Sicilia, tecnologia, eccellenza … si è svolto qualche giorno fa il WIAD Palermo 2017. Abbiamo intervistato Domenico Schillaci, uno degli organizzatori, per scoprire cosa sia nel dettaglio questo evento di eccellenza e innovazione che si è svolto nella nostra città lo scorso 18 febbraio e che ha coinvolto tantissimi ragazzi siciliani provenienti dalle diverse province.
Domenico, cos’è WIAD?
Il WIAD, acronimo di World Information Architecture Day, è la giornata mondiale dedicata all’Architettura dell’informazione: un evento gratuito promosso a livello globale dall’Information Architecture Institute con l’obiettivo di diffondere e approfondire i temi legati alla strutturazione e all’organizzazione delle informazioni e dei contenuti in modo da garantirne una migliore fruizione da parte dell’utente. L’Information Architecture Institute lancia una call ogni anno per raccogliere le candidature di chi è intenzionato a organizzare un evento nella propria città e poi fornisce il supporto necessario per fare in modo che tutti gli organizzatori locali si sentano parte di una comunità globale. Il WIAD, infatti, si svolge in contemporanea in tutte le città, che quest’anno sono state ben 58. Noi di PUSH, che avevamo organizzato il primo WIAD a Palermo nel 2015, abbiamo scelto di farlo per la terza edizione visto l’interesse mostrato sul tema e l’ottima risposta di pubblico che abbiamo sempre avuto. Dall’anno scorso dividiamo quest’onore con i nostri amici di PMO Coworking e FabLab Palermo, a cui quest’anno si è aggiunto anche UX Book Club Palermo.
Quale è stato il tema di quest’anno e come è stato sviluppato?
Si appunto, ogni anno viene scelto un tema attorno al quale sviluppare l’evento. Quest’anno è stato scelto “information strategy and structure”, e lo abbiamo affrontato invitando quattro speaker che hanno parlato di architettura dell’informazione in quattro ambiti diversi: il cibo, il linguaggio, il suono e l’arte urbana.
Inoltre, nel pomeriggio, c’è stato un interessantissimo workshop sul tema della User Experience legata al vino. In definitiva, siamo stati molto soddisfatti e ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a rendere il WIAD un appuntamento interessante per Palermo.
Quali obiettivi si pone WIAD per il futuro?
Beh, a livello globale forse sarebbe meglio chiedere direttamente a qualcuno dell’Information Architecture Institute, ma immagino che probabilmente punteranno a diffondere questo appuntamento annuale in maniera sempre più capillare e a coinvolgere un numero sempre maggiore di appassionati. A livello locale, invece, posso dire con certezza che la risposta di tutti coloro che vengono per assistere all’evento ci ripaga degli sforzi e del tempo che vi dedichiamo, in maniera assolutamente volontaria: anche se è ancora presto, quindi, posso anticipare che puntiamo a organizzare una quarta edizione nel 2018. Anche perché ci divertiamo a farlo!
Temi così all’avanguardia e attuali in una città che a volte sembra lenta e immobile… quali le sfide e quali le opportunità che ritenete esistano a Palermo?
Ti posso assicurare che a Palermo ci sono tante persone che si impegnano tutti i giorni per “accelerare” la città, per creare opportunità di dibattito e discussione utili a crescere e a farci sentire meno isolati, nonostante geograficamente lo siamo. In questi ultimi anni la città sembra avere iniziato a risvegliarsi da un periodo sin troppo lungo di torpore e immobilismo. Naturalmente si tratta di un processo lento e complicato, per il quale servono pazienza e impegno quotidiano, tuttavia credo che alla lunga Palermo riuscirà a tornare una città attraente, stimolante, dove è bello vivere e da dove non si debba essere costretti ad andare via per mancanza di opportunità.
Come Sicily and Sicilians nel settore artistico e culturale, WIAD vuole promuovere le comunità di innovatori del territorio, dandogli rilievo anche all’estero, perchè pensate che Palermo possa essere un terreno fertile per questo tipo di attività? Avete qualche consiglio da darci?
Ci sono tantissimi modi per promuovere temi interessanti di discussione e creare momenti di scambio che possano aiutare un territorio e la sua comunità a imparare cose nuove e a migliorare. Noi proviamo a farlo cercando di portare a Palermo format internazionali che si svolgono in tante altre parti del mondo (oltre alla WIAD abbiamo organizzato in passato due “Global Service Jam” e stiamo lavorando per portare per la seconda volta nella nostra città lo “Urban Thinkers Campus”, evento promosso dalle Nazioni Unite sul tema dello sviluppo delle città) e, con l’occasione, invitare persone che possano fornire un contributo alla nostra città. Da questo punto di vista, Palermo ha tutte le carte in regola per eccellere: è una città estremamente attrattiva all’estero, da sempre accogliente e aperta a tutti. Tuttavia, solo creando reti e relazioni con chi sta fuori dalla nostra bellissima Sicilia riusciremo a valorizzare i nostri talenti e a creare le condizioni affinché possano avere successo sia nel nostro territorio che altrove.
C’è qualche domanda che non vi abbiamo fatto e avreste voluto trovare?
Me ne vengono in mente almeno tre:
A) Alla fine ne è valsa la pena organizzare per la terza volta un WIAD? Ti racconto una storia: c’è un gruppetto di persone che ogni anno si organizza per svegliarsi alle 6 del mattino un sabato di febbraio e si mette in macchina da Messina e da Siracusa per quasi tre ore solo per venire ad assistere al WIAD. Ogni volta che li vedo arrivare penso che se anche ci fossero soltanto loro per me ne sarebbe valsa la pena!
B) E adesso che il WIAD è finito, cosa facciamo di qui alla prossima edizione? Grazie per la domanda! Proprio in questi giorni con PUSH abbiamo lanciato “Right to the Future”, una tre giorni organizzata in collaborazione con il Comune di Palermo e le Nazioni Unite con l’obiettivo di immaginare nuove visioni per la Palermo dei prossimi anni. Si svolgerà dal 6 all’8 aprile, sarà aperta a tutti e trovate tutte le informazioni sul sito utc.wepush.org.
C) Pensi ancora che il Palermo riuscirà a salvarsi e a rimanere in serie A? Mah, la situazione è indubbiamente molto complicata e allo stato attuale, considerando calendario, condizione atletica dei calciatori e valore della rosa, occorrerebbe un vero e proprio miracolo. Tuttavia restiamo fiduciosi, se siamo riusciti noi a far appassionare di architettura dell’informazione i palermitani non è detto che i rosanero non riescano in un’impresa altrettanto titanica…
Grazie mille Domenico, dal Palermo calcio alla città, questa intervista è stato un vortice di ottimismo e propositività, proprio ciò che riteniamo serva alla nostra terra per recuperare il passo con il resto d’Italia da un punto di vista sociale, culturale ma anche certamente tecnologico! A presto!
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