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Sferracavallo e i suoi tesori

Sferracavallo è un piccolo borgo marinaro e turistico compreso tra Palermo e la vicina Isola delle Femmine. Oggi, vogliamo svelarvi alcune curiosità su questo piccolo angolo di paradiso!

La storia di Sferracavallo

Il nome Sferracavallo trae la sua origine dall’irregolarità del suo terreno. Si racconta, infatti, che la strada fosse difficile da raggiungere, tanto irta e complessa da richiedere addirittura di “sferrrare i cavalli” per arrivarci. Questi ultimi, infatti, trainavano i barconi usati nelle tonnare. La località nasce come villaggio di pescatori; sorgevano due torri di guardia che vennero, però, distrutte quando l’autostrada A29 venne costruita. Si trova compreso tra Monte Billiemi e Capo Gallo e rientra in gran parte nella riserva orientata di Capo Gallo (che divide Mondello da Sferracavallo). Comprende due piccoli porticcioli: quello di Sferracavallo e quello di Barcarello, che ospita principalmente le imbarcazioni turistiche. Sicuramente tra i tesori di Sferracavallo rientrano i suoi ristorantini vicini al mare, i suoi bar e le sue paninerie.

La festa dei santi patroni Cosma e Damiano

Caratteristica è la festa dedicata a Cosma e Damiano, i patroni della borgata, che si svolge una volta ogni anno nell’ultima domenica di settembre. I simulacri dei Santi vengono portati per le vie della borgata da un gruppo numeroso di giovani, a piedi nudi e tutti vestiti di bianco con un fazzoletto rosso legato ai fianchi e al collo. La festa comprende anche il tradizionale gioco dell’antinna a mari, una specie di albero della cuccagna posto sul mare. Anticamente, la processione si svolgeva con passo veloce per poter portare i simulacri a tutti i malati che ne avevano fatto richiesta, per chiedere di essere liberati dalle malattie che incombevano su di loro.

Le grotte di Sferracavallo

Dagli archivi storici, risulta che questo piccolo borgo fosse abitato sin dall’era preistorica, quando tribù di cacciatori e raccoglitori di radici trovavano riparo nelle diverse grotte. Sono numerose le grotte di Sferracavallo, ma le più suggestive sono sicuramente la Grotta del Pecoraro, che ha nascosto per anni resti di ceramica risalenti alla cultura di Thapsoso (1500 a. C.) e, nei pressi del Monte Billiemi, Grotta Conza, anch’essa custode di diversi resti del passato.

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Sferracavallo vi aspetta quest’estate con il suo mare cristallino e la sua cucina tradizionale siciliana! E’ tempo di organizzare il vostro viaggio in Sicilia!

La Pasta: storia del piatto più amato dagli italiani

Cari lettori, oggi apriamo uno spazio dedicato alla nostra passione più grande: la Pasta, quella con la P maiuscola.

Forse non tutti sanno che quando la pasta divenne un piatto molto diffuso nelle mense, “nobili e principesche d’Italia” si rifiutavano di mangiarne. Il motivo? Perché era una pietanza ancora mangiata con le mani.

Fu solo attorno al 1800, grazie ad un intraprendente ciambellano di corte di Re Ferdinando II, tal Gennaro Spadaccini, e alla sua geniale idea di utilizzare un arnese con 4 punte corte (la nonna della forchetta), che la Pasta fu servita anche nei pranzi delle corti di tutta Italia e da lì nelle corti di tutto il mondo.

Quando nasce la pasta?

La prima indicazione storica della pasta risale alla civiltà greca (la “laganon“). E’ certo però che furono i Romani a parlare per primi di “lagane“, simili alle attuali lasagne. La pasta come la intendiamo oggi noi, invece, si pensa abbia origini diverse. Dopo l’infondatezza della paternità di Marco Polo, si è scoperto che la pasta nacque tra la caduta dell’Impero Romano e l’avvento degli Arabi, in Sicilia!

Da dove nasce la pasta?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo disturbare il geografo arabo Edrisi, che nel 1154 nell’opera “Kitab-Rugiar” (Libro di Ruggero), descrivendo una zona definita come “alla destra di termini Imerese, nel luogo di TRABIA“. Edrisi disse che lì si producevano dei vermicelli chiamati “itriya” (una specie di spaghetto molto sottile) che potevano approvvigionare tutti i paesi fino in Calabria! Se gli arabi quindi conoscevano già questi Itriya, è pur vero che fu il cambio di tecnica ed ingredienti utilizzati dai Siciliani a condurre ad un prodotto nuovo, gli spaghetti appunto.

 Il primo formato di pasta furono i Maccheroni, il cui etimo si pensa derivi dall’arabo “mu-karana(tun)” che significa mettere in parallelo.

