di conoscere la vicina città di Taormina, andate all’articolo di questa splendida città siciliana.

Surfing tra le onde della Sicilia

Tutti sanno che la provincia di Palermo è contornata da spiagge bellissime. Ma non tutti, invece, sanno che queste spiagge sono mete di surfisti e amanti degli sport acquatici provenienti da tutto il mondo. Mondello, Cefalù, Trappeto, Cinisi sono solo alcune tra le località preferite per una giornata di surf, con onde che arrivano a toccare anche i 2 metri e mezzo di altezza! L’attività di surfing tra le onde della Sicilia è un’esperienza mozzafiato: provare per credere!

Mondello tra le onde

Mondello è un quartiere e località turistica in provincia di Palermo. La zona è rinomata per la spiaggia, caratterizzata da sabbia bianca e mare cristallino, elementi che la rendono uno dei lidi più ambiti della Sicilia.

Inoltre, a partire dal 1985, la città ospita, una volta all’anno, il “World Festival on the Beach”, una manifestazione che riunisce sportivi e curiosi da tutto il mondo, durante la quale si svolgono competizioni internazionali di Surf, Windsurf, Kitesurf, Vela e Beach Volley. Un ruolo centrale, viene dato anche alle attività artistiche e culturali: sono numerosi i concerti e contest fotografici che si susseguono durante la settimana. Dal 2004, viene organizzato anche un concerto di musica classica, chiamato “Sinfonia On The Beach”, che si svolge in un auditorium in riva al mare.

Una Cefalù spericolata

Cefalù è una località turistica che si trova circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. E’ nota per le sue bellezze artistiche, per le sue spiagge e per le sue meraviglie naturalistiche. Se vi capita di visitarla a fine agosto, sul lungomare, troverete moltissimi surfisti spericolati, impegnati a cavalcare le lunghe onde al tramonto con le loro tavole. Uno spettacolo da non perdere!

Trappeto e la sua Ciammarita

Ma la spiaggia più frequentata dagli amanti degli sport estremi è “Ciammarita”, a Trappeto, comune siciliano distante 50 km da Palermo. La spiaggia è lunga 3 km e la sua particolare posizione permette di fare il bagno tutto l’anno, dato che le correnti sono poco forti e la temperatura è compresa tra i 16 e i 20 gradi.

E’ uno “Spot”, così si definisce nel gergo surfista, molto amato, soprattutto nel periodo invernale, perché offre onde alte e di forma tubante ed è facilmente raggiungibile con la macchina.

Non siete capaci di surfare? Non preoccupatevi, queste spiagge si possono godere anche solo per prendere il sole o per fare una bella nuotata.

Insomma, la nostra isola non ha niente da invidiare a località famose come Biarritz, Bali, Malibù e tante altre! Perchè allora questa estate non provare l’esperienza indimenticabile di fare surfing tra le onde della Sicilia? Vi aspettiamo!

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Weekend alla scoperta dell’entroterra palermitano

Se avete voglia di perdervi tra le bellezze siciliane, questo è l’itinerario che fa per voi! Un weekend alla scoperta dell’entroterra palermitano, ricco di panorami inediti da esplorare.  

Non consideratelo un messaggio promozionale, si tratta solo di qualche consiglio da chi conosce bene questa piccola parte di mondo!

Partenza: Palermo

Partenza da Palermo ore… decidete voi, altrimenti finisce il relax, direzione Corleone (prendete la PA-AG, uscite a Marineo e proseguite sulla statale). La prima tappa, dopo circa 30 minuti di strada, è Ficuzza, dove si può ammirare la Real Casina di caccia, simile alla Reggia di Caserta, immersa nel bosco omonimo, d’alto valore naturalistico.

Ficuzza: Real Casina

Proseguite per Corleone, nota per aver dato i natali ai maggiori boss mafiosi, ma anche alle prime vittime che hanno combattuto per la legalità. Negli ultimi anni, sono stati organizzati diversi eventi per riscattare l’immagine del paese, dalla Festa della Pace (23 maggio) alla notte bianca. A livello artistico, la città è nota per le sue 100 chiese. Da vedere i due fortilizi reali: il castrum superius e il castrum inferius. Dal primo, detto anche torre saracena, è possibile ammirare la “Cascata delle due Rocche“, il salto effettuato dal torrente Corleone; sul secondo sorge l’eremo francescano.

La fame comincia a farsi sentire, così come il bisogno di posare i bagagli.

Bene! Proseguite per Campofiorito, sulla strada troverete l’Agriturismo Giardinello, dove poter gustare piatti tipici locali.

Corleone: castrum inferius

Il viaggio continua a Bisacquino. Prima di entrare nel paese, visitate il Santuario della Madonna del Balzo: sorge su un dirupo del Monte Triona, accessibile tramite una strada rotabile o un’antica strada acciottolata. Da percorrere rigorosamente a piedi e in preghiera, inizia con due grandi obelischi detti “i pileri”.

Entrati nel paese, il senso di marcia obbligato vi porterà alla piazza dove trovate la Chiesa Madre, con vicino il Museo dell’Orologio. Non preoccupatevi se verrete osservati: siete “strani” ovvero forestieri e destate curiosità.

Potete cenare al “Paiolo”, ristorante che si trova nel centro della “movida” bisacquinese.

Bisacquino: corso Umberto

Troverete pub e locali aperti fino a tarda notte, soprattutto il sabato. Non resta che augurarvi buon divertimento e buonanotte!

Un nuovo giorno comincia. Dirigetevi a S.Maria del Bosco, abbazia immersa nel bosco di Calatamauro, un posto veramente suggestivo.

Recatevi al castello di Giuliana, tornate a Chiusa Sclafani per visitare il Collegio e la Chiesa del Carmine. Potete soddisfare il vostro appetito con l’esclusivo sfincione “rancia e ciura”.

Giuliana: castello

Ci sono altre due località che vale la pena visitare: Palazzo Adriano e Prizzi.

Palazzo Adriano ha un cuore antico perfettamente conservato: pietra vive delle facciate, vicoli sassosi e una piazza da Oscar, dove convivono le due anime del paese.

Nella piazza, divenuta celebre nel film “Nuovo cinema paradiso” di Tornatore, si fronteggiano due chiese: la Chiesa di Maria SS. Assunta, utilizzata per il rito greco dagli eredi dei coloni albanesi stabilitesi nel borgo nel ‘400; la Chiesa di Maria SS. Del Lume, che costituisce il centro del rito latino.

Palazzo Adriano: piazza

Paesaggi incantevoli, di rilievo paleontologico e geologico vi aspettano alla Riserva Naturale Valle del Sosio, dove troverete la pietra di Salomone, risalente a 260 milioni di anni fa e la Pietra dei Saraceni.

Visitate il castello di Prizzi, dai cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato sulla Valle del Sosio. Il centro è arricchito da murales realizzati da tre artisti siciliani. Prima di ripartire, assaggiate i funghi della borgata Filaga.

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Fateci sapere se vi è piaciuto questo weekend alla scoperta dell’entroterra palermitano! Buon viaggio!

I Beati Paoli: i leggendari paladini della giustizia

Chi sono i misteriosi Beati Paoli

I Beati Paoli è il nome dato ad una leggendaria e misteriosa setta segreta di vendicatori-giustizieri-sicari, sorta in Sicilia, a partire, probabilmente, dal XII secolo a Palermo. L’obiettivo era quello di ”raddrizzare” i torti subiti dalla povera gente. Si pensa che la setta sia nata in reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili, che amministravano anche la giustizia criminale nei loro feudi. Il mito dei Beati Paoli è stato più volte usato da molti per testimoniare l’origine della mafia in Italia. Questa teoria, tuttavia, non può trovare accoglimento, sia per la sua natura organizzativa sia per gli effetti sulla popolazione.

Il romanzo di Natoli

Nel 1909, lo scrittore e giornalista Luigi Natoli scrisse ”I Beati Paoli”, una raccolta delle leggende tramandate oralmente su questa setta. Natoli utilizza personaggi realmente esistiti e personaggi di fantasia e ha ricostruito fedelmente la Palermo del XVIII secolo. Ha tratto preziose informazioni dagli opuscoli del Marchese di Villabianca e ne fece oggetto di un fortunatissimo romanzo pubblicato a puntate sul “Giornale di Sicilia”. Dal romanzo, è stato tratto anche un film, del 1947, intitolato I cavalieri delle maschere nere (I Beati Paoli).

Una Palermo segreta

E’ difficile stabilire la verità storica di questa setta, ma ciò che è effettivamente reale è l’ambientazione: la Palermo sotterranea, principalmente quella che ricade sotto il quartiere “Capo”. Fra le molteplici cavità che presenta il sottosuolo della metropoli palermitana, scavate dall’antico fiume Papireto, ve ne sono alcune che la fantasia popolare ha fatto proprie e che resistono alla mentalità dei secoli. Le camere dello scirocco, utilizzate durante il XVI secolo per potersi difendere dalla calura estiva, esistenti al di sotto di alcuni palazzi nobiliari, sono state spesso indicate come luoghi di riunione e sede della misteriosa setta.

La Grotta dei Beati Paoli

La “Grotta dei Beati Paoli” è una cavità sotterranea esistente nel quartiere del Capo, in prossimità della chiesa di Santa Maria di Gesù, detta S. Maruzza. Sempre secondo la leggenda, la setta degli incappucciati neri la utilizzava come tribunale. Essa si collegava attraverso tortuosi cunicoli ad altre cavità sotterranee, facendo molto probabilmente parte del complesso di catacombe cristiane, ancora esistenti nei pressi dell’antica Porta D’Ossuna.

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Questa era un’interessante curiosità della nostra amata Sicilia: i misteriosi Beati Paoli, che continuano ancora oggi ad essere nell’immaginario collettivo dei palermitani, tra mistero e leggenda, tra fantasia e realtà. Per allora non iniziare a leggere il romanzo di Natoli su questa setta siciliana segreta? Fateci sapere se vi è piaciuta questa storia accattivante!

Taormina: la perla del turismo siciliano

Colorata, divertente, affascinante, insolita, maestosa. E’ una delle mete siciliane preferite dal turismo internazionale nonché il luogo dei primi insediamenti greci dell’300 a.C: Taormina.

