[:it]Arancine siciliane: storia e tradizione di un piatto iconico[:en]Sicilian arancine: history and tradition of an iconic dish[:]

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La Sicilia, terra di straordinaria bellezza e mescolanza culturale, è da sempre una delle culle della gastronomia italiana. Le delizie culinarie siciliane sono il frutto di una tradizione millenaria, arricchita da influenze arabe, greche, normanne e spagnole, che rendono ogni piatto unico e profondamente legato al territorio.

Tra tante prelibatezze siciliane, spiccano le arancine: piccoli capolavori di riso, ripieni e fritti, simboli indiscussi della tradizione culinaria dell’isola. Originarie della Sicilia, le arancine combinano perfettamente semplicità e ricchezza di sapori, conquistando chiunque le assaggi con il loro irresistibile mix di croccantezza esterna e morbidezza interna. In questo articolo scopriremo la loro storia, le varianti e i segreti che le rendono uno dei piatti più amati della cucina siciliana.

Ma anzitutto una domanda: arancine o arancino!? La sfida è veramente ardua!

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L’etimologia: Arancina o Arancino?

Prima di parlare ancora di questa prelibatezza, diamo un’occhiata a come questo saporito street-food dovrebbe essere chiamato. Il nome “arancina” prende ispirazione dall’arancia, frutto dorato e succoso che gli arabi portarono sull’isola durante il loro dominio. E così, immaginiamo queste palline croccanti di riso che con la loro forma tonda e il colore dorato, somigliano a piccole arance pronte da addentare. Un’idea semplice, ma geniale, che ha dato vita a uno dei piatti più amati della cucina siciliana.

Ma la storia non si ferma qui! In Sicilia, non c’è solo un modo di chiamarle, e questo scatena ogni volta una discussione accesa e un po’ agguerrita tra “arancina” palermitana e “arancino” catanese. In realtà, l’uso dei due termini è distribuito in modo variegato in tutta la Sicilia, con “arancina” diffusa non solo a Palermo, ma sicuramente a Trapani e ad Agrigento e anche in altre aree dell’est, ad esempio Ragusa e Siracusa. Allo stesso modo, “arancino” non si limita solo alla zona di Catania, ma si pronuncia  anche in altre parti dell’isola.

Il noto e super affascinante scrittore siciliano Gaetano Basile sostiene che il nome dovrebbe essere al femminile, dato che deriva dal frutto “arancia”, femminile in italiano. Ma molti si oppongono a questa tesi, sottolineando che il termine ha origine dal dialetto siciliano, non dall’italiano. A sostegno di questo, il dizionario siciliano-italiano del 1857 riporta la parola “arancino”, sottolineando la corrispondenza con “arancio”, il genere maschile del frutto in siciliano, ereditata dal latino volgare.

Nonostante il dibattito, i termini sono entrambi grammaticalmente corretti in siciliano e l’Accademia della Crusca ha dato il via libera ad entrambe le versioni.

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La cucina siciliana e la storia dell’arancina

La storia delle arancine siciliane è come una grande avventura gastronomica, senza un vero e proprio inventore, ma con una lunga e affascinante evoluzione. Tutto iniziò durante il dominio arabo in Sicilia (827-1091), quando l’isola ricevette molte influenze culturali e culinarie. Gli arabi portarono con sé spezie e zafferano e così com’è noto erano abituati a preparare un gustoso timballo di riso che servivano ai banchetti più importanti. Questo piatto, condito con carne di agnello e verdure, si mangiava direttamente con le mani, proprio come facciamo noi oggi con le arancine.

Poi la storia continua con la vera rivoluzione, Federico II di Svevia, un re siciliano giovane e brillante che ha inventato l’impanatura, tecnica che non solo conservava meglio il riso e il condimento, ma rendeva il piatto ideale per essere trasportato e gustato durante le battute di caccia o il lavoro nei campi.

C’è anche una spiegazione dietro la famosa forma della deliziosa arancina. A Catania, si è certi di aver inventato una delle varianti più affascinanti delle arancine. Qui, il cono appuntito verso l’alto non è solo una caratteristica estetica, ma un vero e proprio omaggio all’Etna, il maestoso vulcano che domina il paesaggio etneo. La forma appuntita dell’arancino, quindi, non è solo un vezzo culinario, ma un tributo alla forza e alla bellezza naturale del territorio della città, rendendo ogni morso un viaggio nella cultura e nella storia di Catania.

