Ecco a voi in anteprima gli artisti le cui opere saranno protagoniste della mostra palermitana “Made OF Sicily”.
Leggi tutto “Catalogo della Mostra di Palermo “Made OF Sicily””
Ecco a voi in anteprima gli artisti le cui opere saranno protagoniste della mostra palermitana “Made OF Sicily”.
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Mobilita Palermo si fonda sulla partecipazione attiva dei cittadini ed ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita della città.
Il suo giovane team di siciliani ci racconta nel dettaglio le loro iniziative.
Leggi tutto “MADE IN SICILY: Mobilita Palermo”
Siamo ormai alle porte di Made OF Sicily. Tra poco meno di un mese assisteremo alla prima MostraEvento siciliana che vedrà esposte le opere di 20 giovani artisti siciliani prevalentemente under 24, pittori, scultori, fotografi, illustratori, digitalartist, nel maestoso Palazzo Forcella De Seta.
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Vogliamo proporvi un intervista a Giardini Condivisi, un progetto che consta di due interventi legati al mondo dell’arte e della natura volto a creare occupazione giovanile: scopriamone i dettagli.
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Palermo e le sue eccellenze: tra queste rientra sicuramente un noto marchio di caffè la cui storia è fortemente legata alla famiglia che ne ha avviato la produzione.
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La nostra bella Sicilia non ha eccellenze solo naturali e culinarie ma ne ha anche nel campo della moda e la Sartoria Italiano ne è uno splendido esempio!
Leggi tutto “BEST PRACTICE MADE IN SUD: Sartoria Italiano di Palermo”
Chi di voi pensa alla città di Palermo senza pensare allo stupendo mare che la bagna?
Sfortunatamente, negli ultimi anni questo patrimonio naturale ha perso d’importanza ed è stato trascurato. L’organizzazione siciliana che stiamo per presentarvi nasce proprio con l’intento di rilanciare la cultura del mare nella città e valorizzarne il contenuto artistico e gastronomico.
Itti_co/Lab è un coworking/laboratorio pubblico, inaugurato il 26 settembre 2016 negli uffici del mercato in via Crispi a Palermo, che, in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Palermo, s’impegna per la valorizzazione del complesso funzionale del Mercato Ittico.
Così come il nostro progetto SicilyandSicilians che nasce per la riqualificazione dell’immagine della Sicilia, anche Itti_co/Lab persegue gli stessi obiettivi. Per sapere di più su questa bellissima organizzazione abbiamo rivolto alcune domande a Carlo Cottone, il referente del progetto.
Cos’è Itti_co/Lab?
Ittico Lab è un gruppo di coworking costituito da 8 progetti vincitori di un bando indetto dal Comune di Palermo per la “valorizzazione” del Mercato Ittico di Palermo, luogo quasi sconosciuto ai palermitani. Il coworking è una nuova modalità lavorativa dove soggetti partecipanti mantengono la loro individualità ed indipendenza condividendo dalla semplice struttura ed attrezzatura sino alle esperienze e capacità.
Quali aggettivi useresti per descrivere il progetto?
I nostri 3 punti cardine non sono aggettivi ma verbi #Valorizzare #Contaminare #Condividere.
Cosa vi ha spinto a questa iniziativa?
Per troppo tempo a seguito delle vicende urbanistiche degli anni ’60/’70 la città si è espansa allontanandosi dal mare fino a quasi scordarlo. La riconversione della Cala da fogna a cielo aperto a passeggiata lungo l’antico porto di Palermo, assieme al recupero del foro italico e della costa orientale, un tempo sede di stabilimenti balneari sta facendo riemergere l’antica relazione tra la città e la costa. Il mercato ittico fruito dai palermitani, non solo per le attività mercatali notturne, sarà un ulteriore tassello della riscoperta del rapporto col mare.
Ti sembra mai di lottare contro i mulini a vento?
Come ogni avventura/progetto le difficoltà vengono sempre a galla, ma la forza di volontà del gruppo e la voglia di crederci sempre fino all’ultimo ha portato fino ad adesso ottimi risultati.
Come si è svolto il vostro primo evento?
Abbiamo immaginato questo luogo “moderno” come un centro di idee esaltando il valore del pescato e soprattutto il valore della pesca (sostenibile). Il primo evento pubblico, denominato “Palermo incontra il mare” si è tenuto il 7/12/2016 all’interno della sala vendite del mercato, ha portato un pubblico caloroso e curioso di conoscere un luogo strategico ma quasi sconosciuto ai “normali”. Per contro, gli operatori interni del mercato hanno mostrato un grande interesse nel vedere il loro spazio di lavoro animato da attività esterne alla vendita e da un pubblico nuovo.
Come vedi il progetto in tre anni?
