Dalla Domenica delle Palme al Lunedì dell’Angelo, la Pasqua in Sicilia è tutto un susseguirsi di culti tradizionali, alcuni dei quali, sono da considerarsi non solo rituali religiosi ma dei veri e propri eventi culturali ed artistici.
Generalmente la Processione è il rito comune di tutte le località siciliane, che rappresenta secondo la religione cristiana la liberazione dal demonio, quindi la rinascita della vita ed il trionfo del bene sul male.
Ogni città in seguito all’intrecciarsi della propria tradizione popolare con l’eredità delle dominazioni prevalenti ha dato vita a celebrazioni diverse e spesso caratterizzate da un elevato coinvolgimento emotivo, fino a costituire una vera e propria nota attrattiva per i turisti che si riversano numerosi nelle vie principali per ammirare l’autenticità teatrale dei vari passaggi del ciclo pasquale.
Caratterizzante è infatti l’intensa e attiva partecipazione popolare alla Settimana Santa, le rappresentazioni religiose vengono fortemente sentite dai fedeli al punto di immedesimarsi nella cerimonia con forte pathos e rendersi veri protagonisti del rituale. Lunghissimi cortei si snodano tra le strade dove si svolgono sfilate di bande musicali, illuminazioni, giochi pirotecnici e degustazioni di dolci tipici pasquali.
Senza dubbio una delle feste più spettacolari che corre sul confine tra il sacro e il profano e scalda gli animi della gente con antichi riti è “Il Ballo dei Diavoli” a Prizzi (PA), festa tra le più caratteristiche della Pasqua in Sicilia che ha reso il piccolo comune in provincia di Palermo celebre nel mondo. Nel magico spettacolo del “u Ballo dei Diavoli”, dove fede e folclore sono intimamente fuse, gli elementi drammatici scaturiscono da rappresentazioni mute che consentono all’animo umano di partecipare all’ideale incontro-scontro tra cristianesimo e paganesimo, tra la primavera e l’inverno, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte. Alla rappresentazione scenica si affianca la cultura gastronomica infatti per le vie vengono distribuite le “cannatedd”, tipici dolci pasquali di pasta frolla e uovo sodo.
Restando in provincia di Palermo non possiamo perderci la Pasqua Albanese in Sicilia (Pashkët Arbëreshe në Sicili). Infatti immersi nel clima di convivenza tra diverse etnie, a Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, S. Cristina Gela, Mezzojuso e Palazzo Adriano i riti pasquali da più di 500 anni si conservano gelosamente. Chiaro è il forte legame con l’antica appartenenza all’etnia e alla tradizione albanese, perpetuata anche nella vita di tutti i giorni, nei rituali religiosi e nella lingua.
Gli abitanti di Piana degli Albanesi, grazie alla loro tenacia e alle proprie istituzioni culturali e religiose, nel corso dei secoli hanno mantenuto inalterata la propria identità e le proprie radici culturali quali gli usi, le tradizioni, i caratteristici costumi femminili riccamente ricamati, la lingua albanese e il Rito Bizantino. Il momento più atteso da ogni fedele è sicuramente il rito del Giovedì Santo, giorno in cui viene effettuata la lavanda dei piedi che rappresenta la purificazione: un momento altamente suggestivo. Anche in questo caso, come in tutta la provincia di Palermo il dolce tipico è rappresentato da un biscotto di pasta frolla con uova sode; particolare di questa zona è il colore rosso con cui vengono dipinte le uova.
Basta però spostarsi verso Agrigento che già alcune tradizioni saranno mutate, infatti quest’anno a Favara (AG) si terrà la XXI Edizione della “Sagra dell’Agnello Pasquale“, dal 10 al 16 aprile 2017. La manifestazione si svolge annualmente, durante il periodo pasquale, ed è dedicata al dolce tipico di pasta di mandola farcito di pistacchio, a forma di agnello. All’interno delle sale del Castello Chiaramonte, i visitatori potranno gustare il tipico dolce della città di Favara . L’Agnello Pasquale è stato inserito nel “paniere M.I.D.A” che raccoglie i migliori prodotti della nostra terra e tutti i preparati”. E’ una Sagra che cresce e che attira ogni anno visitatori, turisti ed operatori dell’informazione e che mette in vetrina oltre al dolce tipico anche i beni monumentali della città.