Con il tempo che passa, le arancine si sono trasformate accogliendo all’interno nuovi sapori, come il ragù, che oggi è uno degli ingredienti principali. E così, quella che era una semplice pallina di riso si è trasformata in un’icona della cucina siciliana.

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Le arancine e le tradizioni collegate ad esse

Come sappiamo la Sicilia è ricchissima di cultura, ora diamo un’occhiata a come alcune regioni dell’isola includono questo gustoso timballetto di riso nelle loro feste.

Ogni 13 dicembre, Palermo si trasforma in un vivace evento culinario per festeggiare Santa Lucia; in questa giornata speciale, la tradizione vuole che si abbandonino i cibi a base di farina e si faccia festa con le irresistibili arancine in tutte le loro forme e varianti, accompagnate dalla tradizionale “cuccìa”, dolce tipico a base di grano bollito e ricotta di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. È un vero e proprio festival del gusto: puoi assaporare le arancine classiche al ragù con piselli e carote, quelle al burro con mozzarella e prosciutto, e perfino quelle agli spinaci… c’è chi è arrivato a farcirle con il salmone! Ogni boccone è preparato con tanta passione e creatività, trasformando la città in un tripudio di sapori e tradizione.

A Catania, le arancine prendono una piega tutta locale con specialità come l’arancino alla catanese, ricco di melanzane, e l’arancino al pistacchio di Bronte. Ma non è tutto! In altre zone della Sicilia, le arancine sono soggette a sperimentazioni utilizzando ingredienti originali come funghi, salsiccia, pollo, pesce spada e perfino nero di seppia. E quando arriva la festa di Santa Lucia si trasformano in dolci golosità: arancine al cacao, zucchero, crema gianduia e cioccolato, che fanno la gioia di Palermo e Modica, soprattutto durante la famosa sagra del cioccolato. Qui, le arancine non smettono mai di stupire e deliziare.

 

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Arancine: come la golosità ispira l’opera d’arte

Essendo uno dei cibi simbolo della Sicilia, le arancine non servono solo a coccolare i nostri palati, ma ispirano anche la visione artistica dei creativi isolani e non.
La ricchezza dell’ arancina, unita alla sua storia, sembra aver ispirato il design del marchio di abbigliamento locale di Palermo, Sicooli. Questo brand combina la simbologia iconica e la tradizione con il tocco artistico per promuovere la bellezza dell’isola.

Proprio da questa fusione tra tradizione e arte nasce la collaborazione tra Sicooli, MostraMed, e Mostrami, che insieme lanciano una call artistica per giovani grafici e illustratori under 40. In funzione di questa, gli artisti sono invitati a raccontare la storia e l’energia del mercato di Ballarò, uno dei cuori pulsanti di Palermo, attraverso un’illustrazione che catturi l’autenticità di questo storico quartiere– proprio lì dove le arancine sono prodotte, vendute e consumate in abbondanza! Le opere selezionate decoreranno su una T-shirt della collezione “Tisciart” di Sicooli! Non solo gli artisti metteranno in luce il loro talento, ma potranno anche vincere premi interessanti, con una scadenza fissata al 30 settembre 2024.

Da Palermo a Catania, e in tutta Italia, ogni morso dato alle arancine è un piccolo viaggio tra sapori, creatività e amore per il territorio siciliano. Che si mangino durante una festa o al volo per strada, queste prelibatezze continuano a raccontare storie antiche e moderne, rendendo ogni assaggio un viaggio indimenticabile tra le meraviglie della cucina siciliana.[:en]

Sicily, a land of extraordinary beauty and cultural fusion, has always been one of the cradles of Italian gastronomy. Sicilian culinary delights are the result of a millennia-old tradition, enriched by Arab, Greek, Norman, and Spanish influences, making each dish unique and deeply connected to the region.

Among the many Sicilian delicacies, arancine stand out: small masterpieces of rice, stuffed and fried, they are the undisputed symbols of the island’s culinary tradition. Originally from Sicily, arancine perfectly combine simplicity with a rich array of flavors, winning over anyone who tries them with their irresistible mix of crispy exterior and soft interior. In this article, we will explore their history, variations, and the secrets that make them one of the most beloved dishes in Sicilian cuisine.

But first, a question: arancine or arancino? The debate is truly a tough one!

