[:it]Giardini – Naxos, splendida meta turistica e balneare in Sicilia[:en]Giardini – Naxos, a splendid tourist and seaside destination in Sicily[:]

collage giardini naxos

[:it]Oggi vi parleremo di Giardini – Naxos , una splendida meta turistica e balneare della Sicilia. Si trova in provincia di Messina ed è vicina a Taormina. Siamo sicuri che susciterà la vostra curiosità!

La città

Anticamente, la città si chiamava solo ”Giardini”. Il consiglio comunale, su proposta della Pro Loco, decise di aggiungervi ”Naxos”, perchè è stata la prima colonia greca in Sicilia. Nel 734, alcuni coloni calcidesi fondarono quello che è stato considerato per molto tempo il primo insediamento greco in Sicilia. Alla colonia venne attribuito il nome di Naxos, come l’omonima isola nel Mar Egeo. Sebbene fosse un centro di piccole dimensione, mantenne alto il suo valore simbolico: venne costruito un altare in onore di Apollo Archegetes ed era il punto di partenza degli ambasciatori greci quando facevano ritorno in madrepatria. A partire dall’800, si svilupparono, oltre alla pesca, attività legate all’agricoltura, specie di agrumi, alla lavorazione del ferro battuto e della ceramica. Culla di antiche civiltà mediterranee e meta turistica d’avanguardia del meridione d’Italia, la città di Giardini – Naxos possiede un’ampia zona archeologica con annesso il relativo museo.

La Grotta Azzurra

Il mare con le sue acque cristalline e pulite, lo splendido lungomare e la pulizia delle spiagge sono apprezzati da tutto il mondo. Di sera, quest’ultime diventano ancora più incantevoli grazie ad un impianto di illuminazione che ne risalta gli scogli, valorizzandone anche i punti più remoti dell’arenile. Al visitatore, pertanto, viene offerta un’atmosfera particolare, dove le luci della baia si riflettono sulla superficie dell’acqua. Famosissima e degna di nota è anche la Grotta Azzurra, dentro la quale si possono ammirare numerosi tipi di organismi marini, tra cui il falso corallo, le stelle marine e il parazoanthus, meglio conosciuta come la margherita di mare.

Festa della Madonna: S. Maria Raccomandata

Celebrata solennemente l’8 settembre, giorno della natività di Maria, la festa, tuttavia, si articola in più giornate. L’annuncio è dato il 25 agosto e nella novena dal 30 agosto al 7 settembre, in cui da alcuni anni si ricorda il legame della Raccomandata con i marinai. Il 7 settembre è il giorno dedicato alla discesa del simulacro sui binari, per essere intronizzata dopo l’accoglienza simbolica del parroco. L’offerta dei fiori e il bacio alla statua completano la cerimonia. L’8 settembre, infine, si esegue l’offerta del cero da parte del sindaco a nome della città e l’offerta dei doni da parte dei pescatori. Dopo la messa serale, segue l’uscita del simulacro ed inizia la processione per le vie del paese. Il saluto e la benedizione con la reliquia concludono la processione. Il 9 settembre la salita del simulacro all’altare maggiore, sede abituale della Raccomandata, conclude i festeggiamenti.

Qui potete trovare altre informazioni riguardanti questo piccolo angolo di paradiso siciliano.

Per altre curiosità, seguiteci sul nostro sito. Per rimanere aggiornati, iscrivetevi alla nostra newsletter!

Giardini – Naxos è un luogo meno conosciuto e un po’ nascosto, ma siamo sicuri che le sue bellezze faranno breccia nel vostro cuore.[:en]Today we will talk about Giardini – Naxos, a splendid tourist and seaside destination in Sicily. It is located in the province of Messina and is close to Taormina. We are sure it will arouse your curiosity!

In ancient times, the city was only called ” Giardini ”. The city council, on the proposal of the Pro Loco, decided to add ” Naxos ”, because it was the first Greek colony in Sicily. In 734, some Chalcidian settlers founded what has long been considered the first Greek settlement in Sicily. The colony was given the name of Naxos, as the homonymous island in the Aegean Sea.

Although it was a small town, it kept its symbolic value high: an altar was built in honor of Apollo Archegetes and it was the starting point for the Greek ambassadors when they returned to their homeland. Starting from the 19th century, in addition to fishing, activities related to agriculture, especially citrus fruits, the processing of wrought iron and ceramics, developed. Cradle of ancient Mediterranean civilizations and an avant-garde tourist destination in southern Italy, the city of Giardini – Naxos has a large archaeological area with an adjoining museum.

The sea with its crystal clear and clean waters, the splendid promenade and the cleanliness of the beaches are appreciated by the whole world. In the evening, the latter become even more enchanting thanks to a lighting system that highlights the rocks, enhancing even the most remote points of the beach. The visitor is therefore offered a special atmosphere, where the lights of the bay are reflected on the surface of the water. The Blue Grotta is also very famous and noteworthy, inside which you can admire numerous types of marine organisms, including false coral, starfish and parazoanthus, better known as the sea daisy.

Here you can find more information about this little corner of Sicilian paradise.

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Giardini – Naxos is a less known and somewhat hidden place, but we are sure that its beauties will break your heart.[:]

[:it]RisuonaItalia a Palermo: l’evento musicale da non perdere![:]

[:it]Oggi vi vogliamo parlare di un bellissimo progetto musicale da non perdere… RisuonaItalia. Tante piazze, una sola comunità 2020!

RisuonaItalia. Tante piazze, una sola comunità” sarà una grande manifestazione promossa da ACRI, in occasione della Giornata europea delle fondazioni. Le voci e gli strumenti di tantissimi bambini riempiranno simultaneamente 50 piazze di tutta Italia per un evento all’insegna della musica e della condivisione. L’iniziativa vuole essere un’occasione per esortare a ripartire uniti e per ricordare la vitale importanza dei più piccoli all’interno della comunità. Da Torino a Palermo, la musica si trasforma nel mezzo per diffondere solidarietà e per contrastare il sempre più diffuso fenomeno della povertà scolastica. Per molti ragazzi la musica è un mezzo di riscatto e di opportunità di realizzare i propri sogni.

RisuonaItalia arriva a Palermo

Per l’occasione, lunedì 28 settembre 2020 alle ore 16:30 a Palazzo Branciforte di Palermo si riuniranno il coro della Comunità Educante Evoluta Zisa Danisinni, il coro di voci bianche del Teatro dei ragazzi e l’Orchestra Quattrocanti: tutti insieme eseguiranno l’Inno alla gioia e l’Appello dei diritti. Un’occasione di unità e collaborazione per le orchestre, i cori e tutta la comunità cittadina, con il contributo di Fondazione Sicilia e Con i Bambini.

Alle 11 del 1° ottobre 2020, gli scatti dell’esecuzione dell’Inno alla Gioia verranno condivisi in contemporanea da tutti i partecipanti dell’evento, grazie alla partnership di TGR Rai, mentre alle 17 sarà possibile vedere il video del concerto.

Palazzo Branciforte in musica

I ragazzi di Palermo avranno modo di esibirsi all’interno dello splendido Palazzo Branciforte, sede di Fondazione Sicilia: una scelta simbolica coerente con l’idea di portare i più piccoli al centro e di circondarli di bellezza, arte e cultura.

Il concerto

Oltre al famosissimo Inno alla Gioia ripreso da Beethoven – inno ufficiale della Comunità Europea – i ragazzi eseguiranno l’inno l’Appello dei diritti, scritto dal Centro Tau assieme a Rai Ragazzi con la collaborazione del Teatro Massimo di Palermo. La scelta dei due brani è rappresentativa del messaggio lanciato per l’evento: dare più ascolto ai giovani e ai più piccoli, dei quali troppo spesso vengono ignorati i diritti.

I cori e le orchestre

Il concerto è una grande occasione di collaborazione tra i ragazzi del coro della Comunità educante Zisa Danisinni, l’Orchestra e il coro Quattrocanti e infine il Coro e orchestra Teatro dei ragazzi.

Potete trovare maggiori informazioni sul sito di questa iniziativa musicale e sul sito di Fondazione Sicilia! Non perdetevi altre novità sul nostro sito. Iscrivetevi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati sugli eventi futuri in Sicilia!

Non mancate all’evento RisuonaItalia, vi aspettiamo a Palazzo Branciforte![:]

[:it]Palermo, turismo e passione: gli amici di Palermo Wonders[:]

[:it]

“Benvenuti a Palermo! Benvenuti in una splendida città, degna di essere visitata al pari delle più ambite, come Roma, Firenze e Venezia. Chi si reca oggi in Sicilia sa che vale la pena visitare il capoluogo. Vuole vedere i Quattro Canti, la Martorana, la Cappella Palatina, la Fontana della Vergogna. Oggi Palermo è una città nota per la sua arte. Chi non la conosce è curioso. Chi ci è già stato in passato, magari 20 anni fa, vuole rivederla con nuovi occhi. Perché forse non aveva visitato nulla o soltanto poche cose.” Inizia così il racconto del nostro amico, Mauro Amato, guida turistica di eccezione della città che tanto amiamo, che insieme ai suoi fratelli ha creato una splendida realtà che vuole raccontare la città. Palermo, turismo e passione: tre elementi che accomunano noi di SicilyandSicilians e i nostri amici di Palermo Wonders.