Un po’ di storia

Piccolo comune italiano di poco più di 10.000 abitanti della città metropolitana di Messina, il suo nome originale era Tauromènion; sulla sua nascita non si hanno molte notizie certe. Nacque come insediamento greco, fu un’ importante roccaforte bizantina, ma divenne anche uno dei principali centri della cultura musulmana in Sicilia cambiando il proprio nome in “Al muizziah” nel 902 d.C.

Al centro della sua bellezza sta il suo antico teatro romano edificato nel II secolo dopo Cristo, che si sviluppa in un punto che sembra collegare il mare all’Etna, il vulcano che sovrasta Catania. Avrebbe origine ellenistica, ma si presenta totalmente romano nel suo aspetto oggi visibile. In pieno e tardo Impero, l’edificio ospitò le venationes, spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci e l’orchestra si trasformò in arena. In epoca tardo antica, venne realizzato il portico alle spalle della scena. L’invasione dei Vandali e il successivo decadimento dell’Impero ne hanno determinato l’abbandono. A partire dagli anni 50, il teatro è stato utilizzato come struttura per la rappresentazione di varie forme di spettacolo, dal teatro ai concerti, dall’opera lirica al balletto.

I siti archeologici da visitare

I maggiori siti archeologici che vi consigliamo di visitare sono:

Dal XIX secolo, la città è importante tappa del Grand Tour in Europa: giovani nobili, studiosi ed intellettuali decidono di fermarsi proprio a Taormina per scrivere romanzi, studiare le antiche rovine, ammaliati dalle sue bellezze artistiche.

Oggi rappresenta il salotto “buono” del turismo di Catania, nonché fulcro di alcuni tra i principali eventi culturali dell’isola.

Eventi da non perdere a Taormina

I principali eventi ruotano attorno al Taormina Arte, l’istituzione culturale che cura l’organizzazione di tutti gli eventi artistici: il Taormina Film Fest – il festival del Cinema di Taormina, con la prestigiosa cerimonia della consegna dei Nastri d’argento dai giornalisti cinematografici al Teatro antico e il Giuseppe Sinopoli festival. Dal 2010, a Taormina si svolge Taobuk, il Taormina International Book Festival che da anni è luogo di incontri e dibattiti, con ospiti italiani e internazionali non solo della letteratura, ma anche del cinema, della filosofia, dell’arte, della musica, della ristorazione.

Nonostante Taormina stia soffrendo negli ultimi anni di uno spopolamento, quest’anno il 43º vertice del G7 sarà una buona vetrina per la città: infatti, il 26 e 27 maggio il vertice si terrà proprio al Palacongressi di Taormina! Un’occasione di rinascita a livello internazionale che darà sicuramente visibilità come meta di turismo in Italia.

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Taormina, la perla per eccellenza del turismo siciliano, è pronta ad accogliervi con le sue bellezze archeologiche, storiche e artistiche!

Monreale: gioiello architettonico unico al mondo

Monreale è un comune in provincia di Palermo, in Sicilia, ed è conosciuto nel mondo principalmente per il suo splendido duomo moresco-bizantino del XII secolo. Un gioiello architettonico capace di lasciare a bocca aperta turisti di ogni parte del mondo!

Questa chiesa è infatti monumento nazionale di Italia e una delle principali attrazioni turistiche della Sicilia. Addirittura nel 2015 il sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Lo stile di questo monumento è composito, poiché si uniscono gusti differenti che rimandano all’architettura dell’Europa del nord e all’arte araba. Le due torri sono massicce e solenni e fiancheggiano il portico d’ingresso, costruito nel XVIII secolo. Tuttavia, non conservano la loro forma originale poichè, in seguito ad un fulmine, una è rimasta mutilata. Il prospetto principale, seguendo una tipologia francese, è racchiuso da torri angolari di cui si conservano quella meridionale, mentre il portico è d’epoca rinascimentale.

L’interno è illuminato da magnifici mosaici rilucenti d’oro che creano l’illusione di trovarsi in un luogo paradisiaco. Questi narrano l’intera storia del Cristianesimo nei momenti dell’attesa di Cristo, della sua vicenda terrena e di ciò che è avvenuto dopo la sua morte e resurrezione. Sebbene rimandino alla cultura bizantina, questi mosaici, soprattutto quelli recenti, risentono del linguaggio romanico di quelli di San Marco, a Venezia.

Il chiostro della cattedrale è un vero capolavoro dell’arte della scultura e dell’intarsio di pietre dure. Le 228 colonnine gemine, ognuna delle quali presenta decori differenti, sono sormontate da elaboratissimi capitelli che sostengono archi d’ispirazione araba. Nell’angolo meridionale, il recinto quadrato con la fontana ad alto stelo evoca la forma del tronco di una palma. Un chiaro rimando alle magiche atmosfere delle dimore orientali.

Qui il link per le info sugli orari di apertura del Duomo di Monreale. Se volete invece fare una passeggiata in città e partecipare ad eventi e feste, vi consigliamo di visitare il sito di questa bellissima città siciliana.

Un evento da non perdere per immergervi nella tradizione e nella cultura siciliana è sicuramente la grande festa dedicata al SS. Crocifisso, patrono di Monreale: durante questi giorni (indicativamente a maggio di ogni anno), la piazza e le strade del paese si riempiono di persone. Molte si recano in chiesa per assistere alla novena che si celebra nei giorni antecedenti alla processione.

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Se volete ammirare le bellezze di Monreale, non vi resta che fare le valigie e partire… che aspettate?

Erice: tesoro medievale siciliano affacciato sul mare

Da una splendida posizione che sovrasta il panorama di Trapani….silenziosa, calma, tranquilla… proprio sulla sommità del Monte San Giuliano, si staglia Erice.

Un itinerario alla scoperta di Erice

Passate le sue mura di cinta (risalenti a ben il VII secolo avanti Cristo), attraversando le strette viuzze su cui si affacciano pittoreschi cortili fioriti, si ha la sensazione di essere catapultati in un’altra epoca….così perdendosi si avrà modo di visitare alcuni tra i suoi più bei tesori:

  • il Castello Normanno
  • il Duomo o Matrice
  • il Quartiere Spagnolo

Festival medievali tra le antiche chiese

Erice accoglie più di sessanta chiese, tra cui quelle di San Martino, San Cataldo, San Giuliano, San Giovanni Battista. Ogni estate, riecheggiano le musiche medievali recuperate alla memoria da artisti di fama internazionale proposte durante la Settimana di Musica Medievale e Rinascimentale.

All’origine di Erice

Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle. la città ha origini antichissime: secondo Tucidide, fu fondata dai Troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo la leggenda, i Troiani avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. Ma Erice fu un luogo di importanza strategica e religiosa anche per Romani, Cartaginesi, Greci e Normanni. Dal 1963 è sede del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, dedicato agli studi scientifici. Oggi, nel centro cittadino, posto sulla vetta dell’omonimo Monte Erice, risiedono poco più di 1000 abitanti, mentre la maggior parte della popolazione risiede a valle, nell’abitato di Casa Santa, proseguo della città di Trapani.

Se vi trovate in questa splendida città siciliana durante le vacanze pasquali, non potete mancare alla Processione dei Misteri di Erice, manifestazione religiosa che si celebra il Venerdì Santo. I confrati della Congregazione del Purgatorio aprono il corteo, indossando una tunica bianca ricamata di rosso. i Misteri sono portati in spalla e vengono allineati dinanzi la chiesa di San Giuliano, luogo di partenza. I confrati, pertanto, sono pronti per percorrere le suggestive strade cittadine, per far poi ritorno alle prime luci della sera.

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Come avete letto, Erice conserva intatto il fascino di antico bordo medievale animato da botteghe di artigianato tipico: le ceramiche finemente decorate, i tappeti variopinti tessuti a mano, i tradizionali dolci come la Genovese alla crema, dolce di pastafrolla con zucchero a velo sulla parte superiore e “Mustaccioli“, antichi biscotti fatti nei conventi di clausura. Non avete ancora fatto le valigie? Questo splendido tesoro medievale affacciato sul mare vi sta aspettando!

Farm cultural park: il festival di arte e architettura di Favara

farm-cultural-park

Un festival di Arte e architettura in Sicilia? Esiste a Favara, e quest’anno celebra il suo settimo anniversario esplorando i linguaggi dell’arte contemporanea, della musica e del design!

Il declivio di Monte Caltafaraci è stato nel corso dei secoli testimone di arte e tradizioni provenienti da culture che ne hanno forgiato la storia. Per questo la città di Favara oggi è ricca di reperti che ne testimoniano il travagliato passato. Tuttavia, una città di oltre 30.000 abitanti non può vivere esclusivamente di quello che è stato: l’incedere del tempo rende obsoleta qualsiasi cosa. Così, mentre i turisti internazionali continuano e continueranno a restare a bocca aperta di fronte alle meraviglie storiche della Sicilia, c’è una generazione di giovani che non si accontenta e intende rilanciare il profilo della città all’insegna del dinamismo, cogliendo quel che di buono ha da offrire la modernità.

Farm Cultural Parkfestival di arte e architettura è un progetto che punta proprio a questo: far convivere presente e futuro in un’ottica di reciproca valorizzazione.
Il progetto, giunto alla settima edizione, consiste in un Centro Culturale Indipendente dove arte e cultura fungono da strumenti nobili per rinnovare l’identità di Favara, proiettandola in avanti. Quest’anno la voglia di mettersi in gioco è alta, tanto che i fondatori hanno organizzato un festival di 7 giorni in cui arte, architettura, musica e design si mescoleranno per regalarvi divertimento e scoperta. Tra le tante performance e iniziative che si susseguiranno durante la settimana che va dal 23 giugno all’1 luglio 2017, ve ne segnalamo alcune:
Venerdì 23 giugno: ai Sette Cortili l’Architetto Raul Pantaleo dello studio TAMassociati, già Curatore del Padiglione Italia della quindicesima Biennale di Architettura di Venezia, dopo aver incontrato i bambini di Sou della Scuola di Architettura per bambini presenterà il suo libro “La sporca bellezza”, edito da Elèuthera e frutto delle tantissime sfide di architettura affrontate dal suo studio nei posti più impervi del pianeta.