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The Etymology: arancina or arancino?

Before diving further into this delicacy, let’s take a look at how this tasty street-food should be named. The term “arancina” is inspired by the orange, the golden, juicy fruit that the Arabs brought to the island during their rule. So, we imagine these crispy rice balls, with their round shape and golden color, resembling small oranges ready to be bitten into. A simple but brilliant idea that gave birth to one of the most beloved dishes in Sicilian cuisine.

But the story doesn’t end here! In Sicily, there isn’t just one way to call them, which sparks a lively and sometimes heated debate between the Palermitan “arancina” and the Catanese “arancino.” In fact, the use of both terms is varied across Sicily. “Arancina” is common not only in Palermo, but also in Trapani, Agrigento, and even in some eastern areas like Ragusa and Syracuse. Similarly, “arancino” isn’t exclusive to the Catania area, but is also used in other parts of the island.

The well-known and captivating Sicilian writer Gaetano Basile argues that the name should be feminine, as it derives from the fruit “arancia,” which is feminine in Italian. However, many oppose this theory, pointing out that the term originates from the Sicilian dialect, not from Italian. Supporting this, the Sicilian-Italian dictionary from 1857 lists the word “arancino,” corresponding to “arancio,” the masculine form of the fruit in Sicilian, inherited from Vulgar Latin.

Despite the debate, both terms are grammatically correct in Sicilian, and the Accademia della Crusca has officially approved both versions.

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Sicilian Cuisine and the History of the Arancina

The history of Sicilian arancine is like a grand culinary adventure, without a true inventor but with a long and fascinating evolution. It all began during the Arab rule in Sicily (827-1091), when the island was infused with many cultural and culinary influences. The Arabs brought with them spices and saffron, and as is well known, they were accustomed to preparing a delicious rice timbale served at their grand banquets. This dish, seasoned with lamb and vegetables, was eaten by hand, much like we enjoy arancine today.

The story continues with a true revolution brought by Frederick II of Swabia, a young and brilliant Sicilian king who invented breading. This technique not only preserved the rice and filling better but also made the dish ideal for transport, perfect for enjoying during hunting trips or while working in the fields.

There’s also an explanation behind the iconic shape of the delightful arancina. In Catania, they proudly claim to have invented one of the most fascinating variations of arancine. Here, the pointed top is not just an aesthetic feature but a tribute to Mount Etna, the majestic volcano that dominates the landscape. The pointed shape of the arancino serves as a culinary homage to the natural strength and beauty of the region, making every bite a journey into the culture and history of Catania.

As time went by, arancine evolved, embracing new flavors like ragù, which is now one of the main ingredients. Thus, what started as a simple rice ball has transformed into an iconic dish of Sicilian cuisine.

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Arancine and the Traditions Associated with Them

As we know, Sicily is rich in culture, so let’s take a look at how different regions of the island incorporate this delicious rice timbale into their celebrations.

Every December 13th, Palermo transforms into a vibrant culinary event to celebrate Santa Lucia. On this special day, tradition dictates that people refrain from eating flour-based foods and instead indulge in irresistible arancine in all their forms and variations, accompanied by the traditional “cuccìa“, a typical sweet made with boiled wheat and sheep ricotta or white or chocolate cream. It’s a true festival of flavor: you can savor classic ragù arancine with peas and carrots, butter arancine filled with mozzarella and ham, and even spinach ones—some have even started filling them with salmon! Each bite is prepared with passion and creativity, turning the city into a celebration of tastes and tradition.

In Catania, arancine take on a local twist with specialties like the Catanese arancino, rich in eggplant, and the pistachio arancino from Bronte. But that’s not all! In other areas of Sicily, arancine are subject to experimentation with unique ingredients such as mushrooms, sausage, chicken, swordfish, and even cuttlefish ink. And when the feast of Santa Lucia arrives, they transform into sweet delights: cocoa arancine, coated in sugar, gianduia cream, and chocolate, bringing joy to Palermo and Modica, especially during the famous chocolate festival. Here, arancine never fail to surprise and delight.

 

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Arancine: How Indulgence Inspires Artwork

As one of the iconic foods of Sicily, arancine not only delight our taste buds but also inspire the artistic vision of creatives both on the island and beyond. The richness of the arancina, combined with its history, seems to have inspired the design of the local clothing brand in Palermo, Sicooli. This brand merges iconic symbolism and tradition with an artistic touch to promote the island’s beauty.