Leggi tutto “[:it]Palermo, turismo e passione: gli amici di Palermo Wonders[:]”

[:it]Sicilia: tra sostenibilità, tradizione e innovazione! [:en]Sicily: combining sustainability, tradition and innovation! [:]

[:it]Se anche tu non sopporti più la tastiera del tuo computer, il chiasso delle città, i meeting e lo smartworking, prenditi una pausa e prenota un viaggio alla scoperta della Sicilia, tra sostenibilità, tradizione e innovazione.

La Riserva Naturale dello Zingaro

La prima meta da visitare è la Riserva Naturale dello Zingaro (San Vito Lo Capo). Il territorio si costituisce di alte pareti di roccia che sprofondano nell’azzurro delle insenature. Le calette sono 7 e si presentano come delle nicchie incavate sul fianco delle muraglie dolomitiche. E’ possibile ammirare le palme nane, numerose carrubi e maestosi olivastri; allo stesso tempo potrete scorgere qualche abitazione contadina. Anche il paesaggio sottomarino è ricco di fauna tipica della macchia mediterranea. A profondità ragguardevoli c’è anche il corallo rosso. Sebbene non sia una riserva marina, è vietato introdurre canne da pesca, fucili e strumenti di cattura di qualsiasi genere e non è consentito entrare in riserva con ombrelloni, sdraio, materassini, ecc.

Cosa aspetti? Puoi visitare il sito del Prenota il tuo viaggio sul sito del FAI. Siamo certi che rimarrai ammaliato dalle bellezze della Riserva Naturale dello Zingaro!

Agrigento e il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

Ad Agrigento, grazie al paesaggio e all’atmosfera magica da cui è avvolto, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi diventa simbolo di una terra ricca di storia e bellezza. I visitatori si lasciano ammaliare dai 1300 ettari di spazi aperti che lo rendono uno dei siti archeologici più grandi del mondo, in cui si respirano storie antiche e viste mozzafiato. Il Parco unisce la storia antica al rispetto della natura. Dichiarato nel 1997 Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, conta ben dodici templi che si inseriscono in un contesto naturale incantevole. Il percorso inizia dalla Rupe Atenea, da cui è possibile ammirare il Tempio di Zeus, che poteva accogliere anche 42.000 persone. Il percorso guida i suoi visitatori attraverso santuari, necropoli, fortificazioni, Agorà Inferiore e Agorà Superiore, luoghi di culto o spazi pubblici legati alle attività quotidiane, politiche e commerciali. Si può seguire il percorso anche in autonomia.

Il Museo Vivente del Mandorlo

Per tutelare il paesaggio naturalistico della Valle, è stato ideato il “Museo Vivente del Mandorlo”. Questo protegge le circa 300 varietà tradizionali di mandorlo presenti, regalando uno scenario davvero sensazionale. Ai mandorli si aggiungono ulivi, viti, pistacchi, agrumi, fichi domestici e fichi d’india, alberi da frutta e piante ornamentali. I corsi d’acqua sono un perfetto ambiente per tamerici, salici e pioppi, che offrono riparo dalle alte temperature estive. Completano questa ricchezza naturale le piante di carruba e di mirto che, con i giganteschi olivi “saraceni”, sono stati censiti e catalogati come Alberi monumentali. Il parco ha anche iniziato a produrre e commercializzare questi prodotti agricoli, stringendo partnership con le aziende del territorio. Numerosi progetti coinvolgono la gente locale, permettendo loro di realizzare orti sociali, aree agricole e salvaguardando la biodiversità del territorio attraverso la valorizzazione dei processi produttivi tradizionali.

Per tutte le informazioni su orari di apertura e visite guidate, consultate il sito ufficiale.

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Sarete d’accordo su come la Sicilia sia sede di sostenibilità, tradizione e innovazione. Un’oasi di cultura da visitare almeno una volta nella vita, per sentirci più vicini alla terra e alle nostre origini.

Articolo di Antonella e Debora[:en]If you, too, can no longer stand your computer keyboard, the hubbub of cities, meetings, and smart-working, take a break and book a trip to discover Sicily, among sustainability, tradition, and innovation.

Natural Riservation of Zingaro

The first destination to visit is the Zingaro Nature Reserve (San Vito Lo Capo). The area consists of high rock walls that sink into the blue of the inlets. There are 7 coves and they look like niches carved into the side of the dolomite walls. It is possible to admire dwarf palms, numerous carob trees, and majestic wild olive trees; at the same time, you may catch a glimpse of a few peasant dwellings. The underwater landscape is also rich in fauna typical of the Mediterranean maquis. At considerable depths, there is also red coral. Although it is not a marine reserve, it is forbidden to bring in fishing rods, guns, and catching instruments of any kind, and you are not allowed to enter the reserve with umbrellas, deckchairs, mats, etc.

What are you waiting for? We are sure you will be captivated by the beauty of the Natural Reservation of Zingaro!

Agrigento and the Archaeological and Landscape Park of the Valley of the Temples

In Agrigento, thanks to the landscape and magical atmosphere by which it is enveloped, the Valley of the Temples Archaeological and Landscape Park becomes a symbol of a land rich in history and beauty. Visitors are captivated by the 1,300 hectares of open space that make it one of the largest archaeological sites in the world, where ancient stories and breathtaking views are breathed in. The park combines ancient history with respect for nature. Declared a UNESCO World Heritage Site in 1997, it has as many as 12 temples that are set in an enchanting natural setting. The route begins at the Rupe Atenea, from which it is possible to admire the Temple of Zeus, which could hold as many as 42,000 people. The route guides its visitors through sanctuaries, necropolises, fortifications, Lower Agora and Upper Agora, places of worship or public spaces related to daily, political, and commercial activities. One can also follow the route independently.

Il Museo Vivente del Mandorlo

To protect the wildlife landscape of the Valley, the “Il Museo Vivente del Mandorlo” was established. This protects the approximately 300 traditional varieties of almond trees present, giving a truly sensational scenery. Almond trees here are planted and complemented by olive trees, vines, pistachios, citrus, domestic figs and prickly pears, fruit trees, and ornamental plants. The waterways are a perfect environment for tamarisk, willow, and poplar trees, which provide shelter from the high summer temperatures. Complementing this natural wealth are carob and myrtle plants, which, with the giant “Saracen” olive trees, have been surveyed and listed as Monumental Trees. The park has also begun to produce and market these agricultural products, forging partnerships with local businesses. Numerous projects involve local people, allowing them to create social gardens and agricultural areas and safeguarding the biodiversity of the area through the enhancement of traditional production processes.

For all information on opening hours and tours, see the official website of Parco Valle dei Templi.

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By now you will agree on how Sicily is home to sustainability, tradition, and innovation. An oasis of culture to visit at least once in a lifetime, to feel closer to the land and our origins.

Article by Antonella and Debora[:]

[:it]Il dizionario siculo – italiano[:en]The Sicilian-Italian dictionary[:]

[:it]È risaputo che i siciliani amino il loro dialetto e lo custodiscono gelosamente. È per questo motivo che nasce questa rubrica, che abbiamo deciso di chiamare Il dizionario siculo – italiano.

Dialetto o lingua?

In ambito accademico, l’idioma della Sicilia viene spesso indicato come ”dialetto siciliano”, essendo classificabile come ”dialetto romanzo primario”. Altri studiosi, fra cui l’UNESCO, ritengono che il siciliano sia lontano dall’italiano tipico, tanto da essere considerato una lingua a parte. Infatti, il siciliano non deriva dall’italiano, ma dal latino volgare e costituì la prima lingua letteraria italiana nella Scuola Siciliana, già a partire dalla prima metà del XIII secolo.

Le caratteristiche del dialetto siciliano

Esistono molteplici varianti del dialetto siciliano. Infatti, all’interno di questo vi sono racchiusi termini di diversissima origine, derivanti dalle numerose contaminazioni subite dall’isola: arabe, francesi, spagnole, greche, latine. Forte è anche la componente onomatopeica e quella legata alle tradizioni culturali e commerciali della Sicilia. Frequentemente, nell’immaginario comune e nel prototipo del siciliano offerto dai media, la nostra lingua è legata a personaggi negativi o ignoranti. In realtà, il nostro difficile dialetto, anche se parlato oggi da pochi, rappresenta la nostra identità culturale e costituisce perciò un patrimonio da preservare e custodire, che si differenzia con la sua unicità da tutti gli altri dialetti d’Italia.

La nostra rubrica

Dalla voglia di far conoscere la nostra bellissima lingua, nasce questa rubrica, una sorta di dizionario Siculo-italiano, sperando di suscitare ancora il vostro interesse e la vostra collaborazione.

Racina

racina

Oggi ci occuperemo di vari termini siciliani. Il primo è stato gentilmente segnalato da Elisa: “Racina“. La “Racina” è il frutto della vite, dal quale si fa il vino, ovvero l’ uva. Molti sono i modi di dire legati a questa parola, come ad esempio: “nn’avi tanta racina appisa!”, per dire di chi “ha già tante di quelle disgrazie!”, modo di dire chiaramente legato alla produzione vinicola, e particolarmente utilizzato nella Sicilia orientale. Da notare l’assonanza del termine siciliano “Racina” con la traduzione in inglese e in francese “Raisin”.

Vi proponiamo inoltre un video molto divertente in cui una nonna siciliana parla con la sua nipotina inglese, che sembra cavarsela piuttosto bene!