Una ricerca tradizionale siciliana: “Rancia e ciura”

Rancia e ciura” chiusesi, non è una brutta parola ma il nome di un esclusivo sfincione di Chiusa Sclafani. Cos’è lo sfincione? Un tipo particolare di pasta simile all’impasto della pizza, condito con salsa di pomodoro, cipolla, acciughe, formaggio – rigorosamente caciocavallo grattugiato -; questa è la ricetta palermitana, ne esistono poi diverse varianti secondo i gusti e le località, in particolare la “rancia e ciura”, letteralmente arancia e fiori, è un impasto più semplice in bianco aromatizzato e con le acciughe.

La scacciata

La Scacciata è una focaccia tipica del Catanese. Il suo ripieno e la sua forma variano da luogo a luogo. Se è rettangolare, bassa e schiacciata è chiamata “Scaccia” o “Scaccetta“; se è rotonda, spessa e ricca nel ripieno è detta “Mpanata“.

Il ripieno è in genere semplice, ma può essere anche più o meno elaborato; sono però tutte preparazioni cotte dentro una crosta di pasta di pane, il cui ripieno può essere crudo o parzialmente precotto.

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Se vi è venuta l’acquolina in bocca non potete fare altro che venire qui nella nostra splendida isola ad assaggiare un delizioso piatto di pasta (meglio se spaghetti) al pomodoro! Non ve ne pentirete!

Un viaggio tra i piatti tipici della cucina siciliana

Un viaggio alla scoperta della cucina siciliana, tra sapori gustosi ed inconfondibili. D’altronde, la Sicilia è una delle regioni italiane più amate al mondo, non solo per la sua bellezza naturale e artistica, ma anche per la sua arte culinaria. Prenditi una pausa dal caos della città ed immergiti nei profumi dei piatti tipici siciliani.

Il team di SicilyandSicilians ha selezionato per te le principali delizie culinarie da scoprire: ecco i nostri consigli!

Il cous cous: la cucina che unisce i popoli

Forse non lo sai, ma la tradizione gastronomica siciliana è il risultato dell’incontro di tante culture diverse: la Sicilia, infatti, è stata e continua ad essere un crocevia di popoli che, venendo a contatto, danno vita a prodotti inediti ed originali che vanno ad influenzare ed arricchire la cultura locale.

Il cous cous è forse il piatto più rappresentativo dell’incontro e dello scambio di culture diverse. Proprio il cous cous è all’origine di un rinomato festival che si svolge nella splendida località balneare di San Vito Lo Capo: il Cous Cous Fest, noto anche come festival dell’integrazione culturale.

Se non vuoi perderti questo appuntamento, visita il sito del festival gastronomico siciliano più gustoso di sempre!

L’arancina: il piatto che stuzzica di più il palato

Immancabile prelibatezza da non perdere è sicuramente l’arancina siciliana. Possiamo definire questo piatto come un vero e proprio orgoglio gastronomico della Sicilia. Dalla forma che richiama quella di un’arancia, l’arancina è una ricetta semplice e allo stesso tempo gustosa: un piccolo timballo di riso, prima impanato e poi fritto, con all’interno un ripieno salato. Uno street food famoso in tutto il mondo, con tantissime e originali varianti: arancini classici al ragù, vegetariani, vegani, a base di pesce, arancini al forno … per tutti i gusti, croccanti, fritti e ripieni. 

E nonostante i palermitani vi diranno “arancina” e i catanesi “arancino”, questa è una specialità che mette tutti d’accordo. Provare per credere!

Il cannolo siciliano: dolcezza e tradizione

Protagonista di questo simbolo della pasticceria siciliana è la dolce crema alla ricotta, avvolta da una croccante cialda arrotolata e fritta. Come tocco finale, una granella di pistacchio, delle scaglie di cioccolato o scorzette di arancia candita e infine, lo zucchero a velo. In ogni caso, il vero cannolo siciliano va riempito al momento per essere gustato adeguatamente: in questo modo non si perderà la friabilità della cialda. E per i più golosi, la farcitura varia dalla crema pasticciera alla chantilly, dalla ricotta di pecora a quella di bufala, o alla crema di pistacchio (rigorosamente proveniente da Bronte).

Non puoi lasciare l’isola senza aver assaporato questa leccornia almeno una volta. Le tue papille gustative ringrazieranno!

I baci panteschi: eccellenza tutta da scoprire

Conosci i baci panteschi? Sono una squisitezza dell’isola di Pantelleria, la meravigliosa isola siciliana chiamata anche isola del vento, dove i tramonti garantiscono uno spettacolo quotidiano. Questo dolce presenta due dischi di pasta frolla fritta farciti con una crema di ricotta e scaglie di cioccolato. Una vera golosità. I dischi di frolla croccanti, realizzati con uno stampo floreale, accompagnano la morbida crema di ricotta. Una vera raffinatezza della cucina siciliana che sorprenderà grandi e bambini: rimarrai a bocca aperta!

Articolo scritto da Gabriella, Lidia, Federica, Emanuela, Annalisa.

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Come puoi notare, la Sicilia è un posto magico da visitare, o meglio da assaggiare, almeno una volta nella vita. Attraverso la cucina siciliana, con le sue prelibatezze e delizie, potrai fare un viaggio sensoriale unico alla scoperta dei tesori della nostra terra.