Sabato 24 giugno: al Giardino della Kolymbethra,  nel Parco Valle dei Templi di Agrigento, Farm cura una delle serate estive del FAI proponendo uno spettacolo onirico ed emozionale: “Il tempo dei limoni” a cura del Collettivo MoDem / Scenario Pubblico. A seguire Sergio Beercock + MNTY: artista anglo-siciliano che tra voce, elettronica e teatro sorprenderà il pubblicodella Valle. Infine un piccolo omaggio di Claudio Collovà a Ludovico Corrao, fondatore delle Orestiadi di Gibellina, a testimoniare un uomo che ha costruito moltissimo e che viene ricordato come un esempio unico in Sicilia.

Domenica 25 giugno:festival di arte e architettura alle 19.00 si festeggia la chiusura dell’anno di Sou, con il patrocinio del Politecnico di Milano. I bambini della Scuola presenteranno il loro progetto di fine anno: suggestione per la Città di Favara e i suoi abitanti, il progetto consiste di un complesso immobiliare da collocare nell’area del crollo che ha determinato la scomparsa delle piccole Chiara e Marianna, nella costruzione di un’accogliente casa moderna per i bambini migranti che sbarcano in Sicilia senza genitori e di un piccolo Museo per la tutela dei diritti dell’infanzia.

Martedì 27 giugno: alle 19.00 tutti al QUID per l’inaugurazione della seconda edizione del Fuori Farm, quest’anno dedicata al Giappone per celebrare il 150° anniversario delle relazioni istituzionali tra i nostri due paesi. Fuori Farm è un evento internazionale che coinvolge i visitatori in un’esperienza urbana dove arte e architettura ridefiniscono la bellezza.

Mercoledì 28 giugno: assisterete all’inaugurazione del Mercato Sette Cortili, il nuovo grande progetto Farm Cultural Park che prevede la valorizzazione dello street food siciliano nato da sforzi, sacrifici e tanta passione.

festival di arte e architetturaGiovedì 29 e Venerdì 30 giugno: Moshi moshi call from Tokyo: Farm e Favara battono bandiera giapponese! Saranno infatti due giornate di incontri, scambi, amicizia e divertimento con una delegazione di 60 artisti giapponesi appartenenti alla Japan Artists International Society.
Giovedì: alle 18.00 Farm Cultural Park inaugura al Castello Chiaramonte, a Palazzo Cafisi e ai Sette Cortili “L’Arte è di Tutti”, la 49° edizione della Japanese Today Visual Art Exhibition, che prevederà l’esibizione di ben 275 artisti giapponesi per un’immersione dei sensi nella cultura del Sol Levante. Tra gli artisti anche Kurihara Koho che si esibirà in un’intrigante performance di calligrafia.
Venerdì: Alle 19 “What is CO-Dividuality?”, esposizione che indaga il rapporto degli spazi pubblici all’interno di edifici privati -e viceversa- perpetrato dall’architettura post-individualista dell’era della Sharing Economy, con un particolare focus sul tema delle «Shared Houses», presentando progetti dei nomi più importanti dell’architettura giapponese tra cui Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, entrambi vincitori del Premio Pritzker.
Alle ore 20 accoglieremo Hon. Samuel Kofi Ahiave Dzamesi, Ministry of Chieftaincy and Religious Affairs del Ghana, al quale sarà presentato il lavoro di residenza di arte relazionale dell’artista-antropologa italo-americana Noel Gazzano. Noel, attraverso la realizzazione di un “indumento universale”, cioè adatto a qualunque persona a prescindere da età, sesso e dimensione socio-culturale, mira a promuovere l’uguaglianza di tutti gli esseri umani.

festival di arte e architetturaSabato 1 luglio tutti pronti per soffiare le candeline: a partire dalle 19 si celebrerà in grande il compleanno di Farm Cultural Park! Sarà difficile riconoscere i Sette Cortili con la nuova facciata di Raft progettata dal collettivo portoghese di architetti Ponto Atelier, e vivacizzata da Riad Farm, il progetto curatoriale a base di musica, illustrazione e giardinaggio a cura di Chiara Manchovas e Andrea Buzzi che vi farà perdere nella suggestività della location. Infine alle 22.00 è festa: prima con il live di Nicolò Carnesi, che in 3 anni ci ha regalato i due gioielli di “Ho una galassia nell’armadio” e “Bellissima noia”, rinvigorendo meravigliosamente il panorama del cantautorato italiano, poi voglia di dance all night con il DJ Ignazio Gullo, che si preoccuperà di non farvi stare fermi neanche un istante.

Anche quest’anno i creatori di Farm Cultural Park sono riusciti a creare un festival di arte e architettura di assoluto spessore per tutti gli appassionati in materia, alzando notevolmente l’asticella della qualità in termini di valorizzazione culturale urbana. Noi di Sicily & Sicilians non possiamo far altro che consigliarvi questa esperienza che non solo vi intratterrà divertendovi, ma vi arricchirà anche a livello umano, culturale e sociale.

 

Arte, cultura, chiese e palazzi: lo splendido quartiere della Kalsa di Palermo!

Eccovi alcune delle migliori tappe (chiese, ville e palazzi) all’insegna della cultura e dell’arte, da non perdere assolutamente alla Kalsa, quartiere di Palermo in cui sorge Palazzo Forcella De Seta, la splendida location in cui verrà ospitata la prima MostraEvento siciliana. Un giro turistico da fare esclusivamente a piedi che non vi deluderà.

Leggi tutto “Arte, cultura, chiese e palazzi: lo splendido quartiere della Kalsa di Palermo!”

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Antonino Di Trapani

Credete che la poesia sia oramai un genere letterario morto? Specialmente quella scritta in dialetto? Oggi vi presentiamo un giovane siciliano che vi farà ricredere su tutto quello che avete pensato fino ad ora.  Antonino Di Trapani, classe 1978, è un poeta-filosofo “siciliano doc” che compone poesie scritte in dialetto siciliano e che proprio per questa sua passione si fa chiamare “Il Re Poesia”. Il giovane poeta, oltre che scrivere nel dialetto locale, compone opere anche in numerose lingue straniere ma la sua preferita rimane comunque l’antica lingua della sua amata Terra: la Sicilia. Incuriositi e desiderosi di capire cosa significhi essere un poeta nel 2017, abbiamo rivolto una breve intervista ad Antonino Di Trapani.

 

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Ciao Antonino, innanzitutto complimenti per la tue poesie! Spiegheresti ai nostri lettori chi sei e cosa fai?

Ciao ragazzi, un caro saluto a voi e ai vostri lettori! Sono un poeta-filosofo palermitano, vivo e creo suggestioni letterarie a Palermo. Scrivo versi non solo in italiano e in lingua siciliana, ma altresì in francese, inglese, e spagnolo; finora ho pubblicato quattro sillogi poetiche: “Le voci del cuore” nel 2015, “Au nom de l’amour”, “Fino alla morte del sole”, e “Faiddi d’infinitu” nel 2016. Quest’ultima fresca vincitrice della diciottesima edizione del premio Ignazio Buttitta, contiene al suo interno la lirica “Cusu ricordi” premiata alla kermesse letteraria internazionale Città di Marineo. Altre sei opere letterarie già terminate attendono invece prossima pubblicazione. Tra esse c’è una ricca raccolta di riflessioni filosofiche, collezioni di poesie in lingua straniera, nazionale e regionale. Sono anche paroliere di testi canori e un collezionista di scatti fotografici personali a sfondo artistico.

Se ti dovessi descrivere utilizzando solo 3 parole, quale useresti?

Idealista, Sincero, Romantico.

Da dove nasce questa tua passione?

Nasce dal desiderio di riuscire a scindere l’atomo della verità, affinché si sprigioni una benefica energia rinnovabile d’amore, accessibile a tutti coloro che ambiscono a rivendicare il loro status d’essere umani pensanti, a tutti i cocciuti che rimangono ad oltranza padroni di sogni inalienabili.

FAIDDI D'INFINITU- Antonino di trapaniCom’è la vita di un giovane poeta siciliano nel 2017?

Come la vita di un Eschimese a Marrakech, trovatosi davanti a un caotico bazar di voci dissonanti nella canicola africana del 15 Agosto. La società attuale è succube della precarietà emotiva; la crisi economica e la susseguente mancanza di soddisfacenti visioni prospettiche, che portino a credere con fiducia nel futuro, hanno favorito l’attuale decadenza, il drastico ridimensionamento della resilienza collettiva e l’allontanamento degli uomini dalla cultura, dalla spiritualità dell’arte. Oramai viviamo nella barbarie dell’egocentrismo assoluto che svilisce i fertili sentimenti. Dove regna l’egoismo non c’è posto per la sensibilità, non c’è spazio per l’unità che rivendica bisogni e diritti. Il sole ha un’importanza rilevante perché opera in un sistema di pianeti fluttuanti tra forze d’equilibrio, che generano unità negli intenti universali di madre natura. Nonostante quindi il campo esistenziale del 2017 presenti voragini inquietanti e un evidente processo di laterizzazione, l’aratro della mia penna rifiuta la resa, hasta la cosecha siempre! Trigo o muerte, venceremos!

Tu sei un ottimo esempio di artista che non segue le mode e che anzi cerca, in controtendenza, di far rivivere le tradizioni del passato. Noi di Sicily & Sicilians vogliamo esaltare le eccellenze sicule e tu rappresenti proprio una di queste. Proprio per questo motivo, vuoi dire qualcosa a tutti i tuoi giovani conterranei che magari come te hanno una passione “atipica” ma si sentono “fuori luogo” e mettono il loro talento da parte per omologarsi alla contemporaneità?

La tradizione è una verità che viene dal passato. Non ha la scadenza come lo yogurt, dunque è cosa buona e giusta tenerla cara anche nel presente e nel futuro. Ai giovani dico che rinnegare sé stessi significa conoscere la morte in anteprima respirando ancora, l’arte rende liberi anche gli schiavi in catene.

 

Qui il link del profilo delle opere artistiche di Antonino, enjoy! 🙂

Centri d’innovazione in Sicilia

Arte, cultura, ICT, fashion… sono davvero tanti i settori in cui la Sicilia è molto più ricca di innovazione di quanto mai si possa pensare! Come ben sapete ormai, in questi mesi abbiamo cercato, mappato, intervistato i più significativi ed importanti centri d’innovazione che abbiamo nella nostra bella Sicilia e ora abbiamo pensato di farvi appositamente una mappa. Sono davvero tanti i giovani che, seppur affrontando mille difficoltà, lottano per realizzare il loro sogno rimanendo allo stesso tempo in Sicilia, terra non nota per la sua innovazione; noi d’altro canto ovviamente non possiamo che esserne super-fieri!