Amunì

Se vi trovate in Sicilia e state temporeggiando su qualcosa, vi potrebbe capitare di sentirvi dire: “Amunì!”. Non preoccupatevi, non è affatto un insulto! La parola “Amunì”, nota nelle varianti di “Ninni”, “Ninniamo” e “Amuninni”, significa semplicemente “Andiamo”, con accezione esortativa, tipica dei dialetti siciliani, ma è utilizzata in generale per convincere qualcuno a sbrigarsi o a compiere un’azione.

Curtigghiu

Uno dei passatempi preferiti del siciliano, soprattutto della donna, è il cosiddetto “Curtigghiu“. “La parola “curtigghiu” è usata ”macari pi innicari lu spittigulizzu, propiu pi la sò etimuluggìa, picchì lu curtili era lu locu unni si sparlava di cchiù.” (la parola curitgghiu è usata per indicare il pettegolezzo, proprio per la sua etimologia perchè il cortile era il luogo dove si sparlava maggiormente). Il curtigghiu è quindi il “gossip“, il pettegolezzo, un vero e proprio taglio e cucito di fatti, storie, persone e eventi che etimologicamente deriva dal “cortile”, il luogo dove le donne e gli uomini si riunivano per trascorrere le assolate ore pomeridiane chiaccherando e sparlottando, insomma, un sostituto delle moderne riviste e programmi televisivi.

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Conoscete altri termini da inserire all’interno del dizionario siculo – italiano? Scriveteci![:en]It is well known that Sicilians love their dialect and guard it with jealousy. That is why this column was made, which we decided to call The Sicilian-Italian Dictionary.

Dialect or language?

In academic circles, the idiom of Sicily is often referred to as ”Sicilian dialect‘,’ being classifiable as ”primary roman dialect”. Other scholars, including UNESCO, believe that Sicilian is so far removed from typical Italian as to be considered a separate language. In fact, Sicilian does not derive from Italian, but from Vulgar Latin and constituted the first Italian literary language in the Scuola Siciliana, as early as the first half of the 13th century.

The characteristic of Sicilian dialect

There are multiple variants of the Sicilian dialect. In fact, contained within it are terms of very different origins, resulting from the many contaminations the island has undergone: Arabic, French, Spanish, Greek, Latin. Also strong is the onomatopoeic component and that linked to the cultural and commercial traditions of Sicily. Frequently, in the common imagination and in the prototype of Sicilian offered by the media, our language is linked to negative or ignorant characters. In reality, our difficult dialect, although spoken today by few, represents our cultural identity and therefore constitutes a heritage to be preserved and guarded, which differs with its uniqueness from all other italian dialects.

Our column

From the desire to raise awareness of our beautiful language, this column, a kind of Siculo-Italian dictionary, was born, hoping to arouse your interest and cooperation again.

Racina

racina

Today we will deal with several Sicilian terms. The first one was kindly pointed out by Elisa: “Racina”. “Racina” is the fruit of the life, from which wine, or grapes, is made. There are many sayings related to this word, such as, “nn’avi tanta racina appisa!” to say of someone who “already has so many of those misfortunes!”, a saying clearly related to wine production, and particularly used in eastern Sicily. Note the assonance of the Sicilian term “Racina” with the English and French translationRaisin”.

We also bring you a very funny video in which a Sicilian grandmother talks to her English granddaughter, who seems to be doing quite well!

Amunì

If you are in Sicily and you are stalling on something, you might happen to hear yourself say, “Amunì!

Don’t worry, it is not an insult at all! The word “Amunì”, known in variants of “Ninni”, “Ninniamo”, and “Amuninni”, simply means “Let’s go”, with exhortative meaning, typical of Sicilian dialects, but it is used in general to persuade someone to hurry up or to perform an action.

Curtigghiu

One of the favorite pastimes of the Sicilian, especially the woman, is the so-called “Curtigghiu”. The word ‘curtigghiu’ is used ”macari pi innicari lu spittigulizzu, propiu pi la sò etimuluggìa, picchì lu curtili era lu locu unni si sparlava di cchiù”. (the word curitgghiu is used to refer to gossip, precisely because of its etymology because the courtyard was the place where people gossiped the most). Curtigghiu is thus “gossip”, the actual cutting and stitching of facts, stories, people and events that etymologically derives from the “courtyard”, the place where women and men gathered to spend the sunny afternoon hours chatting and gossiping, in short, a substitute for modern magazines and television programs.

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Do you know of other terms to be included within the Sicilian-Italian dictionary? Write to us![:]

[:it]Una piazza da Oscar a Palazzo Adriano[:en]An Oscar square[:]

[:it]Palazzo Adriano è un comune di poco meno di 2000 abitanti, in provincia di Palermo. Possiede una vera e propria piazza da Oscar; questa città, infatti, è famosa grazie al film “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore. Siamo pronti a svelarvi altre curiosità!

Le origini di Palazzo Adriano

La città si trova nel cuore della Sicania, alle pendici settentrionali del monte delle Rose, ugualmente equidistante da Palermo e Agrigento. E’ una colonia di origine albanese; i primi insediamenti risalgono al XV secolo. Sebbene la lingua madre non si utilizzi più, la città appartiene all’Eparchia di Piana degli Albanesi e buona parte della sua popolazione conserva il rito bizantino degli esuli albanesi, che anticamente la fondarono. Nella piazza del paese, infatti, convivono le due anime del paese: da una parte, c’è la Chiesa Maria SS. Assunta utilizzata per il rito bizantino dai greco-albanesi, dall’altra la Chiesa di Maria SS. del Lume, che costituisce il centro del rito romano per i latini.

Nuovo Cinema Paradiso

Come vi abbiamo accennato prima, la città di Palazzo Adriano ha raggiunto il successo grazie al film ”Nuovo Cinema Paradiso”, del 1988, scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. Lo stesso regista appare nel film, interpretando il proiezionista nella scena finale dei baci tagliati dal vecchio Alfredo. Il film vinse l’Oscar come miglior film straniero nel 1990. Per celebrare la grandezza dell’opera cinematografica, è stato costruito il museo chiamato Galleria foto ”Nuovo Cinema Paradiso”. Il museo si trova preso i locali del comune della città e si compone di oltre 100 fotografie originali, raffiguranti scene e retroscene del film.

La Fiera di agosto

La festa più importante della città si svolge dal 14 al 16 agosto di ogni anno ed è considerata la più importante del paese. Alla festa, partecipano centinaia di donne: per devozione, grazia, voto, seguono scalze la processione che si snoda per le vie del paese. Durante la processione, partecipano varie confraternite, che indossano maglie bianche con i loro stemmi di appartenenza. La festa inizia quando il simulacro della Madonna delle Grazie un giorno e il simulacro di San Nicola il giorno successivo vengono portati dalle loro omonime chiese alla Chiesa Madre. viene portato in spalla dal suo Santuario alla Chiesa Madre. La mattina del 16 agosto, alle 6 del mattino vengono suonate le campane per “svegliare” il Paese ed avvertire tutti che è iniziata la grande Festa. Alle 21:00 circa inizia la processione. Successivamente il Simulacro della Madonna Delle Grazie verrà riportato al Santuario l’8 settembre, giorno della Natività di Maria.

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Siamo sicuri che una piazza da Oscar come quella di Palazzo Adriano vi affascinerà non appena vi metterete piede. Non perdetevela![:en]Not everyone knows that the Palazzo Adriano’s square has become famous in the film “Nuovo Cinema Paradiso” by Tornatore.

The two country’s souls live with it in the square, where there are the Church of Maria SS. Assunta and the Church of Maria SS. del Lume. The first is used by Greek-Albanian, the second is used for Roman Rite by Latin.

 Both groups are very connected to their rites and keep intact their customs and traditions.

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[:it]La tradizionale festa di Sant’Agata, patrona di Catania[:]

[:it]Vi avevamo parlato di Santa Lucia, patrona di Siracusa. Oggi, invece, vi parleremo della tradizionale festa di Sant’Agata, patrona di Catania, dove si celebra una delle manifestazioni siciliane che gode di maggior afflusso.

Il martirio di Sant’Agata

Il nome della martire deriva dal greco e indica bontà d’animo e nobiltà di spirito. Visse tra il III e il IV secolo d.C.. Figlia di nobili catanesi, venne martirizzata durante le persecuzioni di Decio o Diocleziano. La donna dovette affrontare violenze terribili pur di non piegarsi e abiurare la sua fede pubblicamente; si dice che la prima notte di torture San Pietro le fece visita e ne guarì le ferite. Fu poi obbligata alla pena dei carboni ardenti e dopo il terzo giorno di torture, morì, il 5 febbraio dell’anno 251. Le reliquie della Santa si trovano in parte all’interno del prezioso busto in argento e in parte dentro un grande scrigno d’argento all’interno del Duomo di Catania.

Il velo di Sant’Agata

Di grande importanza religiosa e simbolica è anche il “Velo di Sant’Agata”: secondo la tradizione, quest’ultimo risale al momento in cui la santa camminò sui carboni ardenti e una donna la coprì con il proprio velo. È di colore rosso scuro e, nel corso dei secoli, venne più volte portato in processione come estremo rimedio per fermare la lava dell’Etna. Per questo motivo, si racconta che in origine il velo fosse bianco, ma che a contatto con il fuoco del vulcano catanese, cambiò colore in rosso. La Santa non fermò solo l’Etna, ma pose anche fine ad alcuni terremoti e persino alla peste.