La durata del co working è stata prevista di sei mesi, all’interno dei quali ci siamo dati degli obiettivi di presentazione di esiti del nostro lavoro al pubblico per rendere questo luogo, un luogo adatto per tutti sia bambini che anziani. Da qua a 3 anni possono succedere tante cose, ma in un futuro abbastanza vicino abbiamo già molte idee per la testa.
C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?
Che tentare di trovare delle soluzioni stando assieme educa, trascina ed insegna a risolvere problemi quindi a diventare soggetti attivi che in un modo o in un altro troveranno il loro posto nella società.
Sicilyandsicilians è un progetto culturale che ha come obiettivo il proporre una rilettura riqualificante dell’immagine della Sicilia attraverso la giovanissima arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Cosa pensi di progetti socioculturali come il nostro?
I progetti culturali hanno un ruolo importantissimo nella nostra società, generalmente nascono dai giovani per i giovani. Il vostro progetto, così come le tante realtà presenti sul territorio, compreso il nostro coworking, convergono verso un obiettivo comune. Sentiamo ripetere continuamente che potremmo vivere di turismo perchè la nostra è una terra che trasuda cultura: tutti noi vogliamo che questo sia possibile. Miriamo alla promozione e alla valorizzazione della nostra terra, che si traduce in opportunità di lavoro. Se vogliamo raggiungere questo traguardo, e quindi far si che i progetti si trasformino in azioni concrete, è necessario fare rete e collaborare. Concretizzare significa far passare il messaggio che è possibile esprimersi e realizzarsi senza dover necessariamente abbandonare la propria terra e che un futuro può esserci anche qui.
Palermo è una città bellissima, ma non mancano i problemi e i difetti. Sembra infatti che tra i difetti cittadini ci sia quello di
non amare molto i colori. Se passeggiamo per la città notiamo una passione smisurata per il grigio cemento, il nero pece, qualche marrone e beige delle facciate dei condomini, ma poco veramente poco di verde foglia, rosso pomodoro o viola melanzana.
Questa voglia di colori evidentemente qualcuno la sente e ha deciso di creare una tavolozza cromatica che sia bella, ma soprattuto buona, come ad esempio i ragazzi di Orto Capovolto.
Nello specifico si tratta di una cooperativa che promuove l’agricoltura urbana quale strumento di sostenibilità ambientale, economica e sociale. I ragazzi di Orto Capovolto hanno l’obiettivo (forse un po’ utopistico a Palermo, ma per questo ci piace) di creare un orto diffuso in tutta la città. Un progetto in cui i balconcini, le terrazze e le aiuole possano diventare i nostri orti in cui piantare cibo di stagione e al contempo colorare un po’ più Palermo.
Inoltre, Orto Capovolto organizza corsi per piccini e adulti con la volontà di sensibilizzare quante più persone possibili al bello e al sano..
Proprio come Sicily and Sicilians provano a migliorare una città nel loro caso, l’intera regione nel nostro, ed è per questo che abbiamo posto alla direttrice di Orto Capovolto, Angelica Agnello, qualche domanda.
Descrivete il progetto Orto Capovolto con tre aggettivi
Verde, ecologico, commestibile.
Quando avete deciso di metter su questo progetto sociale ed ecologico?
Quasi due anni fa mi è capitato di dover progettare un orto su una terrazza di copertura di un’abitazione, così ho cominciato ad approfondire il ruolo dell’agricoltura urbana quale strumento sostenibile per una città e i suoi abitanti. Poco tempo dopo con un gruppo di amici, provenienti da ambiti professionali differenti ma accomunati dallo stesso interesse nel rendere Palermo più verde e “commestibile”, abbiamo pensato che sarebbe stato bello mettere chiunque nelle condizioni di poter coltivare qualcosa anche in spazi spesso impensabili: abbiamo quindi fondato la cooperativa provando a partire innanzitutto dai bambini, in modo da contribuire a una nuova generazione più attenta ai temi ambientali e alimentari.
Immagino che le difficoltà e le critiche non vi siano certo mancate. Ma c’è stato un episodio che per un attimo vi ha fatto pensare “Palermo non è adatta a questo tipo di attività”?
In realtà no. L’unico episodio che mi viene in mente è quando, durante la realizzazione di un orto didattico in una scuola, ci siamo più volte scontrati con un gruppo di vandali del quartiere, che ogni volta che impiantavamo l’orto provvedeva a distruggere il lavoro fatto. È stato soprattutto difficile far comprendere agli studenti che aderivano al progetto che l’importante è non arrendersi mai: ogni volta che una piantina veniva estirpata dovevamo piantarla nuovamente, è vero, ma alla fine quelle piantine sono riuscite a dare i loro frutti e abbiamo imparato una nuova lezione insieme.
In un’Italia, e in Sicilia ancora di più, in cui sembra non cambiare mai molto, quanto ha influito e sta influendo, secondo voi, il vostro lavoro nel territorio e tra la gente?