Speriamo che tramite questa mappa riusciate ad identificare meglio questi poli innovativi e chissà…magari a breve deciderete di andare a visitarli! 🙂
Mentre noi continuiamo la nostra ricerca in lungo e in largo (l’innovazione non finisce mai!), voi godetevi intanto questi nostri piccoli suggerimenti…

I progetti che abbiamo selezionato sono frutto di idee innovative di giovani siciliani di talento e si concentrano nelle più importanti città dell’isola. Qui di seguito trovate l’elenco.

Per la Provincia di Palermo al momento abbiamo selezionato:

Per la Provincia di Catania invece ecco qui il progetto scelto:

Per la Provincia di Agrigento abbiamo infine:

Per la Provincia di Ragusa abbiamo:

Per la provincia di Caltanissetta:

 

Per la Provincia di Siracusa infine:

 

 

Conoscete altri centri d’innovazione nella nostra Sicilia e volete farcelo sapere? Siete andati in quelli che vi abbiamo segnalato e volete raccontarci la vostra esperienza? Scriveteci qui!

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Ludwig

Quello che stiamo per presentarvi oggi è un progetto made in Sicily che vi cambierà la vita o perlomeno faciliterà sicuramente le vostre traduzioni in inglese. Grazie ad un gruppo di giovani siciliani nasce Ludwig, un motore di ricerca linguistico che ti aiuta a scrivere in un inglese perfetto e che prende il nome da un celebre filosofo. Il cugino italiano di Google, così come lo definiscono i suoi creatori, sta lentamente ottenendo così tanto successo che presto sarà disponibile per cellulare e tablet. Sappiamo bene quanto il percorso di una start-up verso il successo sia difficile e pieno di sfide, soprattutto se si decide di puntare su di un progetto innovativo e restare allo stesso tempo in una terra come la Sicilia; ma proprio per questo vogliamo spronare i giovani e parlare di chi “ce la sta facendo”… così abbiamo rivolto alcune nostre domande a Daniele Tagliavia, uno dei membri del team della start-up creatrice di Ludwig.

In modo molto semplice, cos’è Ludwig?team Ludwig 1

Ludwig è un motore di ricerca linguistico pensato per consentire a chiunque di scrivere in un perfetto inglese. É un sistema di supporto alla scrittura basato sull’imitazione di testi provenienti da fonti affidabili (giornali, pubblicazioni scientifiche, etc.). A noi piace descriverlo come un cugino di Google, specializzato in linguistica computazionale.

Perché avete scelto proprio questo nome? 

Ludwig è il nome di battesimo di Wittgenstein, padre della filosofia del linguaggio e da sempre fonte d’ispirazione per il nostro progetto!

Dato il successo che state ottenendo, cosa vi aspettate che accada nei prossimi anni?

Difficile per una startup guardare così in avanti nel tempo. Nei prossimi mesi ci occuperemo di allargare la nostra già numerosa user base. Continueremo a sviluppare Ludwig per renderlo più performante. Il salto di qualità arriverà con il rilascio – ormai prossimo – delle app per tablet e cellulare.

Diciamo che la Sicilia non è la terra più facile dove fare innovazione ed è proprio per questo che “vi adoriamo”… ritenete che con un progetto così internazionale e tecnologico riuscirete a portare avanti la vostra iniziativa continuando a far base ancora in “terra sicula”? 

Uno dei nostri obiettivi nel lungo pteam Ludwig 2eriodo è crescere abbastanza da riuscire ad attrarre talenti da ogni parte del mondo, ma sappiamo che non sarà facile. Amiamo la Sicilia ma ci sentiamo comunque lontani dal cliché dei siciliani partiti con la valigia di cartone, tornati per cambiare le sorti dell’isola. Noi vogliamo che Ludwig cresca e che funzioni, se sarà in Sicilia ne saremo felicissimi, ma siamo pronti a spostarci anche al Polo Nord se necessario.

Intanto lavoriamo, cresciamo e quando sarà il momento decideremo.

Così come anche Sicily & Sicilians anche Ludwig nasce dall’idea di un gruppo di giovani siteam Ludwig 3ciliani. Cosa suggerite ai vostri concittadini che spesso a causa di varie difficoltà, rinunciano a realizzare il proprio sogno?  

Come recita un adagio popolare siciliano “Cu nesci, arrinesci”. Oltre al trasloco fisico e sempre salutare ad altre latitudini, oggi anche internet aiuta. Permette di superare le barriere geografiche, sociali, economiche e infrastrutturali che impastoiano questa terra. Non ci sono bacchette magiche, né ricette valide per tutti. Le uniche cose che contano sono tantissimo impegno, una dedizione incrollabile ma soprattutto molto molto coraggio.

 

Per saperne di più vi invitiamo a visitare il sito ufficiale dei nostri amici: https://ludwig.guru

 

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Marco Gallo

Sappiamo bene che la nostra Sicilia è piena di giovani di talento e uno di questi è sicuramente Marco Gallo.
Marco Gallo è un giovane regista originario di Agrigento, che ha abbandonato la sua amata città per seguire il suo grande sogno: diventare un regista e riuscire a raccontare le sue storie attraverso i video. Questa passione nacque in lui quando l’artista era ancora adolescente e il padre per puro caso gli regalò una videocamera. Il regista, benché abbia anche progetti al di fuori della Sicilia, non dimentica la sua terra. Infatti ha già in cantiere diversi progetti tutti siciliani per i prossimi mesi. Dopo essere venuti a conoscenza di “1768 giorni”, film che ha girato su Totò Cuffaro, famoso esponente politico siciliano, abbiamo deciso di proporgli una breve intervista.

Ciao Marco! Come ti definiresti, se dovessi utilizzare solo 3 parole?

Determinato, positivo e folle. Avrei voluto scrivere bello e affascinante ma con gli anni qualcosa è andato storto. Scherzi a parte aggiungerei smarco galloicuramente ambizioso.

Ci racconti il tuo percorso e di cosa ti occupi?

Io sono andato via da Agrigento a 18 anni e all’epoca ero determinato, positivo e folle. Ho studiato cinema a Cinecittà con il sogno di raccontare storie, di mostrare il mio modo di vedere le cose e di comunicare. Sono passati dieci anni e non vedo nulla di diverso se non l’esperienza di anni di sacrifici, lavoro ed errori. Questi sono determinanti in un percorso di crescita. E sicuramente qualche soddisfazione negli anni che non guasta mai.

 Da dove è nata questa tua passione per la regia?

A 16 anni mio padre mi regalò una videocamerina per le vacanze. Si trasformò in un mezzo di comunicazione per la mia vita. Ho sempre immaginato storie, pensieri, frasi e serviva soltanto un gesto che mi aprisse gli occhi ed un mezzo per raccontarle. Così, quando capii che non avrei vinto un pallone d’oro o una medaglia d’oro olimpica mi ritrovai da solo con la videocamera e capii che non era casuale.

Ci racconti meglio del video su Totò Cuffaro che hai girato?

Official Poster 1768 GIORNI
1768 Giorni è un docufilm che racconta la storia di un ex Presidente che all’apice della sua carriera ha perso tutto il potere che aveva e dopo 1768 giorni ha riaquisito la sua libertà come uomo, una seconda vita. E‘ una storia molto importante secondo me, un pezzo di storia della Sicilia perchè Totò Cuffaro è stato l’unico politico ad aver scontato una pena in carcere, è stato per molti Il Presidente ed oggi viene ancora “osannato“ da molte persone, una cosa stranissima che mi ha spinto a raccontare questa storia. L’ho seguito a Roma, in Sicilia, in Africa…e lì abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria e indimenticabile. 1768 GIORNI è sicuramente uno dei miei progetti più importanti.

Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri? Avranno sempre come focus la nostra Sicilia?

Uno sì, assolutamente. La Sicilia per me è sempre Casa, ho girato in passato diversi video ad Agrigento, la mia città. E continuerò a farlo. Ma il prossimo video in uscita sarà la mia versione definitiva del mio sguardo su Agrigento e marco gallo 2provincia e farà parte del progetto “City of the temples“ del fondatore Cristian Moncada , un progetto turistico e culturale innovativo a mio avviso, e verrà presentato il 24-25 Febbraio al Forum del turismo al parco archeologico della Valle dei Templi.

Poi continuo a preparare la seconda edizione del Farm Film Festival, una rassegna cinematografica internazionale di cortometraggi al Farm Cultural Park che si terrà dal 17 al 20 agosto. Non vedo l’ora. Vivo a Roma da dieci anni ma sono e sarò sempre agrigentino e siciliano.

Sicily & Sicilians si ripropone di diffondere le eccellenze siciliane in Italia e all’estero. Tu che sei un giovane siciliano di talento e sei apprezzato in tutta Italia hai qualche consiglio da dare ai tuoi coetanei che come te hanno una grande passione e faticano a realizzarsi?

La prima cosa che consiglio è quella di ascoltare se stessi e guardare in faccia alla realtà. Inutile prendersi in giro sperando che la fortuna arrivi dal cielo, è totalmente inutile dare per scontate le cose se non le proviamo e non diamo il massimo in ciò che facciamo, è inutile fare le cose solo per soldi senza passione e nel momento in cui un giovane impara ad ascoltare se stesso e guardare in faccia alla realtà, inizierà a capire cosa vuole realmente dalla sua vita e poi potrà iniziare a pensare a come ottenere ciò che vuole.

Quando si fatica a realizzarsi è perchè non si hanno le idee chiare e la giusta determinazione, ci vuole molto spirito di sacrificio in quello che si fa, bisogna saper rinunciare a qualcosa, bisogna saper accettare le sconfitte ed essere consapevoli dei propri errori. Maimarco gallo3 cercare di avere sempre ragione, si parte già in torto. Poi, sinceramente, penso che per me non sia ancora arrivato il momento di dare consigli. Per me questo non è un punto di arrivo ma soltanto l’inizio.

Vuoi aggiungere qualcosa che non ti abbiamo chiesto?

No, quello che non mi viene chiesto oggi spero sia di buon proposito per essere chiesto una prossima volta.

 

Per conoscere altro su Marco visitate il suo sito: www.marcogallo.it

 

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Polline Art

Polline Art è un progetto made in Sicily creato da due giovanissimi con la passione per l’arte e per il mondo del web.