It is from this fusion of tradition and art that the collaboration between Sicooli, MostraMed, and Mostrami emerges, launching an artistic call for young graphic designers and illustrators under 40. In this initiative, artists are invited to depict the story and energy of the Ballarò market, one of the beating hearts of Palermo, through an illustration that captures the authenticity of this historic neighborhood—right where arancine are produced, sold, and consumed in abundance! The selected works will adorn a T-shirt from Sicooli’s “Tisciart” collection. Not only will artists showcase their talent, but they will also have the chance to win exciting prizes, with a deadline set for September 30, 2024.

From Palermo to Catania, and throughout Italy, each bite of arancine is a small journey through flavors, creativity, and love for the Sicilian territory. Whether enjoyed during a celebration or on the go, these delicacies continue to tell ancient and modern stories, making each taste an unforgettable journey through the wonders of Sicilian cuisine.[:]

[:it]Giornate FAI di Primavera, 25 e 26 marzo: i luoghi siciliani.[:en]FAI Spring Days, March 25th and 26th: the Sicilian places [:]

[:it]Quale miglior modo di sentirsi parte del proprio territorio, conoscerne la storia, le sue eccellenze e la sua evoluzione e imparare a promuoverlo e a valorizzarlo se non visitandone i luoghi più suggestivi e caratteristici?
Leggi tutto “[:it]Giornate FAI di Primavera, 25 e 26 marzo: i luoghi siciliani.[:en]FAI Spring Days, March 25th and 26th: the Sicilian places [:]”

[:it]Green Lab, riqualificazione ed ecosostenibilità ai Cantieri Culturali della Zisa.[:en]Green Lab, redevelopment and sustainability for “Cantieri Culturali of Zisa”[:]

[:it]Green Lab_bannerUn nuovo progetto dal carattere ecosostenibile si sta sviluppando ai Cantieri Culturali della Zisa: Green Lab, promosso da Legambiente Sicilia e cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio – Dipartimento Politiche giovanili e Servizio Civile Nazionale e realizzato in collaborazione con il Comune di Palermo.
Ci parlano del progetto il presidente regionale di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna e l’addetto stampa Sveva Alagna.

L’obiettivo del progetto è la riqualificazione auto-sostenibile di tre padiglioni dei Cantieri Culturali alla Zisa, chGreen Lab1iamati fino adesso SpazioMarceau, di proprietà del Comune di Palermo, e di renderli fruibili.
Il primo step riguarda la ristrutturazione dell’immobile dove verranno svolte le attività. Il ripristino, che sarà svolto nel massimo rispetto delle caratteristiche storico-architettoniche del sito sarà cogestito dalla Soprintendenza ai Beni culturali. In seguito alla ristrutturazione, l’immobile verrà fornito di un impianto di risparmio energetico ed elettrico.

Il progetto durerà 18 mesi e tra le attività che verranno svolte ci sono la nascita di un Centro polifunzionale per attività mirate al miglioramento degli stili di vita, un Centro di documentazione per l’ambiente, uno Spazio condiviso in cui organizzare eventi culturali,
incontri pubblici, Green Lab2workshop e seminari, un Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità e di laboratori per ragazzi e uno spazio destinato al Coworking per la condivisione di professionalità e competenze, nell’ottica della gestione economica e sostenibile di spazi lavorativi e per la promozione della progettazione partecipata.

Un altro obiettivo del Green Lab è la realizzazione del marchio Legambiente Turismo Sicilia, attorno a cui orbiteranno tutte quelle strutture ad attività turistiche che prestano particolare cura all’ambiente,
Giovani, sostenibilità e riuso creativo dei materiali sono gli elementi cardine del progetto.

Altre informazioni sulla loro pagina facebook.[:en]Green Lab_bannerA new project by the sustainable character is developing the “Cantieri Culturali of Zisa”: Green Lab, sponsored by Legambiente Sicily and co-funded by the Prime Minister – Department of Youth and the National Civil Service and carried out in collaboration with the City of Palermo.

They speak of the project the regional president of Legambiente Sicily, Gianfranco Zanna and the press officier Sveva Alagna.