La festa di Sant’Agata

Catania dedica alla sua Patrona una tra le maggiori feste cattoliche a livello mondiale per ampiezza di pubblico partecipante. Le date sono ben due, ma la più importante è la prima: la prima si svolge durante l’inverno, dal 3 al 5 febbraio (ricorrenza del martirio); la seconda d’estate, il 17 agosto (data di ritorno delle sue spoglie da Costantinopoli a Catania nel 1126). Dal 3 al 5 febbraio, le reliquie della Santa contenute nel fercolo d’argento, in dialetto “a vara” (ossia la bara), vengono portate in giro per la città, insieme a 11 candelore, che rappresentano le 11 corporazioni degli artigiani cittadini. La tradizione vuole che i devoti indossino abiti, guanti bianchi e una papalina nera in testa e il pubblico gridi “Cittadini, cittadini, semu tutti devoti tutti”, ossia “cittadini, cittadini, siamo tutti devoti”.

Se siete interessati, qui trovate ulteriori informazioni riguardanti la festa.

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La città attira milioni di persone, soprattutto grazie alla festa di Sant’Agata, patrona di Catania, e voi non potete mancare![:]

[:it]Le donne e i proverbi in Sicilia[:en]The Woman in Sicily[:]

[:it]I proverbi rappresentano un sapere tramandato, ispirano modi di essere, influenzano la lingua e i gesti delle persone. L’anima siciliana è tra quelle che maggiormente si esprime al meglio attraverso di essi e molti sono dedicati alle donne.

I proverbi: luoghi comuni o verità?

Secondo alcuni, i proverbi sarebbero modi filosofici per esprimere luoghi comuni, cose ovvie. Secondo altri invece, come noi di Sicily and Sicilians, sono espressioni del mondo popolare, un patrimonio culturale che raccoglie e racconta le esperienze dei popoli. Poche parole incisive che riassumono verità della gente comune. Non si sa chi li abbia inventati o la loro provenienza. A volte si presentano sotto forma di similitudini, altre in rima: in ogni caso, esistono in ogni parte del mondo e spesso cambiano anche da comune a comune, da paese a paese. Sono testimonianza diretta dei tempi passati e del modo di vivere e credere di un popolo.

La figura delle donne in Sicilia

La Sicilia è ricca di proverbi e molti di questi riguardano la donna. La figura femminile è strettamente collegata al ruolo di moglie e di madre. Tuttavia, sebbene l’uomo sia il capofamiglia, è la donna la regina della casa e ad essa spettano i compiti principali di nutrire e allevare la prole. Infatti è uso dire: “A casa, senza a fimmina, ‘mpuvirisci“, che significa: “La casa, senza la donna, impoverisce” oppure “La bona mugghieri è a prima ricchizza di la casa“, cioè “Una buona moglie è la prima ricchezza della casa”. La “Fimmina“, secondo il prototipo siciliano, deve possedere qualità precise: deve essere onesta (“Muggheri onesta, trisoru ca resta” cioè “Moglie onesta, tesoro che resta”), pudica (“A fimmina ca havi russuri, attira chiù d’i ricchizzi” cioè “La donna attira più col suo pudore, che con le sue ricchezze”), fine e gentile (“Fimmina bona, vali chiù di ‘na corona“, cioè “Una donna fine, val più di una corona”), silenziosa e discreta (“E’ bona donna, donna chi nun parra“, cioè “E’ una donna buona la donna che parla poco”).

Esistono ancora i proverbi?

Purtroppo, con il trascorrere degli anni, proverbi come quelli sopra citati e tanti altri stanno scomparendo, soprattutto a causa dell’avvento delle nuove tecnologie, che hanno permesso lo sviluppo di un linguaggio sempre più breve, compatto, povero, dove bisogna comunicare nel minor tempo possibile. Sarebbe bello se questi proverbi, siciliani e non, patrimonio culturale e storico, fossero raccolti in uno spazio, fisico o digitale, affinchè possano essere consultati anche dalle generazioni a venire.

Se siete interessati, qui trovate un elenco dei 100 proverbi siciliani più divertenti, con la loro relativa traduzione.

Potete consultare il nostro Dizionario Siculo – Italiano per conoscere tante parole del nostro splendido dialetto!

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Questi erano solo alcuni proverbi sulla donne in Sicilia… e voi conoscete altri proverbi siciliani? O proverbi particolarmente usati e divertenti nella vostra regione? Scriveteci![:en]The sicilian soul expresses itself through the proverbs. They represent a secular knowledge and inspire the behaviours and the way you act. In particular, there are several proverbs reffered to women.

The figure of woman in Sicily is very linked to the role of wife and mother. The man is the head of household, but the woman is the queen of the house and she has the main duty of feeding and upbringing sons. Infact the proverbs say:

“A casa, senza a fimmina, ‘mpuvirisci.” (“The house is poor without a woman”)

“La bona mugghieri è a prima ricchizza di la casa” (“A good wife is the first wealth of the house”)

The “Fimmina” (the woman), according to the sicilian prototype, must have some definite qualities: honest (“Muggheri onesta, trisoru ca resta.” i.e. “Honest wife, treasure that remains”), prim (“A fimmina ca havi russuri, attira chiù d’i ricchizzi.” i.e. “The woman attracts more with her prudish and less with her wealth”), refined and kind (“Fimmina bona, vali chiù di ‘na corona” i.e. “A refined woman is worther than a crown”), fair and discrete (“E’ bona donna, donna chi nun parra” i.e. “It’s a good woman the one that doesn’t speak too much”).

Unfortunately, with the passing of the years, proverbs like those mentioned above are disappearing, mainly due to the advent of new technologies, which have allowed the development of an increasingly shorter, compact, poor language, where it is necessary to communicate in the shortest possible time. It would be nice if these proverbs were collected in a space, physical or digital, so that they are direct testimony and can be consulted by generations to come.

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Do you know other proverbs about women? Write us![:]

[:it]Il Presepe in Sicilia[:en]The Cribs[:]

[:it]I Presepi sono il simbolo del Natale italiano per eccellenza, assieme all’Albero. Le statuette e le tradizioni legate ad esse sono diverse in tutto il mondo. Molti la considerano una vera e proprio arte. Il Presepe in Sicilia è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. In questo articolo vi vogliamo raccontare qualche curiosità legata ad esso!

Qualche curiosità sul Presepe in Sicilia

Il presepe siciliano ha tratto forte ispirazione dai maestri napoletani. Le figure, infatti, venivano realizzate in legno, fil di ferro e vestiti di stoffa. Tra le particolarità siciliane, bisogna ricordare la ceroplastica, antica tecnica di lavorazione della cera, per realizzare le figure, e l’uso di accessori in oro e argento per la statuina del Bambino Gesù. Nel corso degli anni, ai personaggi tradizionali della Sacra Famiglia furono aggiunte anche figure della cultura contadina. Ecco qualche esempio: “a nanna cu li puddicini” (la vecchia con i pulcini), “lu ricuttaru” (il ricottaio), “lu furnaru” (il fornaio), “lu pasturellu” (vezzeggiativo di pastorello), “la lavannara” (la lavandaia), ecc.

Inoltre, ci sono due figure caratteristiche che non possono mancare nel Presepe di ogni casa siciliana: lo “U Scantato” e “U lagnuso“. Il primo, lo “Scantato“, lo “Spaventato”, è immobile, le braccia larghe, il cappello in mano, lo sguardo smarrito e incantato. Si trova all’ingresso della grotta, proprio davanti al bambinello, ed esprime lo stupore legato alla Santa Natività. Il “Lagnuso“, il “pigro”, l'”addormentato”, è un personaggio tipico che rappresenta quello che venne poi risvegliato dall’angelo e destinato a diffondere la notizia dell’evento tra i pastori.

Il presepe di Trapani

Una delle aree in cui è più viva ed originale la tradizione del presepio è Trapani. Qui, i maestri trapanesi realizzavano singoli pastori o rappresentazioni presepiali di varie dimensioni, in particolare per le chiese e le dimore della ricca nobiltà nei secoli XVII e XVIII. Diversi materiali, soprattutto nobili come il corallo, l’avorio, la madreperla e l’alabastro, erano utilizzati dai maestri per la realizzazione delle loro opere. Alcuni dei più preziosi sono conservati oggi nel prestigioso Museo Pepoli, che ha sede nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani.

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Questo era il nostro approfondimento sul Presepe in Sicilia e le loro tradizioni! Rimanete aggiornati sulle tantissime curiosità nei prossimi articoli! Se avete intenzione di fare un tour tra i presepi tradizionali siciliani, ecco tutte le mostre in programma![:en]The Cribs are the symbol of Christmas.

The Cribs-Statues and the traditions are different all over the world. In Sicily there are especially two characters in every Crib: The “Scantato” and the “Lagnuso”. The first, the “Scantato”, i.e. the “Frightened”, is motionsless, with wide arms, the hat in the hand and the lost and enchanted glance. Its place is near the cave, in front of the Child, and it conveys the amazement for the Holy Nativity. The “Lagnuso”, i.e. the “lazy”, the “sleeping”, is a typical character that represents the one who was woken up by the angel and destined to inform the shepherds about the event.

