La giovane artista siciliana Vittoria Attardi ritiene che l’attenta osservazione sia una delle pratiche quotidiane fondamentali per la sua futura professione, ossia quella di urbanista.
Osservare nel senso più profondo del termine, per arrivare a comprendere le più intime tensioni o specificità di un fenomeno urbano e delle relazioni di reciproca influenza tra spazi e cultura. Osservare con gli occhi di uno straniero e con il cuore di cittadino una città che brilla dei suoi colori, dei suoi sapori e odori più forti.
Per la tesi di laurea triennale ha condotto una ricerca sui legami osmotici che il Porto di Palermo crea con la sua terra, ricca di cultura, in una visione comparativa con altre due realtà europee con un’evoluzione storica simile, Marsiglia e Barcellona. Ha infine proposto alcune sue idee progettuali per un porto più fluido e per una Palermo più interconnessa.
Viaggiare, studiare, progettare e fotografare sono le più grandi passioni dell’artista emergente. La giovane fotografa considera la curiosità, la comunicazione ed il coraggio gli ingredienti base per uno studio urbano efficace, attraverso lo sguardo nascosto di un passante e tra il leggero vibrare delle pareti verdi di una strada che ci invitano a guardare sempre più in lontano. Un terreno che sembra così divenire parte integrante di quel cammino verso una rigenerazione degli spazi e ancor più importante verso la consapevolezza di essere parte di un sistema infinito di mondi.
Le fotografie di Vittoria rispecchiano la sua personale visione di Palermo: un mare di ibridi legami tra cultura e innovazione.
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