The goal of the project is self-sustainable redevelopment of three halls of the Cantieri Culturali of Zisa, until now called “Space Marceau”, owned by the City of Palermo, and make them usable. Green Lab1

The first step concerns the renovation of the property where the activities will take place. The restoration, which will be carried out in full respect of the historical and architectural features of the site will be co-managed by the Superintendence for Cultural Heritage. Following the restructuring, the property will be provided of an energy saving and electrical plant.

The project will last 18 months and among the activities to be undertaken are the creation of a multipurpose center for activities aimed at improving lifestyles, a documentation center for the environment, a shared space in which to organize cultural events, Green Lab2public meetings, workshops and seminars, a Center for Environmental Education and Sustainability and workshops for children and a space intended to co-working for the sharing of expertise and skills towards economic and sustainable management of working spaces and for the promotion of participatory planning.

Another objective of the Green Lab is the realization of Legambiente Turismo Sicilia, which will turns around all those structures in tourism activities that pay particular attention to the environment,

Young, sustainability and creative reuse of materials are the key elements of the project.

More information on their facebook page.[:]

[:it]Premio Borgo dei Borghi, da tre anni in Sicilia.[:en]Borgo dei Borghi award, in sicily for three years[:]

[:it]La penisola italiana è talmente densa di bellissimi borghi che a marzo del 2001 è nato il Club de
“I Borghi più Belli d´Italia”.
Tra i requisiti fondamentali per essere ammessi al circuito ogni Comune deve avere una popolazione che, nel Borgo antico del Comune o nella Frazione indicata, non superi i 2.000 abitanti e deve possedere un patrimonio architettonico e/o naturale certificato da documenti in possesso del Comune e/o dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Gli edifici storici devono prevalere sull’insieme della massa costruita e dar luogo ad un complesso esteticamente omogeneo.
Ogni anno, durante la trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro”, in onda su Rai 3, viene presentato il premio “Borgo dei Borghi”.
Per la durata di circa un mese, venti borghi, uno per ogni regione d’italia, si contendono il giudizio di una “Giuria di Esperti”, originari di altri Paesi ma che hanno eletto l’Italia come loro “Paese del Cuore”, e degli utenti web, che hanno la possibilità di contribuire votando online.

Sono siciliani i borghi che negli ultimi tre anni si sono aggiudicati il riconoscimento.

Nel 2014 Il Borgo dei Borghi è stato Gangi.

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Gangi è un comune di 6.952 abitanti in provincia di Palermo, dove vi consigliamo di visitare:
Il Museo Civico-Archeologico di palazzo Sgadari, con rinvenimenti d’epoca arcaica fino all’età paleocristiana.
Sempre a palazzo Sgadari, trovate l’esposizione permanente delle opere del pittore Gianbecchina.
Il Museo dei Cappuccin/i.
Il Museo delle Armi con una collezione 144 armi tra antiche, moderne e pezzi rari.
Il Museo Etnoantropologico, dove sono esposti strumenti di lavoro degli antichi contadini di Gangi.
E il Museo della Fotografia dove sono esposte antichissime macchine fotografiche, foto e cimeli che facevano parte della collezione di Giuseppe e Francesco Albergamo, noti fotografi di inizio ‘900.

Nel 2015 è stato il turno di Montalbano Elicona

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Comune di 2.485 abitanti in provincia di Messina dove vi segnaliamo il Museo fotografico Eugenio Belfiore che si trova presso la Fondazione culturale Parlavecchio in piazza Duomo, storia di Montalbano raccontata per immagini.
E i Musei Didattici delle Armi Bianche e degli Strumenti Musicali Antichi, ospitati entrambi in alcune sale del Castello.

Infine Il Borgo dei Borghi 2016 è Sambuca di Sicilia.

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Sambuca, in provincia di Agrigento è un comune di 5 961 abitanti.
Di particolare interesse il piccolo teatro ottocentesco “L’Idea”, la chiesa di San Calogero, adibita a sede dell’Istituzione Gianbecchina, dove potete ammirare alcuni dei bellissimi dipinti dell’artista sambucese, e l’ex monastero di Santa Caterina dove troverete esposizione delle sculture in corda della parigina Sylvie Clavel, artista del nodo e dell’intreccio.