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This was our insight into the tradition of Cribs in Sicily! Stay up to date on the many curiosities in the next articles! If you are planning to take a tour of the traditional Sicilian nativity scenes, here are all the scheduled exhibitions![:]

[:it]La festa di Santa Lucia a Siracusa[:]

[:it]Quando pensiamo alla Sicilia, ci vengono subito in mente le sue spiagge cristalline, il suo patrimonio artistico e culturale e il suo buon cibo. Ma non tutti sanno che una delle sante più amate e venerate a livello italiano è siciliana. Parliamo della festa di Santa Lucia, patrona della città di Siracusa.

Il culto di Santa Lucia

Santa Lucia, protettrice dei ciechi e della vista, è oggetto di culto sin dal 1600, periodo storico caratterizzato da una grave carestia. Avendo invocato l’aiuto della Santa, i siracusani ne avevano portato in processione il Simulacro. Un volo di quaglie, proveniente dal porto, preannunciò l’arrivo di navi cariche di cereali. Si gridò al miracolo: i cittadini si sfamarono cuocendo il grano direttamente, senza macinarlo. Questo avvenimento spiega il motivo per cui ancora oggi, in diverse zone della Sicilia, il 13 dicembre, festa della patrona, non si mangi né pasta né pane, ma si preferisca gustare altri piatti tipici, come la ”Cuccia”, di cui esistono molteplici varianti. Il dolce dedicato alla Santa ha come ingrediente principale, appunto, il grano bollito, che viene abbinato alla ricotta o alla crema di latte.

La festa di Santa Lucia

Il 13 dicembre si tiene anche una processione in cui i devoti, a piedi scalzi, si recano alla Cattedrale al Sepolcro nella Chiesa di Santa Lucia. Una sontuosa recita, che si svolge la seconda domenica di agosto, coinvolge tutto il paese si tiene a Savoca (in provincia di Messina, paesino di cui Santa Lucia è patrona). Una bimba interamente vestita di bianco, che tiene tra le mani una piccola palma di argento, in ricordo del martirio della santa, viene portata in spalla da un uomo per fare tre volte il giro del paese. Nel mentre, altri personaggi cercano di farla cadere in tentazione, mentre la bambina deve cercare di resistere a qualunque di esse.

Il martirio di Santa Lucia

La storia del martirio di Santa Lucia è strettamente collegata a quella di Sant’Agata: secondo la tradizione, Lucia, per salvare la vita di sua madre Eutichia, fece voto di castità dinanzi al sepolcro di Sant’Agata, patrona di Catania. Lucia tornò a Siracusa e, con grande sorpresa, scoprì che la madre era guarita. Lucia, perciò, devolse tutti i suoi averi in beneficenza. Rinunciò persino al matrimonio e, mancando alla promessa di matrimonio avanzatele dal fidanzato, si strappò gli occhi e glieli donò, affinchè lui potesse ancora godere della sua bellezza. E’ per questo motivo che è protettrice dei ciechi e della vista. Il fidanzato, tuttavia, la denunciò e fu condannata al rogo. Venne, alla fine, decapitata, in quanto le fiamme non furono abbastanza alte da raggiungere il suo corpo. I resti della Santa si trovano presso la chiesa di San Geremia a Venezia; solo nel 2004, durante il 17° centenario del suo martirio, vennero riportati per pochi giorni a Siracusa.

Qui troverete altre informazioni riguardanti la festa, sicuramente una delle più importanti e frequentate di Siracusa.

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La festa dedicata a Santa Lucia attira ogni anno folle di persone; siamo sicuri che ne rimarrete piacevolmente sorpresi anche voi![:]

[:it]San Vito Lo Capo da scoprire[:en]San Vito Lo Capo e Lo Zingaro[:]

[:it]San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, è famosa per il suo mare, uno dei più rinomati paradisi cristallini del sud. La sua spiaggia è considerata tra le migliori d’Italia e sul suo territorio è compresa la parte più occidentale della riserva dello Zingaro.

Il mare di San Vito Lo Capo

Il mare limpido, il fondale che degrada dolcemente e l’assenza di correnti rendono questa zona adatta anche ai nuotatori non esperti e ai più piccoli. Chi, invece, preferisce gli scogli alla sabbia, per fare meravigliosi bagni e divertenti tuffi, ne ha a disposizione una vasta scelta. Il lungomare consente di passeggiare a pochi metri di distanza dalla battigia della spiaggia e dalla strada che porta al faro, alto 40 metri e attivo dal 1859. Una strada panoramica che attraversa l’altopiano e offre alla vista lo splendido paese e il suo golfo. Il porto di San Vito Lo Capo è uno dei più sicuri dell’intera Sicilia. E’ situato all’interno di un golfo chiuso, con due estese secche rocciose che s’infrangono sulle onde. Qui, molti popoli, tra cui romani, fenici, arabi, normanni, spagnoli, venivano a calare le ancore per sfuggire alle tempeste.

La Riserva Naturale dello Zingaro

Da San Vito Lo Capo, si può accedere ad uno degli angoli più magici della Sicilia, la Riserva Naturale dello Zingaro. Muraglioni di roccia calcarea s’innalzano al di sopra di una ricca e florida vegetazione, finendo poi per gettarsi a capofitto nel mare cristallino. Piccole calette sabbiose e grotte sommerse, ricche di pesci e piante marine, si rivelano all’occhio umano. La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti della Sicilia che non ha una strada litoranea. Per spostarsi e trasportare merce, si utilizzano i muli, unico mezzo di spostamento disponibile. Nel 1976, erano iniziati alcuni lavori per la costruzione della litoranea Scopello – San Vito Lo Capo, ma furono sospesi in seguito a manifestazioni del mondo ambientalista.

Il Cous Cous Fest

Molte sono le iniziative culturali che si organizzano a San Vito Lo Capo. Dal 1998, la città ospita il Cous Cous Fest, rassegna culturale ed enogastronomica di dieci giorni dedicata a uno dei piatti tipici del Mediterraneo. Oltre a spettacoli dal vivo, si svolge una gara di cous cous, in cui chef provenienti da ogni parte del mondo si impegnano a proporre il piatto cucinato secondo la propria tradizione gastronomica. Costa d’Avorio, Francia, Italia, Senegal, Marocco, Palestina, Tunisia sono solo alcuni dei paesi che nel corso degli anni hanno partecipato alla competizione.

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San Vito Lo Capo è un luogo naturalistico incontaminato da vedere almeno una volta nella vita![:en]San Vito Lo Capo, in the province of Trapani, is famous for its sea and seaside, almost 3 Kilometres of golden sand, it has nothing to envy at the most known paradises of southern seas.

 The Crystal-clear sea, the floor and the lack of streams make this area suitable also for inexperieced swimmers and for children.

 Who prefers rocks, has a wide choice to have marvellous swims and funny dives.The seafront allows to walk near the shore, and also the street taking to the high lighthouse. A panoramic street crosses the plateau, offering a wiew of the wonderful town and its gulf.

The harbour of di San Vito Lo Capo is one of the safest all over Sicily. It is places inside of a closed gulf, with two wide rocky shallows that break the waves, and roman, phoenician, arabian, norman, spanish folks knew it well, infact they came here to drop anchors and to escape storms.

From San Vito Lo Capo, you can accede to one of the most magic corners of Sicily, the Natural Reserve Lo Zingaro, where high rocky walls rule over a rich and florid vegetation, dropping headlong over a crystal sea, revealing small shores and sunken caves rich in fishes and sea plants.

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[:it]Letojanni: piccolo borgo siciliano da scoprire[:en] Letojanni[:]

[:it]Oggi vogliamo farvi scoprire Letojanni, un piccolo comune della provincia di Messina, al centro di una ampia baia compresa tra i promontori di S. Alessio (Forza d’Agrò) e S. Andrea (Taormina).

Alla scoperta di Letojanni

Letojanni si sviluppa a cinque metri sul livello del mare ed il centro si suddivide in due parti. Fino alla metà dell’Ottocento, Letojanni era soltanto un piccolo borgo di pescatori, mentre oggi è una delle più importanti località turistiche siciliane e messinesi. Il santo patrono, San Giuseppe, si festeggia il 19 marzo. La cucina di Letojanni si costituisce principalmente di prodotti locali e, in particolare, di pesce. Altri prodotti sono a disposizione della comunità locale e dei turisti soprattutto durante la stagione estiva e includono le granite con le brioche, i gelati, i meringati di vari gusti e dolci tipici, come i cannoli.

Letojanni è apprezzata per la bellezza del suo mare, intenso e blu, tra i più puri della Sicilia, e per le sue spiagge, dove si alternano sabbia e ghiaia. Il suo lungomare, con le sue palme e i suoi pini, è il luogo ideale per passeggiare, per respirare la salubre brezza marina o per ristorarsi nei numerosi locali della riviera.

La famosa Piazza Durante di Letojanni

Una buona colazione a base di granite e brioches offerte dai bar del paese darà la giusta “carica” per affrontare la mattinata al mare, prendendo la tintarella o praticando i vari sport estivi offerti sul posto. Al calar della sera, si può visitare Piazza Durante e la Chiesa di San Giuseppe. Costruita nel 1700, divenne inagibile nel 1908, a causa di un terremoto. Dopo il suo rifacimento, la nuova chiesa viene inaugurata il 19 marzo 1931, proprio in occasione della festa del santo patrono. Piazza Durante è considerata il salotto della città per eccellenza: ci si dà appuntamento con gli amici e si sceglie il divertimento serale giusto per trascorrere in allegria le tante notti letojannesi.