Il progetto è un servizio pensato per ogni artista, dal più adulto al più giovane, che con poco sforzo sia economico che di tempo, può caricare le sue opere sulla piattaforma. In questo modo ognuno può tutelare il suo diritto d’autore ed evitare così diffusioni illecite dei suoi lavori.

Incuriositi, abbiamo rivolto alcune domande ad Amalia, una dei fondatori di Polline Art.

Chi sei e come è nata l’idea per Polline Art?pollineart1-300x170

Mi chiamo Amalia, ho 22 anni e da sempre nutro la passione per la scrittura, la lettura, il marketing, l’arte e il mondo del web.
L’idea di Polline è arrivata due anni fa mentre mi trovavo con Fabrizio a spasso dentro Farm Cultural Park, un centro culturale di nuova generazione nato nel cuore di Favara, in Sicilia. Chiacchierando con artisti, notammo il forte timore di diffusioni illecite delle loro opere sul web. Da lì il suggerimento di utilizzare la blockchain per garantire la propria paternità.

Descrivi il vostro progetto.

Il progetto Polline è oggi un servizio pensato su misura per ogni artista di vecchia e nuova generazione che decide di prendersi cura delle proprie creazioni. È stato pensato, progettato e realizzato insieme agli artisti; grazie al loro contributo ed ai loro consigli è venuto fuori un progetto semplice, immediato ed economico. Gli artisti che decidono di utilizzare Polline per tutelare il proprio diritto d’autore dei loro lavori spendono in media cinque minuti del loro tempo e con pochi euro il gioco è fatto.

Quali sono i vostri obiettivi per l’immediato futuro? 

Penso che tra i nostri obiettivi ci sia quello di crescere in maniera vertiginosa. In questi giorni stiamo lavorando all’automatizzazione di alcuni processi, questo ci consentirà di lavorare più velocemente e di soddisfare in minor tempo le richieste degli artisti che fanno parte di Polline Art.

Dove vi aspettate di essere tra 3 anni? 

Il progetto porta un nome importante. Si chiama Polline perché con la stessa leggerezza e naturalezza auspica a far arrivare le opere d’arte ovunque e con estrema sicurezza per l’autore. Forse potrei rispondere che mi aspetto di essere ovunque, come il polline.

Arte ed innovazione: per molti sembrerebbe uno strano binomio. Ci potreste spiegare meglio come lo intendete voi? 

Abbiamo sempre visto l’innovazione insieme alla tecnologia come strumenti che risolvono problemi. Gli artisti ci hanno svelato qualcosa che impediva loro di trasferire cultura mediante uno strumento assolutamente contemporaneo: Internet. Questo per noi non era e non è accettabile. Senza innovazione Polline non ci sarebbe, le opere degli artisti non sarebbero al sicuro e così sia gli artisti che gli appassionati d’arte sarebbero meno contenti per diversi motivi.

Processed with VSCO with a6 preset

E di contro, Sicilia e innovazione, spesso sembra un binomio impossibile. Cosa manca secondo voi affinché la Sicilia possa essere al passo con altre regioni d’Italia più all’avanguardia?

A volte accostare il concetto di innovazione alla Sicilia fa storcere il naso è vero. Eppure abbiamo molti esempi di progetti innovativi nati e cresciuti proprio in Sicilia. Il nostro progetto muovendosi e vivendo online ha avuto meno difficoltà per allinearsi con le altre realtà. Ad ogni modo anche se sembrerà un gran cliché, confido tanto nei ragazzi della nostra età, la faranno loro la rivoluzione. Con fatica, ma la faranno.

Così come Sicily & Sicilians, anche Polline Art è dedicata e pensata ai giovani artisti emergenti. Cosa consigliate ai giovani che vogliono affermarsi nel mondo dell’arte e che purtroppo incontrano svariate difficoltà, soprattutto in Sicilia?

pollineart3-300x225L’unico consiglio che mi sento di dare è…viaggiate! Consiglio caldamente per chi ne ha la possibilità di girare il mondo in lungo ed in largo. Così saranno in grado di conoscere molta gente, di stringere relazioni con diverse figure professionali. Consiglio loro di parlare a lungo con tutti, di ascoltare i consigli, anche quelli più banali. Guarderanno invece di vedere, ascolteranno invece di sentire. Consiglio loro di bruciare le tappe e di correre, di sbagliare frequentemente, di studiare svariate cose anche fuori dal settore d’interesse. La vita è un continuo pedalare, si deve andare spediti verso il tutto e poi raccogliere.

Volete approfondire? ecco il sito dei nostri amici: blockchain.polline.org

 

BEST PRACTICE MADE IN SUD: PastActivity

PastActivity è un’associazione culturale siciliana nata nel 2016 dall’idea e grazie all’impegno di due archeologi, Laura e Giovanni che si sono avvalsi della collaborazione esterna di una collega, Claudia.

Gli obiettivi principali che l’associazione PastAcitivity si ripropone sono la valorizzazione del territorio siculo e la riscoperta del maestoso patrimonio culturale attraverso eventi ed attività per favorire così una migliore conoscenza del passato e delle tradizioni dell’isola.

locandina definitivaIl primo grande evento di rievocazione storica in Sicilia si terrà presso la Valle dei Templi di Agrigento il 6 e 7 maggio 2017. Tutti coloro che prenderanno parte all’iniziativa potranno rivivere l’atmosfera che si respirava ad Akragas nel III sec. a.C. quando la città era contesa tra i Romani e i Cartaginesi, partecipando alle numerose attività previste dal programma.

Incuriositi da questo progetto, abbiamo rivolto alcune domande ad uno dei due archeologi fondatori di PastActivity, Laura Danile.

Come è nata l’idea?

L’idea è nata dall’intento di organizzare qualcosa di nuovo in Sicilia che potesse richiamare molta gente dentro una delle aree archeologiche più belle dell’isola e soprattutto rivolgersi a un pubblico nuovo e diverso da quello consueto. In particolare vorremmo coinvolgere i millennials che sono quelli che meno frequentano l’area.

Hai incontrato difficoltà (burocratiche o emotive) nel tuo cammino, soprattutto considerando l’importanza della location scelta e le modalità di svolgimento del progetto stesso?

Non vi nascondo che il progetto è complesso e ambizioso e che un po’ ci spaventa ma abbiamofoto gruppo Pastactivity avuto sempre riscontri positivi e piena disponibilità da parte dell’Ente ospitante che è il nostro main partner e ci ha aperto le porte e fornito tutto il sostegno di cui abbiamo bisogno. Poi abbiamo creato una rete di professionisti che, ciascuno per il suo settore di competenza, collaborano con grande entusiasmo e si sono lasciati coinvolgere a 360 gradi anche su altri aspetti non strettamente tecnici. Direi che finora tutto è filato liscio anche se ancora la strada è tutta in salita.

Esprimi in 3 parole l’essenza del progetto.

Storia, Spettacolo, Emozione.

Qual è il fine della vostra iniziativa?

Contribuire a rafforzare il legame tra la collettività e i luoghi della cultura, consentire che siano percepiti come luoghi da vivere, da scoprire, da riscoprire, nei quali emozionarsi, divertirsi, incontrarsi, e perché no, creare un nuovo margine di lavoro per i giovani professionisti del territorio. Il lavoro la nostra generazione deve inventarselo con coraggio.

Sopralluogo_Arti_Director-14Pensate di riproporre esperienze del genere nel prossimo futuro?

Certo, speriamo di si.

La vostra organizzazione esalta una ben nota eccellenza siciliana e ciò è pienamente in linea con l’obiettivo di Sicily & Sicilians, allo stesso tempo coinvolge numerosi giovani; come pensate che questi due fattori possano essere combinati per la promozione della nostra Terra?

Siamo pienamente convinti che questi fattori siano la forza della nostra terra, ricca di storia, cultura, fascino che chi ci vive e la ama può trasmettere ai viaggiatori. I giovani, come noi, devono crederci e impegnarsi per questo, mettere a frutto le loro competenze per promuovere questa terra meravigliosa.

 

Per altre info su PastActivity: http://www.pastactivity.it/

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Orange Fiber

Se vi dicessimo che tra pochi mesi nei vostri negozi preferiti potrete acquistare capi d’abbigliamento fatti di agrumi ci credereste?

logo-of-03Ebbene sì, è proprio Orange Fiber il primo tessuto sostenibile creato utilizzando i sottoprodotti dell’industria agrumicola. Un progetto made in sud, nato quasi per caso grazie ad una foto apparsa sui social network che ritraeva un campo di agrumi abbandonato che spinge una giovane siciliana, appassionata tanto del mondo della moda e dei tessuti sostenibili quanto innamorata della sua Terra, ad avere questa entusiasmante idea “green”.

Puntando ad una produzione green, alla trasparenza e al completo rispetto dell’ambiente Orange Fiber si appresta ad essere il first mover del settore nel contesto italiano.

Per saperne di più su questa entusiasmante creazione abbiamo intervistato Adriana Santanocito, ideatrice del progetto ed Enrica Arena.

Cos’è Orange Fiber e quali le sue principali caratteristiche?

Risponde Adriana Santanocito – “Orange Fiber è il primo tessuto al mondo creato dagli agrumi”.

Esso viene realizzato a partire dal “pastazzo” d’agrumi, ossia quel residuo umido che resta al termine della produzione industriale di succo di agrumi e che ad oggi deve essere smaltito con importanti costi per l’ambiente e per le industrie di produzione.

Grazie all’innovativo processo brevettato, siamo in grado di sfruttare le potenzialità del pastazzo per l’estrazione della cellulosa d’agrumi atta alla filatura, trasformando questo scarto in un nuovo materiale capace di rispondere alle esigenze di sostenibilità ed innovazione del comparto tessile-abbigliamento e al bisogno dei consumatori di moda di avere accesso a prodotti capaci di coniugare etica ed estetica.

Le varianti di tessuto finora prodotte comprendono un raso e un popeline – ottenuti tessuto il nostro esclusivo filato insieme alla seta comasca e all cotone – e un twill 100% Orange Fiber, impalpabile e leggero, simile alla viscosa.

Per le produzioni future abbiamo messo a punto una serie di processi che ci consentono di produrre varie tipologie di tessuti, dai più str_DSC8289 copiautturati ai più delicati, in modo da soddisfare tutte le esigenze di creazione dei brand di moda.