Sempre in provincia di Agrigento non da perdere è la tradizionale esposizione degli “Archi di Pasqua”, a San Biagio Platani(AG), immersi in un’atmosfera di arte, musica, eventi culturali. Questo rito che nasce dal culto della Madonna e di Cristo, pone le sue radici nel ‘700, quando ancora il paese non contava mille abitanti. A questa tradizione si deve la nascita delle due confraternite, Madunnara e Signurara, che con tanta passione rinnovano di anno in anno questa meravigliosa manifestazione. Fra le due confraternite vi è una competizione vivacissima ed appassionante, che si conclude la notte di sabato, quando ciascuna confraternita allestisce la parte del corso che le compete. A San Biagio Platani è stato realizzato proprio in onore di questa tradizione il Museo degli Archi di Pasqua, nato con lo scopo di preservare i pezzi di ogni edizione degli Archi.
Il periodo pasquale è inoltre uno dei periodi più suggestivi per visitare Enna. Qui la processione è un rito che accompagna tutta la Settimana Santa e passa attraverso i principali monumenti della città, dal Santuario di Papardura, alla Chiesa di San Sebastiano fino a giungere alla Chiesa di San Leonardo, luoghi in cui si ritroveranno tutte le confraternite. Sono oltre duemila i confrati incappucciati che, in rigoroso ordine prestabilito e in assoluto silenzio e mestizia, precedono le Vare del Cristo morto e dell’Addolorata, dando così inizio al lungo corteo funebre che percorrerà quasi tutta la città.
A pochi chilometri dista Aidone (EN) la cui festa ha come protagonisti i cosiddetti Santun, statue cave di notevoli dimensioni che riproducono i dodici apostoli, indossate dai santari. Durante il giorno di Pasqua corrono frenetici fra la piazza principale Filippo Cordova e per le vie della città alla ricerca di Cristo risorto, fino a quando, dopo averlo trovato, lo riconducono dalla Madonna, dando vita alla Giunta Pasquale. In aggiunta si celebra anche un momento di convivialità e solidarietà che con la religione c’entra poco ma converge nell’intreccio di tradizioni locale, infatti vengono distribuite ”giamelle” e biscotti di vino tipici aidonesi in ricordo dei confratelli morti. Questi dolci si condividono anche con le vedove del paese.
E per quelli meno interessati alla tradizione religiosa la Pasqua a Terrasini (PA) è unica nel suo genere. Niente chiese, monaci, angeli o demoni: a Terrasini ci si sposa, o almeno si spera. Infatti si chiama “Festa di li Schietti”, che richiama ogni anno migliaia di appassionati visitatori. Questa manifestazione, che coinvolge tutta la cittadinanza, ha come protagonista un albero. E’ una prova di destrezza con la quale il giovanotto “schietto” (scapolo) dimostra la sua abilità e la forza fisica in modo da impressionare la ragazza dei suoi sogni e arrivare a conquistarne il cuore. Per far ciò egli solleverà un albero di arancio del peso di 50/55 Kg sotto il balcone della fidanzata, la “zita”, mantenendolo alzato ed in equilibrio con una sola mano, lo farà roteare più tempo possibile, dimostrando la sua forza e la sua virilità.
Mentre un tempo la festa si concludeva all’ora di pranzo della domenica, oggi l’alzata dell’albero continua nel pomeriggio in piazza Duomo con l’intervento di commissioni giudicatrici che alla fine della gara assegnano i premi ai vincitori, ovvero a coloro i quali riescono a tenere alzato l’albero per più tempo. Caratteristico è l’abbigliamento dei “giovani schietti” che indossano dei costumi tipici: pantaloni e gilet di velluto nero, camicia bianca, foulard rosso, “pon pon” anch’essi rossi che fungono da cravatta e, infine, un berrettino rosso.
Davvero la Pasqua in Sicilia è qualcosa di sorprendente! Eventi religiosi, culturali ed artistici, ce n’è per tutti i gusti! E considerando la grande tradizione gastronomica siciliana non scordatevi di assaggiare un pezzo di Cassata Siciliana che a detta di molti venne creata proprio nel periodo pasquale da alcune monache presso il Convento della Martorana a Palermo!
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