Questa cittadina è divenuta famosa a livello nazionale anche grazie al cinema. Qui, il celebre attore comico Roberto Benigni ha girato alcune sequenze del suo film “Johnny Stecchino“. Infatti, la scena del barbiere, nello specifico, è stata girata all’interno del locale del barbiere in Piazza Durante. Inoltre, Letojanni è spesso utilizzata come location per numerose fiction televisive.

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Questa era una piccola anteprima delle bellezze naturali e artistiche che potrete ammirare a Letojanni. Questo piccolo gioiello siciliano vi aspetta! Per conoscere tutti gli eventi organizzati a Letojanni, visitate il sito ufficiale del comune. Se invece siete curiosi di conoscere la vicina città di Taormina, andate all’articolo di questa splendida città siciliana.[:en]Letojanni is a town of the province of Messina, placed at five metres above sea level. The center is divided in two parts by the namesake river. Until the half of XIX century, Letojanni was just a little fishermans’ village, now it is one of the most important tourist centers of Sicily.

The notoriety of Letojanni is due to the beauty of its sea, deep and blue, one of the most clean of the Sicily, and of its sandy or pebbly seashores. Its seafront, with palms and pines, is perfect for walks, breathing sea breeze or having lunch in one of the numerous restaurants.

A good breakfast with the typical tasty water-ices and brioches, served in the bars of the town, will give you the right boost to face a morning in the seaside, tanning or doing several summer sports. In the evening you must go to Piazza Durante, salon of the town, and just choose the entertainment for spending the night joyfully with your friends.

This town is known nationwide also because of the Cinema: in fact the famous actor Roberto Benigni has setted here some sequences of his movie “Johnny Stecchino”, and the town is often used as location for several TV movies.

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This was a small preview of the natural and artistic beauties that you can admire in Letojanni. This little Sicilian jewel awaits you! To find out about all the events organized in Letojanni, visit the official website of the municipality. If, on the other hand, you are curious to know the nearby city of Taormina, go to the article of this splendid Sicilian city.[:]

[:it]Surfing tra le onde della Sicilia[:en]Surfin’ Siciliae![:]

[:it]Tutti sanno che la provincia di Palermo è contornata da spiagge bellissime. Ma non tutti, invece, sanno che queste spiagge sono mete di surfisti e amanti degli sport acquatici provenienti da tutto il mondo. Mondello, Cefalù, Trappeto, Cinisi sono solo alcune tra le località preferite per una giornata di surf, con onde che arrivano a toccare anche i 2 metri e mezzo di altezza! L’attività di surfing tra le onde della Sicilia è un’esperienza mozzafiato: provare per credere!

Mondello tra le onde

Mondello è un quartiere e località turistica in provincia di Palermo. La zona è rinomata per la spiaggia, caratterizzata da sabbia bianca e mare cristallino, elementi che la rendono uno dei lidi più ambiti della Sicilia.

Inoltre, a partire dal 1985, la città ospita, una volta all’anno, il “World Festival on the Beach”, una manifestazione che riunisce sportivi e curiosi da tutto il mondo, durante la quale si svolgono competizioni internazionali di Surf, Windsurf, Kitesurf, Vela e Beach Volley. Un ruolo centrale, viene dato anche alle attività artistiche e culturali: sono numerosi i concerti e contest fotografici che si susseguono durante la settimana. Dal 2004, viene organizzato anche un concerto di musica classica, chiamato “Sinfonia On The Beach”, che si svolge in un auditorium in riva al mare.

Una Cefalù spericolata

Cefalù è una località turistica che si trova circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. E’ nota per le sue bellezze artistiche, per le sue spiagge e per le sue meraviglie naturalistiche. Se vi capita di visitarla a fine agosto, sul lungomare, troverete moltissimi surfisti spericolati, impegnati a cavalcare le lunghe onde al tramonto con le loro tavole. Uno spettacolo da non perdere!

Trappeto e la sua Ciammarita

Ma la spiaggia più frequentata dagli amanti degli sport estremi è “Ciammarita”, a Trappeto, comune siciliano distante 50 km da Palermo. La spiaggia è lunga 3 km e la sua particolare posizione permette di fare il bagno tutto l’anno, dato che le correnti sono poco forti e la temperatura è compresa tra i 16 e i 20 gradi.

E’ uno “Spot”, così si definisce nel gergo surfista, molto amato, soprattutto nel periodo invernale, perché offre onde alte e di forma tubante ed è facilmente raggiungibile con la macchina.

Non siete capaci di surfare? Non preoccupatevi, queste spiagge si possono godere anche solo per prendere il sole o per fare una bella nuotata.

Insomma, la nostra isola non ha niente da invidiare a località famose come Biarritz, Bali, Malibù e tante altre! Perchè allora questa estate non provare l’esperienza indimenticabile di fare surfing tra le onde della Sicilia? Vi aspettiamo!

Non perdetevi altre novità sul nostro sito. Iscrivetevi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati su tutte le esperienze indimenticabili da vivere in Sicilia![:en]Everyone knows that the province of Palermo is surrounded by amazing seashores. But not everyone knows that these shores are destinations of surfers and water sports addicted. Mondello, Cefalù, Trappeto, Cinisi are some favourite resorts for a surf day, with waves of almost 2 and half metres.

Mondello, placed in Palermo, is a long spot of white sand and crystal-clear sea. It is really famous, even because once at year it is the host of the “World Festival on the beach”, an event that assembles sportsmen and curioses from all over the world, international Surf, Windsurf, Kitesurf, Sail and Beach Volley competitions.

 Cefalù is a famous tourist spot far 70 kilometres from Palermo, known for its artistic treasures but also for its seashores and naturalistic wonders. If you visit cefalù at the end of august, on the seafront, you’ll find many rash surfers riding the long waves at the sunset with their boards, an amazing show!

But the most famous seashore is “Ciammarita”, Trappeto, far 50 kilometres from Palermo. It’s a cherished “Spot”, as the surfers call it, aboveall in winter time, because it offers high and pipe waves, and it’s easy to be reached by car.

Our Sicily has nothing to envy to famous spots as Biarritz, Bali, Malibù and many more!

Are you not able to surf? Don’t worry about it, these beautiful seasides are good also just to obtain a golden tanning and to have a fine swim.

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[:it]Weekend alla scoperta dell’entroterra palermitano[:]

[:it]Se avete voglia di perdervi tra le bellezze siciliane, questo è l’itinerario che fa per voi! Un weekend alla scoperta dell’entroterra palermitano, ricco di panorami inediti da esplorare.  

Non consideratelo un messaggio promozionale, si tratta solo di qualche consiglio da chi conosce bene questa piccola parte di mondo!

Partenza: Palermo

Partenza da Palermo ore… decidete voi, altrimenti finisce il relax, direzione Corleone (prendete la PA-AG, uscite a Marineo e proseguite sulla statale). La prima tappa, dopo circa 30 minuti di strada, è Ficuzza, dove si può ammirare la Real Casina di caccia, simile alla Reggia di Caserta, immersa nel bosco omonimo, d’alto valore naturalistico.

Ficuzza: Real Casina

Proseguite per Corleone, nota per aver dato i natali ai maggiori boss mafiosi, ma anche alle prime vittime che hanno combattuto per la legalità. Negli ultimi anni, sono stati organizzati diversi eventi per riscattare l’immagine del paese, dalla Festa della Pace (23 maggio) alla notte bianca. A livello artistico, la città è nota per le sue 100 chiese. Da vedere i due fortilizi reali: il castrum superius e il castrum inferius. Dal primo, detto anche torre saracena, è possibile ammirare la “Cascata delle due Rocche“, il salto effettuato dal torrente Corleone; sul secondo sorge l’eremo francescano.

La fame comincia a farsi sentire, così come il bisogno di posare i bagagli.

Bene! Proseguite per Campofiorito, sulla strada troverete l’Agriturismo Giardinello, dove poter gustare piatti tipici locali.

Corleone: castrum inferius

Il viaggio continua a Bisacquino. Prima di entrare nel paese, visitate il Santuario della Madonna del Balzo: sorge su un dirupo del Monte Triona, accessibile tramite una strada rotabile o un’antica strada acciottolata. Da percorrere rigorosamente a piedi e in preghiera, inizia con due grandi obelischi detti “i pileri”.

Entrati nel paese, il senso di marcia obbligato vi porterà alla piazza dove trovate la Chiesa Madre, con vicino il Museo dell’Orologio. Non preoccupatevi se verrete osservati: siete “strani” ovvero forestieri e destate curiosità.

Potete cenare al “Paiolo”, ristorante che si trova nel centro della “movida” bisacquinese.

Bisacquino: corso Umberto

Troverete pub e locali aperti fino a tarda notte, soprattutto il sabato. Non resta che augurarvi buon divertimento e buonanotte!

Un nuovo giorno comincia. Dirigetevi a S.Maria del Bosco, abbazia immersa nel bosco di Calatamauro, un posto veramente suggestivo.