In attesa di conoscere quale sarà il Borgo dei Borghi 2017, vi invitiamo a visitare questi premiati borghi e a raccontarci cosa vi è piaciuto di più, scrivendoci a in**@si****************.com :)[:en]English version will be soon available! Stay tuned![:]

[:it]Mappe tematiche come itinerari artistici siciliani.[:en]Thematic maps as sicilian artistic itineraries[:]

[:it]È noto quanto la Sicilia sia colma di luoghi culturali imperdibili e stimolanti, noi abbiamo pensato di raccoglierli in tre mappe tematiche che vi guideranno, come dei veri e propri itinerari, alla scoperta delle realtà artistiche più significative della regione.

Nella prima potete trovare le gallerie di arte contemporanea di Palermo, luoghi di esposizione, iniziative e laboratori, attenti a coinvolgere il pubblico rendendolo attivo e non solo spettatore.

La Gam, ad esempio, offre diverse attività a seconda delle esigenze dei diversi pubblici, laboratori per bambini, giochi educativi e visite a tema, attività didattiche indirizzate alle scuole, oltre che in italiano, anche inglese, francese, tedesco e spagnolo e visite guidate alla collezione, su prenotazione, per gruppi, anche in lingua straniera e nella Lingua Italiana dei Segni.

La seconda comprende, invece, i luoghi d’eccellenza e contaminazione culturale, sedi di collaborazioni che hanno generato e continuano a generare progetti di indubbio valore artistico e culturale.

Uno di questi è il Farm Cultural Park di Favara, primo parco turistico culturale costruito in Sicilia.
Sapevate che in uno dei suoi spazi è esposta l’unica mostra permanente del fotografo Terry Richardson?



Nella terza, le mostre collettive in corso in tutta la Sicilia.


E voi conoscete altri spazi, iniziative o mostre e volete segnalarcele?
Vi invitiamo a scriverci a in**@si****************.com 🙂

[:en]English version will be soon available! Stay tuned![:]

[:it]Giampiero Chirco _ Pittura[:]

[:it]Il giovane artista siciliano Giampiero Chirco ha una formazione fondamentalmente artistico umanistica. Ha studiato grafica, letteratura e lingue straniere, per approdare, infine, nel mondo della pittura e del disegno.
Il suo lavoro non ha un progetto specifico.

Afferma di essere interessato maggiormtecnica-mista-su-tela-sinestesia-giampiero-chircoente alla sperimentazione pittorica libera – tramite l’uso di qualsiasi materiale (grafite, pastelli, tempere, pigmenti, colori ad olio, pennarelli, inchiostro ecc.) e/o tecniche e supporti (carta, cartone, tavole) -, la quale però fa da tramite per un tipo di ricerca atta a creare sempre nuove soluzioni e “alfabeti”, in una continua evoluzione stilistica, che caratterizza l’artista emergente.

I soggetti sono sospesi tra una dimensione di figurazione tradizionale e popsurrealista contemporanea (con riferimenti alla storia dell’arte tradizionale cosi come ad ambiti come il cinema ed il fumetto), con richiami a simboli e a visioni ludico-oniriche ed una dimensione, invece, più puramente gestuale-astratta (in cui molta importanza assume la materia pittorica), la quale fa spesso da “struttura”, sotto-strato o “ambientazione” ai lavori nella loro completezza, che, in termini più immediati, possono essere concepiti come delle visioni.

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Questo artista è stato invitato a partecipare a “Made OF Sicily”, prima MostraEvento di Sicily & Sicilians.

Scopri qui il programma della mostra a Palermo!

 

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[:it]Mariaceleste Arena _ Pittura[:]

[:it]mariaceleste-arena-_-composizione-con-giochi-di-cartaMariaceleste Arena disegna da quando era bambina, ha continuato quando frequentava al Liceo artistico e continua a farlo
facendo ogni cosa per migliorarsi giorno dopo giorno. Il suo lavoro ha un duplice obiettivo, uno primario finalizzato al bello/estetico, e il secondo si focalizza soprattutto sulla realtà in cui vive e la circonda quotidianamente. Attualmente, inoltre, sta vivendo una fervida fase di ricerca e sperimentazione.
Le tecniche che predilige sono la pittura ad olio, la tempera all’uovo, gli acrilici e per quanto riguarda il disegno trova interessante l’uso della china e dei pastelli.
Mariaceleste è un vulcano creativo ed è per questo che si cimenta molto volentieri anche in altre tecniche artistiche, come quella del mosaico realizzato con materiali di risulta, o si dedica alla realizzazione di decorazioni urbane.

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