Magari ho una visione distorta della realtà, ma penso che la Sicilia ultimamente stia cambiando. Forse lo penso perché conosco tanti giovani siciliani che hanno deciso consapevolmente di restare e altri che oggi tornano perché hanno scelto di dedicarsi alla propria terra.
Noi siamo ancora una realtà troppo piccola per influire realmente in un territorio così vasto come quello di Palermo, ma siamo molto orgogliosi dei piccoli passi fatti in questi due anni, ad esempio con i bambini e ragazzi delle scuole con i quali abbiamo realizzato diversi orti didattici.
Che differenti reazioni e approcci hanno i bimbi e gli adulti davanti il vostro modo di lavorare?
Gli adulti si dimostrano, ovviamente, molto interessati al tema dell’autoproduzione perché negli ultimi anni si sono resi conto di quanto sia importante un’alimentazione sana e il rispetto dell’ambiente (nonché il risparmio in termini economici che ne deriva). I bambini, invece, si divertono, ma lo fanno imparando dei concetti fondamentali, quelli di una corretta educazione alimentare e ambientale: amano sporcarsi le mani con la terra, osservare le piante sul campo e, nel momento in cui raccolgono finalmente i primi prodotti maturi, sono molto orgogliosi del lavoro svolto.
Come vi vedete tra dieci anni?
In una città più verde e più “commestibile”, ma soprattutto più sostenibile a livello ambientale, economico e sociale. E speriamo questa trasformazione avvenga anche grazie a piccole realtà locali come la nostra.
Sicily and Sicilians è un progetto culturale che vuole proporre una nuova immagine della Sicilia attraverso la giovane arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Che idea avete riguardo a progetti come il nostro?
Penso che sia molto importante raccontare “le buone pratiche”. Forse perché ogni volta che leggo di palermitani che decidono di investire sul futuro della nostra terra penso di avere fatto bene a scegliere di restare.
Chiara Polizzi, è artista emergente di Borgetto (PA) luogo in cui vive e lavora. Nel 2011 si laurea in Arte sacra contemporanea indirizzo Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo, ha studiato presso il medesimo istituto per conseguire nel
2015 il diploma di II livello in Pittura, presentando la tesi di carattere storiografico su Francesco Lauretta.
La giovane artista siciliana, attraverso le sue tele, affronta il tema del doppio pirandelliano. Riflette su come la società, la politica, la cultura, il contesto familiare tenda spesso ad inglobare ognuno di noi, trasformandoci lentamente in una microscopica particella di un tutto indistinto.
La sua pittura è forte, aggressiva, graffiante, ma al contempo velata e disomogenea. I suoi soggetti, a lei molto cari, la raccontano e la celebrano per come lei ha voluto. Ognuno di loro grida al mondo chi veramente sono. Spogliati dalla maschera imposta, non hanno più nulla da temere, e mostrandosi nudi al mondo possono finalmente imporsi per quello che sono, con i loro punti di forza e le loro sincere imperfezioni. Smettono, insomma, di essere personaggio per tornare ad essere persona.
Polizzi utilizza il tema del ritratto per svelare i segreti che dietro ogni porzione del viso si celano. Volti irruenti, docili, spenti, curiosi che si mescolano allo sfondo, diventando un tutto impercettibile. Costruendo un gioco tra figura e sfondo che destabilizza chi osserva e che lo porta a non riconoscere più il soggetto predominante da tutto il resto. È un gioco di colori, di texture baroccheggianti, graffi e pennellate con i quali vuole svelare i piccoli misteri che ognuno di noi porta con sé.
Oggi è impegnata in un importante progetto per promuovere l’arte e la cultura siciliana all’estero.
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Questo artista è stato invitato a partecipare a “Made OF Sicily”, prima MostraEvento di Sicily & Sicilians.
Scopri qui il programma della mostra a Palermo!
Monica Rubino è una giovane artista siciliana dalla formazione un po’ diversa da altri artisti. Il suo, infatti, è uno studio che parte da un approccio teorico e classico sino a giungere all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove attualmente frequenta il corso di Grafica d’arte.
Predilige il disegno a penna su carta sul quale proietta la sua personale visione del mondo interiore, i suoi sogni, le sue più recondite paure, i suoi sentimenti più segreti.
Protagonisti dei suoi lavori sono pallide e fragili figure che esorcizzano fobie e desideri di una natura sessuale costretta e al tempo stesso irrequieta. Sbiadite e ingenue memorie di una realtà che si mostra oscura e a volte quasi impenetrabile.
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Ad aprile di quest’anno, dopo un anno di libera pratica, si è costituita l’Associazione di volontariato Retake Palermo.
Alcuni di voi si chiederanno “Retake… cosa???”. In realtà si tratta di una di quelle iniziative che “più utili non si può”. Da qualche tempo, infatti, giovani volenterosi, generosi e contrari alle chiacchiere da bar hanno iniziato un’attività di pulizia urbana.