Come e quando è nata l’idea di creare un tessuto da un prodotto organico come l’arancia? Oggi a che punto siete?

Il sogno di Adriana Santanocito – ideatrice del progetto – è sempre stato quello di portare valore alla propria terra attraverso la creazione di un nuovo materiale per la moda, la sua grande passione.

Nel 2011, nel corso dei suoi studi in Fashion Design e materiali innovativi all’AFOL Moda di Milano, Adriana intercetta il trend dei tessuti sostenibili e decide di approfondire l’argomento nella sua tesi.

Parallelamente, entrando in contatto con i produttori di agrumi, rimane molto colpita dalla sofferenza del settore.

Una foto in particolare, condivisa sui social network da un amico comune, agronomo, che ritraeva un agrumeto abbandonato – ovvero in cui nessuno curava gli alberi né ne avrebbe raccolto i frutti – fa scattare la scintilla: perché non utilizzare gli agrumi per creare un tessuto innovativo e sostenibile capace di dare nuovo slancio al comparto manifatturiero italiano e generare valore per il territorio?

Dalla teoria esposta nella sua tesi, attraverso la collaborazione con il laboratorio di Chimica dei Materiali del Politecnico di Milano, riesce finalmente a provare la fattibilità del processo – per il quale deposita il brevetto italiano, esteso poi in PCT internazionale nel 2014 – ed arrivare alla pratica: creare una fibra dagli agrumi è possibile.

E’ durante lo sviluppo del processo, che scopre l’altra grave questione che affligge il settore agrumicolo siciliano: lo smaltimento dei sottoprodotti della spremitura – ovvero di tutto quello che resta dopo la produzione industriale di succo – che vale circa 1 milione di tonnellate l’anno in Italia – e la cui gestione comporta ingenti costi economici per le industrie di trasformazione e impatta l’ambiente.

A quel tempo condividevamo la stessa casa a Milano, città in cui anche io mi ero trasferita per studiare comunicazione e cooperazione internazionale, immaginando un futuro nell’imprenditoria sociale.

Mi parlò della sua idea e ne rimasi colpita: la sostenibilità e la tutela dell’ambiente ci hanno unite e da quel giorno lavoriamo fianco a fianco ad Orange Fiber, il primo tessuto sostenibile creato a partire dai sottoprodotti dell’industria agrumicola.

Attualmente stiamo lavorando all’ottimizzazione del processo di produzione industriale e alla prima commercializzazione del tessuto.filename059

Entro la prima metà del 2017 contiamo di poter presentare al mercato i primi capi realizzati con il nostro esclusivo tessuto dagli agrumi da un brand di moda, che ne sposi i valori etici e dia forma al tessuto mostrandone le potenzialità.

Quanti e quali tipi di riscontri hai avuto del tuo progetto? Un maggiore interesse da aziende italiane o estere?

La nostra Orange Fiber ha suscitato e continua a suscitare molta curiosità e interesse da parte di aziende, brand e imprenditori appartenenti ai settori più disparati, dalla moda al tessile casa, dal packaging all’automotive.

Dal 2014 – anno di fondazione dell’azienda – in particolare, abbiamo raccolto numerose manifestazioni d’interesse da diversi top fashion brand italiani e stranieri, a testimonianza della grande richiesta da parte del comparto moda di nuovi materiali, innovativi e sostenibili del fatto che i nostri prodotti soddisfano le esigenze di innovazione, sostenibilità e qualità richieste dal comparto moda lusso.

Le arance sono l’oro della nostra isola e come tutti sappiamo gran parte di esse non entrano nel mercato e finiscono al macero. Tu hai capito come usare questo oro unendo la tradizione agroalimentare siciliana con la moda. Pensate, che altri progetti possano nascere da questa intuizione?

Note: Ci teniamo a precisare che per produrre i tessuti Orange Fiber non impieghiamo i frutti esclusi dal mercato del fresco e destinati al macero, ma i sottoprodotti agrumicoli, cioè tutto quel che resta al termine della spremitura industriale delle arance per la produzione dei succhi di frutta.

Negli ultimi anni la moda ha vissuto profonde trasformazioni, sia per quanto riguarda i processi produttivi che per la scelta dei materiali, prendendo sempre di più consapevolezza del suo impatto e del bisogno di ripensare i modelli per accontentare i consumatori e il mercato, sempre più attenti alla qualità e alla tutela della salute e dell’ambiente.

Con Orange Fiber intendiamo innanzitutto rispondere a queste nuove richieste offrendo un tessuto elegante e di qualità, capace di unire etica ed estetica e conservare intatte le risorse del pianeta per le generazioni future.

Crediamo che il nostro modello – basato sulla creazione di un nuovo materiale per la moda a partire dagli scarti alimentari – possa essere applicato anche ad altri prodotti alimentari e rappresentare una valida e più sostenibile risposta alla crescente richiesta di cellulosa per uso tessile da parte del mondo della moda – dovuta alla volatilità dei prezzi del cotone e del petrolio – preservando al contempo le risorse del pianeta per le generazricerca2ioni future.

Dove volete che Orange Fiber arrivi tra qualche anno?

Nel medio termine prevediamo di continuare a testare, migliorare e scalare la nostra idea di business, sviluppando ulteriormente il nostro processo sul modello dell’economia circolare e consolidando la nostra presenza nel mercato dei tessuti sostenibili e innovativi.

Con Orange Fiber, infatti, vogliamo diventare il first mover italiano nel segmento dei tessuti sostenibili attraverso una produzione “green” di tessili cellulosici da fonti rinnovabili e creare un marchio tessile altamente riconoscibile e differenziato dagli altri per l’impegno nella tutela dell’ambiente e la trasparenza dell’intera catena di produzione.

SicilyandSicilians nasce con l’obiettivo di promuovere le eccellenze della nostra terra anche grazie alla valorizzazione dei più giovani e nello specifico dell’arte contemporanea delle nuove generazioni. Vuoi dirci la tua? Che consiglio/input vuoi darci?

Apprezziamo molto il progetto di Sicily and Sicilians e crediamo che possa rappresentare un’ottima vetrina per i giovani aspiranti artisti e imprenditori. La nostra esperienza ci insegna che fare rete e mettere a sistema le eccellenze del territorio – come vi proponete di fare – può fare la differenza nello sviluppo del proprio progetto, imprenditoriale o artistico che sia. Grazie al networking è possibile reperire le competenze necessarie a sviluppare la propria idea, acquisire partner affidabili e l’adeguata visibilità per emergere. Avanti così Sicily and Sicilians!

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Qui rip le Tue Ceneri

Oggi vi presentiamo un progetto che unisce l’utile al dilettevole e che riguarda tutti coloro che hanno il cattivo vizio di fumare, pur sapendo di commettere un grave errore. Sono tantissimi i modi ed i mezzi per cercare di togliersi il sicily1vizio: gomme da masticare, sigarette elettroniche, varie terapie mediche, etc…ma chi di voi ha mai pensato di poter smettere grazie ad un’urna posacenere?

E’ questa l’originalissima idea che ha avuto la creatrice del progetto “Qui rip le Tue Ceneri“, che utilizza questo particolare oggetto di design per lanciare un forte messaggio, sostenendo così la campagna sociale antifumo.

A seguito troverete l’intervista a Rosangela Leotta, l’ideatrice di questo innovativo oggetto, che sta riscuotendo man mano sempre più successo.

Cosa è il progetto Qui rip le Tue Ceneri?

“Qui Rip Le Tue Ceneri” è un progetto, un prodotto di urban design ed è soprattutto un messaggio. Un progetto che attraverso un’ urna posacenere lancia un messaggio chiaro e conciso contro il fumo.

Chi ha pensato questo progetto e quando hai poi deciso di realizzarlo?

La richiesta è arrivata da Andrea Bartoli e Florinda Saieva. La commissione era quella di progettare dei posaceneri che dovevano essere di un certo impatto sui fumatori, una vera  campagsicily4na contro il fumo, da istallare nei sette cortili di Farm Cultural Park. Ho avuto la possibilità di lavorare con persone che mi hanno lasciato libera di creare senza restrizioni. Nel giro di un giorno il progetto fu pronto e accettato !

Quali sono le finalità “artistico culturali” del progetto? Cioè oltre ad essere un semplice posacenere sono chiari i riferimenti alle conseguenze del fumo e alla necessità di non sporcare le nostre città di cicche. Come le avete immaginate prima di creare l’oggetto in sé?

È un lavoro molto concettuale che si esprime attraverso un pezzo d’ arredo per uno scopo ben preciso ed evidente. Ovviamente sono partita da un’idea che era quella di intimorire con qualcosa di forte il fruitore, per cui ho pensato e disegnato un’urna, come tale  quindi dovevo mettere su qualcosa di scritto come solitamente si fa sulle lapidi o sulle urne. Iniziai con lo scrivere QUI RIP e poi mi chiesi: Chi? Fu quasi naturale conseguenza finire la frase con LE TUE CENERI.


Che tipo di riscontro hai avuto del tuo progetto?
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Innanzitutto preciso che questo è un progetto di squadra portato avanti con Chioccioline Lab, laboratorio di design che condivido con il mio compagno, falegname molto in gamba. Io ho pensato e disegnato “Qui Rip Le Tue Ceneri” e lui li crea artigianalmente, poi io passo la laccatura. I riscontri fino ad ora sono positivi, stiamo vendendo tanto soprattutto nei locali aperti al pubblico, ma anche per uso privato e a fine del 2016 abbiamo chiuso un contratto con un comune in provincia di Pavia, Filighera. Ci hanno commissionato posaceneri da istallare in tutto il paese.

Pensi che con l’ironia il messaggio proposto dal vostro progetto Qui rip le Tue Ceneri possa essere più efficace?

Questo non lo so, non so se qualcuno leggendo questo messaggio abbia smesso di fumare! Ma posso dire che  il prodotto è molto richiesto sia ad uso urbano che ad uso casalingo, tanto che abbiamo creato la linea da tavolo proprio perché richiestissima.

Dove pensi possa arrivare questo vostro progetto tra qualche anno?

Anche questa è una domanda a cui non posso rispondere con certezza. Io spero che molti comuni italiani decidano di aderire.