Recatevi al castello di Giuliana, tornate a Chiusa Sclafani per visitare il Collegio e la Chiesa del Carmine. Potete soddisfare il vostro appetito con l’esclusivo sfincione “rancia e ciura”.

Giuliana: castello

Ci sono altre due località che vale la pena visitare: Palazzo Adriano e Prizzi.

Palazzo Adriano ha un cuore antico perfettamente conservato: pietra vive delle facciate, vicoli sassosi e una piazza da Oscar, dove convivono le due anime del paese.

Nella piazza, divenuta celebre nel film “Nuovo cinema paradiso” di Tornatore, si fronteggiano due chiese: la Chiesa di Maria SS. Assunta, utilizzata per il rito greco dagli eredi dei coloni albanesi stabilitesi nel borgo nel ‘400; la Chiesa di Maria SS. Del Lume, che costituisce il centro del rito latino.

Palazzo Adriano: piazza

Paesaggi incantevoli, di rilievo paleontologico e geologico vi aspettano alla Riserva Naturale Valle del Sosio, dove troverete la pietra di Salomone, risalente a 260 milioni di anni fa e la Pietra dei Saraceni.

Visitate il castello di Prizzi, dai cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato sulla Valle del Sosio. Il centro è arricchito da murales realizzati da tre artisti siciliani. Prima di ripartire, assaggiate i funghi della borgata Filaga.

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Fateci sapere se vi è piaciuto questo weekend alla scoperta dell’entroterra palermitano! Buon viaggio![:]

[:it]I Beati Paoli: i leggendari paladini della giustizia[:en]Beati Paoli[:]

[:it]

Chi sono i misteriosi Beati Paoli

I Beati Paoli è il nome dato ad una leggendaria e misteriosa setta segreta di vendicatori-giustizieri-sicari, sorta in Sicilia, a partire, probabilmente, dal XII secolo a Palermo. L’obiettivo era quello di ”raddrizzare” i torti subiti dalla povera gente. Si pensa che la setta sia nata in reazione allo strapotere e ai soprusi dei nobili, che amministravano anche la giustizia criminale nei loro feudi. Il mito dei Beati Paoli è stato più volte usato da molti per testimoniare l’origine della mafia in Italia. Questa teoria, tuttavia, non può trovare accoglimento, sia per la sua natura organizzativa sia per gli effetti sulla popolazione.

Il romanzo di Natoli

Nel 1909, lo scrittore e giornalista Luigi Natoli scrisse ”I Beati Paoli”, una raccolta delle leggende tramandate oralmente su questa setta. Natoli utilizza personaggi realmente esistiti e personaggi di fantasia e ha ricostruito fedelmente la Palermo del XVIII secolo. Ha tratto preziose informazioni dagli opuscoli del Marchese di Villabianca e ne fece oggetto di un fortunatissimo romanzo pubblicato a puntate sul “Giornale di Sicilia”. Dal romanzo, è stato tratto anche un film, del 1947, intitolato I cavalieri delle maschere nere (I Beati Paoli).

Una Palermo segreta

E’ difficile stabilire la verità storica di questa setta, ma ciò che è effettivamente reale è l’ambientazione: la Palermo sotterranea, principalmente quella che ricade sotto il quartiere “Capo”. Fra le molteplici cavità che presenta il sottosuolo della metropoli palermitana, scavate dall’antico fiume Papireto, ve ne sono alcune che la fantasia popolare ha fatto proprie e che resistono alla mentalità dei secoli. Le camere dello scirocco, utilizzate durante il XVI secolo per potersi difendere dalla calura estiva, esistenti al di sotto di alcuni palazzi nobiliari, sono state spesso indicate come luoghi di riunione e sede della misteriosa setta.

La Grotta dei Beati Paoli

La “Grotta dei Beati Paoli” è una cavità sotterranea esistente nel quartiere del Capo, in prossimità della chiesa di Santa Maria di Gesù, detta S. Maruzza. Sempre secondo la leggenda, la setta degli incappucciati neri la utilizzava come tribunale. Essa si collegava attraverso tortuosi cunicoli ad altre cavità sotterranee, facendo molto probabilmente parte del complesso di catacombe cristiane, ancora esistenti nei pressi dell’antica Porta D’Ossuna.

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Questa era un’interessante curiosità della nostra amata Sicilia: i misteriosi Beati Paoli, che continuano ancora oggi ad essere nell’immaginario collettivo dei palermitani, tra mistero e leggenda, tra fantasia e realtà. Per allora non iniziare a leggere il romanzo di Natoli su questa setta siciliana segreta? Fateci sapere se vi è piaciuta questa storia accattivante![:en]Beati Paoli is the name of a secretive sect of avengers, risen in Sicily, from XII century, with the aim to vindicate poor persons. The society was born to oppose against the excessive power of Nobles, whose administered directly even the criminal justice on their fief.

In 1909 the writer Luigi Natoli gathered all the oral legends and the informations from the pampleth of the Marquis of Villabianca, and created a famous novel, pubblished in episodes on the “Giornale di Sicilia”.

It is very difficult to establish the historical truth of this sect, but the setting is real: the nether Palermo, mainly the area under the quarter called “Capo”. There are many pits under the metropolis, excavated by the ancient river Papireto, some created by the popular fancy. The “Sirocco Rooms” used in XVI century to defend from the summer sultry weather, are often suggested as site of meetings of the mysterious sect.

The famous “Grotta dei Beati Paoli” is a nether pit near the church of Santa Maria di Gesù, called S. Maruzza, where, as the story goes, the sect of the black hoods established its court. It was linked to several nether pits by tortuous tunnels, being part of the compound of early Christian catacombs, still existing near the ancient Porta D’Ossuna.

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[:it]Taormina: la perla del turismo siciliano[:en]Taormina….the pearl of the tourism in Sicily[:]

[:it]Colorata, divertente, affascinante, insolita, maestosa. E’ una delle mete siciliane preferite dal turismo internazionale nonché il luogo dei primi insediamenti greci dell’300 a.C: Taormina.

Un po’ di storia

Piccolo comune italiano di poco più di 10.000 abitanti della città metropolitana di Messina, il suo nome originale era Tauromènion; sulla sua nascita non si hanno molte notizie certe. Nacque come insediamento greco, fu un’ importante roccaforte bizantina, ma divenne anche uno dei principali centri della cultura musulmana in Sicilia cambiando il proprio nome in “Al muizziah” nel 902 d.C.

Al centro della sua bellezza sta il suo antico teatro romano edificato nel II secolo dopo Cristo, che si sviluppa in un punto che sembra collegare il mare all’Etna, il vulcano che sovrasta Catania. Avrebbe origine ellenistica, ma si presenta totalmente romano nel suo aspetto oggi visibile. In pieno e tardo Impero, l’edificio ospitò le venationes, spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci e l’orchestra si trasformò in arena. In epoca tardo antica, venne realizzato il portico alle spalle della scena. L’invasione dei Vandali e il successivo decadimento dell’Impero ne hanno determinato l’abbandono. A partire dagli anni 50, il teatro è stato utilizzato come struttura per la rappresentazione di varie forme di spettacolo, dal teatro ai concerti, dall’opera lirica al balletto.

I siti archeologici da visitare

I maggiori siti archeologici che vi consigliamo di visitare sono:

Dal XIX secolo, la città è importante tappa del Grand Tour in Europa: giovani nobili, studiosi ed intellettuali decidono di fermarsi proprio a Taormina per scrivere romanzi, studiare le antiche rovine, ammaliati dalle sue bellezze artistiche.

Oggi rappresenta il salotto “buono” del turismo di Catania, nonché fulcro di alcuni tra i principali eventi culturali dell’isola.

Eventi da non perdere a Taormina

I principali eventi ruotano attorno al Taormina Arte, l’istituzione culturale che cura l’organizzazione di tutti gli eventi artistici: il Taormina Film Fest – il festival del Cinema di Taormina, con la prestigiosa cerimonia della consegna dei Nastri d’argento dai giornalisti cinematografici al Teatro antico e il Giuseppe Sinopoli festival. Dal 2010, a Taormina si svolge Taobuk, il Taormina International Book Festival che da anni è luogo di incontri e dibattiti, con ospiti italiani e internazionali non solo della letteratura, ma anche del cinema, della filosofia, dell’arte, della musica, della ristorazione.

Nonostante Taormina stia soffrendo negli ultimi anni di uno spopolamento, quest’anno il 43º vertice del G7 sarà una buona vetrina per la città: infatti, il 26 e 27 maggio il vertice si terrà proprio al Palacongressi di Taormina! Un’occasione di rinascita a livello internazionale che darà sicuramente visibilità come meta di turismo in Italia.

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Taormina, la perla per eccellenza del turismo siciliano, è pronta ad accogliervi con le sue bellezze archeologiche, storiche e artistiche![:en]Colourful, amazing, unusual, purple..it’s one of the Sicilian destinations preferred by the international tourism as well as the place of the first Greek installations to 300 b.C: Taormina .

The original name of the little town was Tauromènion; there aren’t a lot of certain news on its birth. It was born by Greek installation, it was an important Byzantine fortress but it also became one of the principal place of the Moslem culture in Sicily changing its name in “Al muizziah” during the 902 a.C..

Today it represents the heart of the luxury tourism around Catania as well as fulcrum of some of principal cultural events of the island.