Muniti di rulli, palette e scope ripuliscono lì dove qualcuno ha sporcato. Cancellano, con spugnette e sgrassatori, quelle orribili scritte disseminate tra panchine, pali della luce e, ahimè, monumenti cittadini.
Non hanno una bandiera politica o ideologica, ma soltanto un’immensa voglia di far veramente qualcosa per Palermo.
Cittadini con la “c” maiuscola impegnati nella lotta contro il degrado e nella valorizzazione dei beni comuni. Come dei moderni supereroi hanno una missione: rendere Palermo più bella e vivibile.
Dopo questa breve introduzione le domande che sorgono sono moltissime, soprattutto per chi come noi che con il progetto SicilyandSicilians puntano alla riqualificazione dell’immagine della Sicilia, ed è per questo che abbiamo deciso di farne almeno qualcuna a Marco D’Amico, Presidente dell’Associazione Retake Palermo.
Descriviti con tre aggettivi?
“Paziente, ostinato, curioso.”
Fai parte del team sin dalla prima ora o ti sei aggiunto in un secondo momento?
“Sono uno dei fondatori e l’attuale Presidente.”
Descrivi con tre aggettivi Retake?
“Inclusiva, solidale, artistica.”
Quando è scattata a te e ai tuoi compagni d’avventura l’idea di un progetto simile?
“Il 16 giugno 2015 quando nottetempo fu imbrattata con vernice spray la pensilina di una fermata del tram che sarebbe stato inaugurato da lì a poco. Quella mattina si diffuse sul web l’immagine di questa pensilina imbrattata e io e la mia amica Valeria Piazza (cofondatrice insieme a me di Retake Palermo) senza esitare un attimo, presi da una tremenda indignazione e da uno scatto d’orgoglio, andammo a comprare i prodotti e corremmo a ripulire la fermata restituendola come nuova a noi stessi e alla città. Da allora siamo stati contattati da tanti cittadini che come noi hanno a cuore il decoro della propria città.”
In questo periodo di vita di Retake Palermo ti sei mai detto “niente, è tutto inutile…”?
“No mai, certo i momenti di abbattimento non sono mancati, per ultimo un paio di settimane fa quando un nostro lavoro è stato vanificato da un atto vandalico proprio la notte successiva. Ma in generale la demoralizzazione va via nel giro di poche ore, la voglia di riscatto è più forte.”
Al contrario, ci racconti un episodio che invece ti ha motivato ancor di più a continuare questa battaglia per la bellezza?
“Qualche settimana addietro, tra una scritta e un’altra, ci hanno lasciato anche un messaggio preciso “Retake accura” (Retake stai attenta). Ma il tutto ha ottenuto il risultato opposto rispetto a quello che i vandali si erano prefissati, infatti il week end successivo eravamo molti di più per le strade a ripulire quelle scritte e la solidarietà da parte degli abitanti del quartiere
è stata massima. Una cosa del genere qualche anno fa non sarebbe successa, per fortuna Palermo sta cambiando.”
Ti sembra mai di lottare contro i mulini a vento?
“Ogni tanto ed è per questo che puntiamo ad obiettivi non eccessivamente grandi. Non vogliamo cambiare il mondo (almeno non a breve termine) a noi basta ripulire un marciapiede, un muro, un’aiuola, un palo, una panchina e convincere i cittadini a non risporcarli, nella visione che gli spazi comuni sono di tutti e non di nessuno, come molti credono.”
Come ti vedi tra dieci anni e, soprattutto, come ti immagini Palermo?
“Mi auguro che tra dieci anni associazioni come Retake non debbano più esistere e che i cittadini e l’amministrazione pubblica abbiano imparato ciascuno a fare la propria parte. Purtroppo la speranza si infrange con la realtà difficile in cui viviamo e quindi credo che questa dovrà restare una mia utopia ancora per moltissimi anni, anche se è innegabile e sotto gli occhi di tutti che il senso civico di molti palermitani, soprattutto negli ultimi anni, sia notevolmente migliorato. Certo, tanta strada ancora occorre fare.”
Sicilyandsicilians è un progetto culturale che ha come obiettivo il proporre una rilettura riqualificante dell’immagine della Sicilia attraverso la giovanissima arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Cosa pensi di progetti socioculturali come il nostro?
“Non posso che pensarne tutto il bene possibile. Sono convinto da sempre che la rinascita culturale e civica della Sicilia non possa che passare da progetti come questo nel quale vengono messi in luce i propositi che tendono a riportare la Sicilia
a splendori di cui in passato è stata pervasa.”
C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?
“Ci siamo detti tutto, ma mi piace chiudere con una citazione: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di c
ome erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” (Peppino Impastato).”