Sicilyandsicilians è un progetto culturale che ha come obiettivo primario il proporre una rilettura riqualificante dell’immagine della Sicilia attraverso la giovanissima arte contemporanea. Ma al contempo vuol promuovere una nuova Isola all’estero fatta di giovani e nuove ideesicily5. Cosa pensi di progetti socioculturali come il nostro?

Che ben vengano, bisogna “fare” qualcosa e non “pensare di fare” qualcosa!

C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?

Non mi hai chiesto se io fumo… Si purtroppo si! È un rapporto di amore ed odio che ancora non riesco a seppellire!

Premio Borgo dei Borghi, da tre anni in Sicilia.

La penisola italiana è talmente densa di bellissimi borghi che a marzo del 2001 è nato il Club de
“I Borghi più Belli d´Italia”.
Tra i requisiti fondamentali per essere ammessi al circuito ogni Comune deve avere una popolazione che, nel Borgo antico del Comune o nella Frazione indicata, non superi i 2.000 abitanti e deve possedere un patrimonio architettonico e/o naturale certificato da documenti in possesso del Comune e/o dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Gli edifici storici devono prevalere sull’insieme della massa costruita e dar luogo ad un complesso esteticamente omogeneo.
Ogni anno, durante la trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro”, in onda su Rai 3, viene presentato il premio “Borgo dei Borghi”.
Per la durata di circa un mese, venti borghi, uno per ogni regione d’italia, si contendono il giudizio di una “Giuria di Esperti”, originari di altri Paesi ma che hanno eletto l’Italia come loro “Paese del Cuore”, e degli utenti web, che hanno la possibilità di contribuire votando online.

Sono siciliani i borghi che negli ultimi tre anni si sono aggiudicati il riconoscimento.

Nel 2014 Il Borgo dei Borghi è stato Gangi.

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Gangi è un comune di 6.952 abitanti in provincia di Palermo, dove vi consigliamo di visitare:
Il Museo Civico-Archeologico di palazzo Sgadari, con rinvenimenti d’epoca arcaica fino all’età paleocristiana.
Sempre a palazzo Sgadari, trovate l’esposizione permanente delle opere del pittore Gianbecchina.
Il Museo dei Cappuccin/i.
Il Museo delle Armi con una collezione 144 armi tra antiche, moderne e pezzi rari.
Il Museo Etnoantropologico, dove sono esposti strumenti di lavoro degli antichi contadini di Gangi.
E il Museo della Fotografia dove sono esposte antichissime macchine fotografiche, foto e cimeli che facevano parte della collezione di Giuseppe e Francesco Albergamo, noti fotografi di inizio ‘900.

Nel 2015 è stato il turno di Montalbano Elicona

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Comune di 2.485 abitanti in provincia di Messina dove vi segnaliamo il Museo fotografico Eugenio Belfiore che si trova presso la Fondazione culturale Parlavecchio in piazza Duomo, storia di Montalbano raccontata per immagini.
E i Musei Didattici delle Armi Bianche e degli Strumenti Musicali Antichi, ospitati entrambi in alcune sale del Castello.

Infine Il Borgo dei Borghi 2016 è Sambuca di Sicilia.

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Sambuca, in provincia di Agrigento è un comune di 5 961 abitanti.
Di particolare interesse il piccolo teatro ottocentesco “L’Idea”, la chiesa di San Calogero, adibita a sede dell’Istituzione Gianbecchina, dove potete ammirare alcuni dei bellissimi dipinti dell’artista sambucese, e l’ex monastero di Santa Caterina dove troverete esposizione delle sculture in corda della parigina Sylvie Clavel, artista del nodo e dell’intreccio.

In attesa di conoscere quale sarà il Borgo dei Borghi 2017, vi invitiamo a visitare questi premiati borghi e a raccontarci cosa vi è piaciuto di più, scrivendoci a info@sicilyandsicilians.com 🙂

Mappe tematiche come itinerari artistici siciliani.

È noto quanto la Sicilia sia colma di luoghi culturali imperdibili e stimolanti, noi abbiamo pensato di raccoglierli in tre mappe tematiche che vi guideranno, come dei veri e propri itinerari, alla scoperta delle realtà artistiche più significative della regione.

Nella prima potete trovare le gallerie di arte contemporanea di Palermo, luoghi di esposizione, iniziative e laboratori, attenti a coinvolgere il pubblico rendendolo attivo e non solo spettatore.

La Gam, ad esempio, offre diverse attività a seconda delle esigenze dei diversi pubblici, laboratori per bambini, giochi educativi e visite a tema, attività didattiche indirizzate alle scuole, oltre che in italiano, anche inglese, francese, tedesco e spagnolo e visite guidate alla collezione, su prenotazione, per gruppi, anche in lingua straniera e nella Lingua Italiana dei Segni.

La seconda comprende, invece, i luoghi d’eccellenza e contaminazione culturale, sedi di collaborazioni che hanno generato e continuano a generare progetti di indubbio valore artistico e culturale.

Uno di questi è il Farm Cultural Park di Favara, primo parco turistico culturale costruito in Sicilia.
Sapevate che in uno dei suoi spazi è esposta l’unica mostra permanente del fotografo Terry Richardson?



Nella terza, le mostre collettive in corso in tutta la Sicilia.


E voi conoscete altri spazi, iniziative o mostre e volete segnalarcele?
Vi invitiamo a scriverci a info@sicilyandsicilians.com 🙂

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Itti_co/Lab

Chi di voi pensa alla città di Palermo senza pensare allo stupendo mare che la bagna?

Sfortunatamente, negli ultimi anni questo patrimonio naturale ha perso d’importanza ed è stato trascurato. L’organizzazione siciliana che stiamo per presentarvi nasce proprio con l’intento di rilanciare la cultura del mare nella città e valorizzarne il contenuto artistico e gastronomico.

Itti_co/Lacoworkerass-maranob è un coworking/laboratorio pubblico, inaugurato il 26 settembre 2016 negli uffici del mercato in via Crispi a Palermo, che, in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Palermo, s’impegna per la valorizzazione del complesso funzionale del Mercato Ittico.

Così come il nostro progetto SicilyandSicilians che nasce per la riqualificazione dell’immagine della Sicilia, anche Itti_co/Lab persegue gli stessi obiettivi. Per sapere di più su questa bellissima organizzazione abbiamo rivolto alcune domande a Carlo Cottone, il referente del progetto.

Cos’è Itti_co/Lab?

Ittico Lab è un gruppo di coworking costituito da 8 progetti vincitori di un bando indetto dal Comune di Palermo per la “valorizzazione” del Mercato Ittico di Palermo, luogo quasi sconosciuto ai palermitani. Il coworking è una nuova modalità lavorativa dove soggetti partecipanti mantengono la loro individualità ed indipendenza condividendo dalla semplice struttura ed attrezzatura sino alle esperienze e capacità.

Quali aggettivi useresti per descrivere il progetto?mercato-ittico

I nostri 3 punti cardine non sono aggettivi ma verbi #Valorizzare #Contaminare #Condividere.

Cosa vi ha spinto a questa iniziativa?

Per troppo tempo a seguito delle vicende urbanistiche degli anni ’60/’70 la città si è espansa allontanandosi dal mare fino a quasi scordarlo. La riconversione della Cala da fogna a cielo aperto a passeggiata lungo l’antico porto di Palermo, assieme al recupero del foro italico e della costa orientale, un tempo sede di stabilimenti balneari sta facendo riemergere l’antica relazione tra la città e la costa. Il mercato ittico fruito dai palermitani, non solo per le attività mercatali notturne, sarà un ulteriore tassello della riscoperta del rapporto col mare.

Ti sembra mai di lottare contro i mulini a vento?

Come ogni avventura/progetto le difficoltà vengono sempre a galla, ma la forza di volontà del gruppo e la voglia di crederci sempre fino all’ultimo ha portato fino ad adesso ottimi risultati.

Come si è svolto il vostro primo evento?

Abbiamo immaginato questo luogo “moderno” come un centro di idee esaltando il valore del pescato e soprattutto il valore della pesca (sostenibile). Il primo evento pubblico, denominato “Palermo incontra il mare” si è tenuto il 7/12/2016 all’interno della sala vendite del mercato, ha portato un pubblico caloroso e curioso di conoscere un luogo strategico ma quasi sconosciuto ai “normali”.  Per contro, gli operatori interni del mercato hanno mostrato un grande interesse nel vedere il loro spazio di lavoro animato da attività esterne alla vendita e da un pubblico nuovo.

coworkerass-maranoCome vedi il progetto in tre anni?

La durata del co working è stata prevista di sei mesi, all’interno dei quali ci siamo dati degli obiettivi di presentazione di esiti del nostro lavoro al pubblico per rendere questo luogo, un luogo adatto per tutti sia bambini che anziani. Da qua a 3 anni possono succedere tante cose, ma in un futuro abbastanza vicino abbiamo già molte idee per la testa.

C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?

Che tentare di trovare delle soluzioni stando assieme educa, trascina ed insegna a risolvere problemi quindi a diventare soggetti attivi che in un modo o in un altro troveranno il loro posto nella società.

Sicilyandsicilians è un progetto culturale che ha come obiettivo il proporre una rilettura riqualificante dell’immagine della Sicilia attraverso la giovanissima arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Cosa pensi di progetti socioculturali come il nostro?

I progetti culturali hanno un ruolo importantissimo nella nostra società, generalmente nascono dai giovani per i giovani. Il vostro progetto, così come le tante realtà presenti sul territorio, compreso il nostro coworking, convergono verso un obiettivo comune. Sentiamo ripetere continuamente che potremmo vivere di turismo perchè la nostra è una terra che trasuda cultura: tutti noi vogliamo che questo sia possibile. Miriamo alla promozione e alla valorizzazione della nostra terra, che si traduce  in opportunità di lavoro. Se vogliamo raggiungere questo traguardo, e quindi far si che i progetti si trasformino in azioni concrete, è necessario fare rete e collaborare. Concretizzare significa far passare il messaggio che è possibile esprimersi e realizzarsi senza dover necessariamente abbandonare la propria terra e che un futuro può esserci anche qui.