The most important tourist attraction is its ancient Roman theatre that was built in the II century after Christ and was established in a point that seems to connect the sea to the Etna, the volcano that overtops Catania.

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[:it]Monreale: gioiello architettonico unico al mondo[:en]Monreale and its treasures[:]

[:it]Monreale è un comune in provincia di Palermo, in Sicilia, ed è conosciuto nel mondo principalmente per il suo splendido duomo moresco-bizantino del XII secolo. Un gioiello architettonico capace di lasciare a bocca aperta turisti di ogni parte del mondo!

Questa chiesa è infatti monumento nazionale di Italia e una delle principali attrazioni turistiche della Sicilia. Addirittura nel 2015 il sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Lo stile di questo monumento è composito, poiché si uniscono gusti differenti che rimandano all’architettura dell’Europa del nord e all’arte araba. Le due torri sono massicce e solenni e fiancheggiano il portico d’ingresso, costruito nel XVIII secolo. Tuttavia, non conservano la loro forma originale poichè, in seguito ad un fulmine, una è rimasta mutilata. Il prospetto principale, seguendo una tipologia francese, è racchiuso da torri angolari di cui si conservano quella meridionale, mentre il portico è d’epoca rinascimentale.

L’interno è illuminato da magnifici mosaici rilucenti d’oro che creano l’illusione di trovarsi in un luogo paradisiaco. Questi narrano l’intera storia del Cristianesimo nei momenti dell’attesa di Cristo, della sua vicenda terrena e di ciò che è avvenuto dopo la sua morte e resurrezione. Sebbene rimandino alla cultura bizantina, questi mosaici, soprattutto quelli recenti, risentono del linguaggio romanico di quelli di San Marco, a Venezia.

Il chiostro della cattedrale è un vero capolavoro dell’arte della scultura e dell’intarsio di pietre dure. Le 228 colonnine gemine, ognuna delle quali presenta decori differenti, sono sormontate da elaboratissimi capitelli che sostengono archi d’ispirazione araba. Nell’angolo meridionale, il recinto quadrato con la fontana ad alto stelo evoca la forma del tronco di una palma. Un chiaro rimando alle magiche atmosfere delle dimore orientali.

Qui il link per le info sugli orari di apertura del Duomo di Monreale. Se volete invece fare una passeggiata in città e partecipare ad eventi e feste, vi consigliamo di visitare il sito di questa bellissima città siciliana.

Un evento da non perdere per immergervi nella tradizione e nella cultura siciliana è sicuramente la grande festa dedicata al SS. Crocifisso, patrono di Monreale: durante questi giorni (indicativamente a maggio di ogni anno), la piazza e le strade del paese si riempiono di persone. Molte si recano in chiesa per assistere alla novena che si celebra nei giorni antecedenti alla processione.

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Se volete ammirare le bellezze di Monreale, non vi resta che fare le valigie e partire… che aspettate?[:en]Monreale is a town in the province of Palermo, in Sicily, and it is famous all over the world mainly for its wonderful cathedral of the XII century. The church is a national monument of Italy and one of the most important artistical attractions of Sicily.

The style of this monument is composite, made by the mix of different cultures of northern Europe and Arabian art. The main prospect is made of four corner towers and the porch is of the Reinassance age.

The inner is lightened by magnificent golden mosaics, which portray the whole history of the Christianity, from the origins to Jesus and His death and resurrection.

The cloister of the cathedral is a real masterpiece of sculpture and inlaiding rocks. It is made up by 228 little pilasters, each one with different decorations and overcome by very elaborated capitals of Arabian inspiration.

An event not to be missed to immerse yourself in Sicilian tradition and culture is certainly the great festival dedicated to the SS. Crocifisso, patron saint of Monreale: during these days (approximately in May of each year), the square and the streets of the town are full of people, many of whom go to the church to attend the novena which is celebrated in the days preceding the procession.

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[:it]Erice: tesoro medievale siciliano affacciato sul mare[:en] Erice[:]

[:it]Da una splendida posizione che sovrasta il panorama di Trapani….silenziosa, calma, tranquilla… proprio sulla sommità del Monte San Giuliano, si staglia Erice.

Un itinerario alla scoperta di Erice

Passate le sue mura di cinta (risalenti a ben il VII secolo avanti Cristo), attraversando le strette viuzze su cui si affacciano pittoreschi cortili fioriti, si ha la sensazione di essere catapultati in un’altra epoca….così perdendosi si avrà modo di visitare alcuni tra i suoi più bei tesori:

  • il Castello Normanno
  • il Duomo o Matrice
  • il Quartiere Spagnolo

Festival medievali tra le antiche chiese

Erice accoglie più di sessanta chiese, tra cui quelle di San Martino, San Cataldo, San Giuliano, San Giovanni Battista. Ogni estate, riecheggiano le musiche medievali recuperate alla memoria da artisti di fama internazionale proposte durante la Settimana di Musica Medievale e Rinascimentale.

All’origine di Erice

Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle. la città ha origini antichissime: secondo Tucidide, fu fondata dai Troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo la leggenda, i Troiani avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi. Ma Erice fu un luogo di importanza strategica e religiosa anche per Romani, Cartaginesi, Greci e Normanni. Dal 1963 è sede del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, dedicato agli studi scientifici. Oggi, nel centro cittadino, posto sulla vetta dell’omonimo Monte Erice, risiedono poco più di 1000 abitanti, mentre la maggior parte della popolazione risiede a valle, nell’abitato di Casa Santa, proseguo della città di Trapani.

Se vi trovate in questa splendida città siciliana durante le vacanze pasquali, non potete mancare alla Processione dei Misteri di Erice, manifestazione religiosa che si celebra il Venerdì Santo. I confrati della Congregazione del Purgatorio aprono il corteo, indossando una tunica bianca ricamata di rosso. i Misteri sono portati in spalla e vengono allineati dinanzi la chiesa di San Giuliano, luogo di partenza. I confrati, pertanto, sono pronti per percorrere le suggestive strade cittadine, per far poi ritorno alle prime luci della sera.

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Come avete letto, Erice conserva intatto il fascino di antico bordo medievale animato da botteghe di artigianato tipico: le ceramiche finemente decorate, i tappeti variopinti tessuti a mano, i tradizionali dolci come la Genovese alla crema, dolce di pastafrolla con zucchero a velo sulla parte superiore e “Mustaccioli“, antichi biscotti fatti nei conventi di clausura. Non avete ancora fatto le valigie? Questo splendido tesoro medievale affacciato sul mare vi sta aspettando![:en]On the height of San Giuliano hill, overtopping Trapani, quiet between the clouds, there is the city of Erice.

The city is surrounded by huge walls of  Elymian builiding (VII century.B.C.) with at its corners: the Norman Castle; the cathedral (1314), and the spanish quarter. The old town center has a typical Medieval city plant  with little squares, narrow and wiggly ways and amazing flowering courts.

 Erice takes more than sixty churches, such as San Martino, San Cataldo, San Giuliano, San Giovanni Battista. Every summer, you can listen old Medieval music during the Week of Medieval and Reinassance music.

Erice has very ancient origins: Thucydides tells that it was founded by Trojan, giving life to elymian folks. But Erice was a strategic and religious site also for Roman, Phoenician, Greek and Norman. From 1963 Erice hosts important scientific meetings at the Ettore Majorana center.

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As you have read, Erice preserves intact the charm of an ancient medieval border animated by typical craft shops: the finely decorated ceramics, the colorful hand-woven carpets, the traditional sweets such as the Genovese with cream, shortcrust pastry with icing sugar on the side Superiore and “Mustaccioli”, ancient biscuits made in cloistered convents. Haven’t packed your bags yet? This splendid medieval treasure overlooking the sea is waiting for you![:]

[:it]Mappe tematiche come itinerari artistici siciliani.[:en]Thematic maps as sicilian artistic itineraries[:]

[:it]È noto quanto la Sicilia sia colma di luoghi culturali imperdibili e stimolanti, noi abbiamo pensato di raccoglierli in tre mappe tematiche che vi guideranno, come dei veri e propri itinerari, alla scoperta delle realtà artistiche più significative della regione.

Nella prima potete trovare le gallerie di arte contemporanea di Palermo, luoghi di esposizione, iniziative e laboratori, attenti a coinvolgere il pubblico rendendolo attivo e non solo spettatore.

La Gam, ad esempio, offre diverse attività a seconda delle esigenze dei diversi pubblici, laboratori per bambini, giochi educativi e visite a tema, attività didattiche indirizzate alle scuole, oltre che in italiano, anche inglese, francese, tedesco e spagnolo e visite guidate alla collezione, su prenotazione, per gruppi, anche in lingua straniera e nella Lingua Italiana dei Segni.

La seconda comprende, invece, i luoghi d’eccellenza e contaminazione culturale, sedi di collaborazioni che hanno generato e continuano a generare progetti di indubbio valore artistico e culturale.

Uno di questi è il Farm Cultural Park di Favara, primo parco turistico culturale costruito in Sicilia.
Sapevate che in uno dei suoi spazi è esposta l’unica mostra permanente del fotografo Terry Richardson?



Nella terza, le mostre collettive in corso in tutta la Sicilia.


E voi conoscete altri spazi, iniziative o mostre e volete segnalarcele?
Vi invitiamo a scriverci a in**@si****************.com 🙂

[:en]English version will be soon available! Stay tuned![:]