 

 

 

 

 

BEST PRACTICE MADE IN SUD_ Voglia di colori? E’ possibile?… sì, con Orto Capovolto

Palermo è una città bellissima, ma non mancano i problemi e i difetti. Sembra infatti che tra i difetti cittadini ci sia quello di
non amare molto i colori. Se passeggiamo per la città notiamo una passione smisurata per il grigio cemento, il nero pece, qualche marrone e beige delle facciate dei condomini, ma poco veramente poco di verde foglia, rosso pomodoro o viola melanzana.

schermata-2017-01-09-alle-19-13-27Questa voglia di colori evidentemente qualcuno la sente e ha deciso di creare una tavolozza cromatica che sia bella, ma soprattuto buona, come ad esempio i ragazzi di Orto Capovolto.

Nello specifico si tratta di una cooperativa che promuove l’agricoltura urbana quale strumento di sostenibilità ambientale, economica e sociale. I ragazzi di Orto Capovolto hanno l’obiettivo (forse un po’ utopistico a Palermo, ma per questo ci piace) di creare un orto diffuso in tutta la città. Un progetto in cui i balconcini, le terrazze e le aiuole possano diventare i nostri orti in cui piantare cibo di stagione e al contempo colorare un po’ più Palermo.

Inoltre, Orto Capovolto organizza corsi per piccini e adulti con la volontà di sensibilizzare quante più persone possibili al bello e al sano..

Proprio come Sicily and Sicilians provano a migliorare una città nel loro caso, l’intera regione nel nostro, ed è per questo che abbiamo posto alla direttrice di Orto Capovolto, Angelica Agnello, qualche domanda.

Descrivete il progetto Orto Capovolto con tre aggettivi

Verde, ecologico, commestibile.

Quando avete deciso di metter su questo progetto sociale ed ecologico?schermata-2017-01-09-alle-19-14-55

Quasi due anni fa mi è capitato di dover progettare un orto su una terrazza di copertura di un’abitazione, così ho cominciato ad approfondire il ruolo dell’agricoltura urbana quale strumento sostenibile per una città e i suoi abitanti. Poco tempo dopo con un gruppo di amici, provenienti da ambiti professionali differenti ma accomunati dallo stesso interesse nel rendere Palermo più verde e “commestibile”, abbiamo pensato che sarebbe stato bello mettere chiunque nelle condizioni di poter coltivare qualcosa anche in spazi spesso impensabili: abbiamo quindi fondato la cooperativa provando a partire innanzitutto dai bambini, in modo da contribuire a una nuova generazione più attenta ai temi ambientali e alimentari.

Immagino che le difficoltà e le critiche non vi siano certo mancate. Ma c’è stato un episodio che per un attimo vi ha fatto pensare “Palermo non è adatta a questo tipo di attività”?

In realtà no. L’unico episodio che mi viene in mente è quando, durante la realizzazione di un orto didattico in una scuola, ci siamo più volte scontrati con un gruppo di vandali del quartiere, che ogni volta che impiantavamo l’orto provvedeva a distruggere il lavoro fatto. È stato soprattutto difficile far comprendere agli studenti che aderivano al progetto che l’importante è non arrendersi mai: ogni volta che una piantina veniva estirpata dovevamo piantarla nuovamente, è vero, ma alla fine quelle piantine sono riuscite a dare i loro frutti e abbiamo imparato una nuova lezione insieme.


In un’Italia, e in Sicilia ancora di più, in cui sembra non cambiare mai molto, quanto ha influito e sta schermata-2017-01-09-alle-19-14-01influendo, secondo voi, il vostro lavoro nel territorio e tra la gente?

Magari ho una visione distorta della realtà, ma penso che la Sicilia ultimamente stia cambiando. Forse lo penso perché conosco tanti giovani siciliani che hanno deciso consapevolmente di restare e altri che oggi tornano perché hanno scelto di dedicarsi alla propria terra.

Noi siamo ancora una realtà troppo piccola per influire realmente in un territorio così vasto come quello di Palermo, ma siamo molto orgogliosi dei piccoli passi fatti in questi due anni, ad esempio con i bambini e ragazzi delle scuole con i quali abbiamo realizzato diversi orti didattici.

Che differenti reazioni e approcci hanno i bimbi e gli adulti davanti il vostro modo di lavorare?

Gli adulti si dimostrano, ovviamente, molto interessati al tema dell’autoproduzione perché negli ultimi anni si sono resi conto di quanto sia importante un’alimentazione sana e il rispetto dell’ambiente (nonché il risparmio in termini economici che ne deriva). I bambini, invece, si divertono, ma lo fanno imparando dei concetti fondamentali, quelli di una corretta educazione alimentare e ambientale: amano sporcarsi le mani con la terra, osservare le piante sul campo e, nel momento in cui raccolgono finalmente i primi prodotti maturi, sono molto orgogliosi del lavoro svolto.

schermata-2017-01-09-alle-19-15-26Come vi vedete tra dieci anni?

In una città più verde e più “commestibile”, ma soprattutto più sostenibile a livello ambientale, economico e sociale. E speriamo questa trasformazione avvenga anche grazie a piccole realtà locali come la nostra.

Sicily and Sicilians è un progetto culturale che vuole proporre una nuova immagine della Sicilia attraverso la giovane arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Che idea avete riguardo a progetti come il nostro?

Penso che sia molto importante raccontare “le buone pratiche”. Forse perché ogni volta che leggo di palermitani che decidono di investire sul futuro della nostra terra penso di avere fatto bene a scegliere di restare.

BEST PRACTICE MADE IN SUD. Retake Palermo… lezioni pratiche di civiltà

Ad aprile di quest’anno, dopo un anno di libera pratica, si è costituita l’Associazione di volontariato Retake Palermo.

Alcuni di voi si Retake Palermochiederanno “Retake… cosa???”. In realtà si tratta di una di quelle iniziative che “più utili non si può”. Da qualche tempo, infatti, giovani volenterosi, generosi e contrari alle chiacchiere da bar hanno iniziato un’attività di pulizia urbana.

Muniti di rulli, palette e scope ripuliscono lì dove qualcuno ha sporcato. Cancellano, con spugnette e sgrassatori, quelle orribili scritte disseminate tra panchine, pali della luce e, ahimè, monumenti cittadini.

Non hanno una bandiera politica o ideologica, ma soltanto un’immensa voglia di far veramente qualcosa per Palermo.

Cittadini con la “c” maiuscola impegnati nella lotta contro il degrado e nella valorizzazione dei beni comuni. Come dei moderni supereroi hanno una missione: rendere Palermo più bella e vivibile.

Dopo questa breve introduzione le domande che sorgono sono moltissime, soprattutto per chi come noi che con il progetto SicilyandSicilians puntano alla riqualificazione dell’immagine della Sicilia, ed è per questo che abbiamo deciso dRetake Palermoi farne almeno qualcuna a Marco D’Amico, Presidente dell’Associazione Retake Palermo.

Descriviti con tre aggettivi?

“Paziente, ostinato, curioso.”

Fai parte del team sin dalla prima ora o ti sei aggiunto in un secondo momento?

“Sono uno dei fondatori e l’attuale Presidente.”

Descrivi con tre aggettivi Retake?

“Inclusiva, solidale, artistica.”

Quando è scattata a te e ai tuoi compagni d’avventura l’idea di un progetto simile?

“Il 16 giugno 2015 quando nottetempo fu imbrattata con vernice spray la pensilina di una fermata del tram che sarebbe stato inaugurato da lì a poco. Quella mattina si diffuse sul web l’immagine di questa pensilina imbrattata e io e la mia amica Valeria Piazza (cofondatrice insieme a me di Retake Palermo) senza esitare un attimo, presi da una tremenda indignazione e da uno scatto d’orgoglio, andammo a comprare i prodotti e corremmo a ripulire la fermata restituendola come nuova a noi stessi e alla città. Da allora siaRetake Palermomo stati contattati da tanti cittadini che come noi hanno a cuore il decoro della propria città.”


In questo periodo di vita di Retake Palermo ti sei mai detto “niente, è tutto inutile…”?

“No mai, certo i momenti di abbattimento non sono mancati, per ultimo un paio di settimane fa quando un nostro lavoro è stato vanificato da un atto vandalico proprio la notte successiva. Ma in generale la demoralizzazione va via nel giro di poche ore, la voglia di riscatto è più forte.”

Al contrario, ci racconti un episodio che invece ti ha motivato ancor di più a continuare questa battaglia per la bellezza?

Retake Palermo“Qualche settimana addietro, tra una scritta e un’altra, ci hanno lasciato anche un messaggio preciso “Retake accura” (Retake stai attenta). Ma il tutto ha ottenuto il risultato opposto rispetto a quello che i vandali si erano prefissati, infatti il week end successivo eravamo molti di più per le strade a ripulire quelle scritte e la solidarietà da parte degli abitanti del quartiere
è stata massima. Una cosa del genere qualche anno fa non sarebbe successa, per fortuna Palermo sta cambiando.”


Ti sembra mai di lottare contro i mulini a vento?

“Ogni tanto ed è per questo che puntiamo ad obiettivi non eccessivamente grandi. Non vogliamo cambiare il mondo (almeno non a breve termine) a noi basta ripulire un marciapiede, un muro, un’aiuola, un palo, una panchina e convincere i cittadini a non risporcarli, nella visione che gli spazi comuni sono di tutti e non di nessuno, come molti credono.”

Come ti vedi tra dieci anni e, soprattutto, come ti immagini Palermo?

“Mi auguro che tra dieci anni associazioni come Retake non debbano più esistere e che i cittadini e l’amministrazione pubblica abbiano imparato ciascuno a fare la propria parte. Purtroppo la speranza si infrange con la realtà difficile in cui viviamo e quindi credo che questa dovrà restare una mia utopia ancora per moltissimi anni, anche se è innegabile e sotto gli occhi di tutti che il senso civico di molti palermitani, soprattutto negli ultimi anni, sia notevolmente migliorato. Certo, tanta strada ancora occorre fare.”

Sicilyandsicilians è un progetto culturale che ha come obiettivo il proporre una rilettura riqualificante dell’immagine della Sicilia attraverso la giovanissima arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Cosa pensi di progetti socioculturali come il nostro?

“Non posso che pensarne tutto il bene possibile. Sono convinto da sempre che la rinascita culturale e civica della Sicilia non possa che passare da progetti come questo nel quale vengono messi in luce i propositi che tendono a riportare la Sicilia
a splendori di cui in passRetake Palermoato è stata pervasa.”

C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?

“Ci siamo detti tutto, ma mi piace chiudere con una citazione: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di c
ome erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” (Peppino Impastato).”